2025 San Vendemiano: In gita dentro la storia
Attività
GRUPPO SAN VENDEMIANO
IN GITA DENTRO LA STORIA
Fiamme Verdi Dicembre 2025
Gli Alpini di San Vendemiano in visita alle trincee del monte Kolovrat, ricordando il primo Alpino caduto il 24 maggio 1915 e il mitragliere che provò a fermare i tedeschi che risalivano il crinale

La battaglia del Monte Kolovrat rappresenta uno dei momenti più drammatici e strategicamente significativi della Dodicesima Battaglia dell'Isonzo, conosciuta anche come la Battaglia di Caporetto, combattuta durante la Prima Guerra Mondiale tra il 24 e il 27 ottobre 1917. Questo scontro ebbe luogo nella catena montuosa del Kolovrat, situata al confine tra l'attuale Slovenia e Italia, in una posizione dominante tra le valli dell'Isonzo e del Natisone. Dopo undici battaglie lungo il fiume Isonzo tra il 1915 e il 1917, l'esercito italiano, guidato dal generale Luigi Cadorna, si trovava in una situazione di logoramento. Le truppe austro-ungariche, sostenute da rinforzi tedeschi, decisero di lanciare una poderosa offensiva per rompere il fronte italiano: nacque così la dodicesima e decisiva offensiva isontina.
La linea del Monte Kolovrat era parte del secondo fronte difensivo italiano, dietro la prima linea situata sul monte Mrzli e sul Monte Nero. Dominando le valli sottostanti, il Kolovrat era considerato una posizione chiave per impedire una penetrazione nemica verso Cividale del Friuli e poi verso la pianura friulana. Sul Kolovrat si trovavano reparti della 2a Armata italiana, in particolare elementi della 50a Divisione, con fortificazioni scavate in trincee, gallerie e postazioni d'artiglieria. Tuttavia, queste difese si rivelarono insufficienti contro l'assalto coordinato austro-tedesco.
Dalla parte opposta, l'offensiva era guidata dalla 14a Armata tedesca, comandata dal generale Otto von Below, con l'impiego di truppe d'élite, tra cui gli Sturmtruppen (truppe d'assalto) tedesche e reparti austro-ungarici. Il supporto dell'artiglieria e l'uso di gas tossici, in particolare il fosgene, furono decisivi nel destabilizzare le difese italiane.
Il 24 ottobre 1917, le truppe tedesche lanciarono un massiccio bombardamento con gas e artiglieria sulla linea italiana, causando confusione e perdite ingenti. Nei giorni successivi, grazie anche al maltempo che ostacolava la reazione italiana, gli assalitori riuscirono a conquistare le posizioni sul Kolovrat, prendendo di sorpresa i difensori e penetrando in profondità nel dispositivo italiano.
L'avanzata fu rapida e devastante: i reparti italiani, spesso isolati e mal coordinati, furono costretti a ritirarsi o a cedere le armi. Il controllo del Monte Kolovrat permise alle truppe austro-tedesche di aprire la strada verso il Tagliamento, accelerando il crollo del fronte italiano.
La caduta del Monte Kolovrat fu uno degli elementi centrali che portarono al disastro di Caporetto, con la conseguente ritirata italiana su una nuova linea difensiva lungo il fiume Piave. L'Italia perse oltre 300.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri, mentre i nemici avanzarono per oltre 100 chilometri in pochi giorni.
Dal punto di vista strategico, la battaglia del Kolovrat dimostrò la vulnerabilità delle difese italiane e l'efficacia della guerra di movimento e dell'infiltrazione, rispetto alla guerra di posizione che aveva caratterizzato i precedenti scontri sull'Isonzo.
La presenza degli Alpini di San Vendemiano sul Kolovrat vuole essere un tributo al ricordo dei tantissimi giovani di vent'anni che hanno perso la vita: prima, durante e dopo la battaglia di Caporetto.
Un ringraziamento all'Alpino di Campeglio Niki Macorigh che ci ha fatto da guida e che con passione ci ha raccontato come 108 anni fa si sono svolti i fatti.
