Storie dei nostri veci

TARCISIO FOSSALUZZA

Nato a Santa Lucia di Piave il 19 ottobre 1914, secondo di quattro fratelli alpini combattenti per la seconda guerra mondiale di cui uno Egilberto sarà uno dei fondatori del Gruppo A.N.A. di S. Lucia nel 1958, cresce intelligente e di bell'aspetto, diventando uno stimato tipografo.
Viene arruolato presso il distretto di Treviso il 1° aprile 1935. È assegnato al 7° Rgt Alpini Btg. Cadore di stanza a Tai di Cadore presso la caserma "Pier Fortunato Calvi" ove giunge il 7 aprile 1935. Di là a pochi giorni viene destinato alla 75a compagnia ad Auronzo presso la Caserma "Cesare Battisti".
Riceve l'incarico di scritturale presso il i Comando di Compagnia, diventando allievo caporal maggiore furiere. Tale assegnazione non lo esula dalle molte marce ed escursioni di addestramento. Ritornato come aggregato al Plotone Comando Tai di Cadore, viene nominato prima caporale e poi caporal maggiore di maggiorità. Termina la "naja" nel mese di luglio del 1936.
All'indomani dell'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, viene richiamato e inviato prima al fronte occidentale (Francia) e poi in quello Greco-Albanese. Terminata quest'ultima operazione, Tarcisio, che nel frattempo è stato nominato sergente, viene inviato in Montenegro con il Btg. Cadore a fronteggiare gli agguerriti partigiani di Tito ribellatisi all'occupazione Italo Tedesca.
Il 20 luglio 1941, giorno di cruenti combattimenti, egli trova la morte a Sozina.
Sul farsi sera, lui comandante di plotone assieme ad altri alpini tenta di approvvigionarsi d'acqua presso l'unico ruscello presente della zona, soprattutto per i diversi feriti dagli scontri a fuoco dei giorni precedenti.
Pur fiutando il possibile pericolo di una imboscata, non esita a partecipare di persona all'episodio. Ed infatti i partigiani, appostati fra le rocce poco distanti dal ruscello, feriscono alcuni alpini e colpiscono a morte il sergente Tarcisio Fossaluzza.
Di lui, come degli altri alpini santalucesi, che donarono le propria giovane vita alla Patria, deve rimanere profondamente il ricordo perchè i valori di obbedienza e di amore per la propria Nazione sono le fondamenta della civiltà.

Renzo Sossai