2025 Nei secoli fedele

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EDITORIALE

NEI SECOLI FEDELE

Fiamme Verdi Dicembre 2025 di Gino Ceccherini

VENERDÌ 17 OTTOBRE 2025

Sono davanti al computer, il giornale è quasi termina to, dovrei essere contento.

Eppure, oggi non è così. Per quanto tempo ancora dovremo seguire delle esequie “di Stato”? Quanti altri ragazzi, uomini, padri di famiglia, “Servitori dello Stato” dovremo accompagnare lungo il loro ultimo cammino, il loro ultimo pezzo di strada? Oggi ho visto la dignità, la compostezza e la fierezza negli occhi velati di lacrime dei Carabinieri che scortavano le tre bare di chi è caduto nell'adempimento del proprio dovere. Ho visto il dolore composto delle famiglie, dei colleghi e di quella parte dello Stato che ancora crede in determinati Valori. Non esiste nessuna rivendicazione al mondo talmente importante da valere tanto quanto la vita dell'ultimo ragazzo arruolato nei Carabinieri, nella Polizia o nelle altre Forze Armate. E dovrebbero esistere, altresì, ordini superiori ponderati che conoscendo il pericolo non mandino allo sbaraglio degli uomini. Mi viene in mente una strofa della canzone di Fabrizio De Andrè: “La guerra di Piero” che recita: “Fermati Piero, fermati adesso - Lascia che il vento ti passi un po' addosso - Dei morti in battaglia ti porti la voce - Chi diede la vita ebbe in cambio una croce”

Noi Alpini, ma soprattutto noi che scriviamo sui nostri giornali, non dovremmo fare politica. Ma mi domando fino a che punto della deriva sociale e civile dobbiamo tacere? Qual' è il limite ultimo e invalicabile? Dov'è il confine? Per me, e me ne assumo tutte le responsabilità, questo valico è stato ormai ampiamente superato. Ogni giorno vedo uomini e donne in divisa colpiti da chi non ha il senso dello Stato. Vedo politici che siedono su scranni dorati, pagati con i sacrifici di tutti, minimizzare o peggio ancora giustificare atti violenti, sacrificare sull'altare delle ideologie la vita di uomini e donne dello Stato.

Beh io non ci sto! Io sono e sarò sempre dalla parte delle Forze dell'Ordine.

IO SONO UN CARABINIERE

Tratto dal discorso di commiato del Ministro Guido Crosetto ai funerali dei tre Carabinieri morti a Castel D’Azzano.

"Posso farvi una promessa però. Una promessa solenne: i nostri nomi, il mio, quello del Presidente, quello di ognuno di noi, sono scritti sulla sabbia della memoria delle

persone a cui siamo cari che sono destinati a scomparire nel tempo, man mano che le persone che ci vogliono bene scompariranno. Tutti i nostri nomi sono scritti sulla sabbia della memoria di alcune persone che ci vogliono bene. Il nome dei giusti no, il nome dei giusti, di chi è morto per la Patria è scritto nella roccia della memoria della Repubblica, e viene onorato,

ricordato, e state tranquilli, le Forze Armate sono le custodi di quella memoria, e tra molti anni quando nessuno di noi sarà presente, ci sarà lo Stato e quando verranno detti i nomi dei vostri figli, dei vostri fratelli, dei vostri padri, ci sarà una persona che risponderà per loro: “Presente!"

Guido Crosetto

Marco Piffari, a destra Valerio Daprà e Davide Bernardello