7° ALPINI


Agosto 1963

STORIA DEL 7° ALPINI

L’ATTIVITÀ DEGLI ALTRI BATTAGLIONI NEL 1916

inizio (9a puntata)

Btg «Val Cordevole»

Alla fine del 1915 il Battaglione «Val Cordevole» era al comando del Magg. Olivo Sala e le sue compagnie erano dislocate nei settore di Val Biois (la 206°) e a Palla (la 266°) nella zona del Col di Lana; il 12 febbraio 1916 le due compagnie si scambiarono le rispettive zone.
La 206° occupò il 17 febbraio «il Roccione» nei pressi del Col di Lana e il giorno 28 strappò agli austriaci un piccolo costone tra il «Montucolo» italiano e quello avversario; il primo aprile la compagnia ebbe il cambio con destinazione a Rocca Pietore, creando pochi giorni dopo due presidi ai passi Ombretta e Ombrettola mantenuti fino al 19 giugno.
Alpini del «Val Cordevole» occuparono il primo luglio la quota 2942 a lato di Cima Ombretta Occidentale e, nello stesso mese, anche quota 2554 di Vernale.
Dal 31 agosto il comando del battaglione passò al Cap. Luigi Nuvoloni in seguito a promozione ed altra destinazione del Magg. Sala.
La 266a compagnia si trasferì a presidiare le trincee di Passa Tasca (m. 3003) e del Sasso di Costabella fino al 30 settembre, mentre l’altra compagnia venne spostata verso la Marmolada.
La notte sul 5 ottobre il ten. Francesco Barbieri guidò un gruppo di arditi della 266 compagnia fino a pochissimi metri da quota 2761 di Costabella di Sinistra; al mattino le artiglierie batterono la posizione avversaria finché gli alpini balzarono all’assalto occupandola e facendo prigionieri più di cento nemici. Gli alpini erano diciassette, oltre al ten. Barbieri il quale, più volte ferito, morì alla fine dell’azione.
Con l’arrivo di altri due plotoni della stessa compagnia, gli alpini espugnarono subito dopo le difese a nord fino a quote 2540 e 2723.
Cima di Costabella e Forcella Laste vennero pure raggiunte due volte ma le munitissime posizioni austriache impedirono il consolidamento.
Anche la 206° compagnia attaccò senza esito il 6 ottobre la posizione nemica di Contrin-Haus, unitamente a reparti del 51° fanteria.
Il Btg. «Val Cordevole» ebbe il cambio e venne integrato il 21 ottobre dalla 276° compagnia di nuova formazione, entrando a far parte, dai 23 dicembre, del nuovo settore Marmolada-Costabella.

Btg. «Monte Pavione»

Con la puntata n. 4 abbiamo visto che il battaglione «Monte Pavione» è sorto proprio l’ultimo mese del 1915 col comando del Magg. Domenico Pozzi e le compagnie 148a e 149a oltre alla 95a successivamente ceduta dal «Feltre».
Dopo un periodo di addestramento a Feltre, il battaglione passò il 10 aprile 1916 per Tezze di Valsugana accantonandosi il successivo giorno a Pieve Tesino; dai 21 ottobre ebbe, a nuovo comandante, il Magg. Carlo Spelta.
In relazione ai ripetuti attacchi nemici nelle linee di S. Osvaldo, il «Monte Pavione» venne inviato nella zona, a Volto, subito attaccata da notevoli forze avversarie.
La 149a compagnia assaltò decisamente alla baionetta respingendo gli austriaci e subendo, tra altre perdite, la morte del S.ten. Augusto Storari di Verona.
Il «Monte Pavione» si attestò quindi tra Forcella Tesino e il Bivio Malene e tra Fierollo, M. Spiadon e a quota 2338 sulle pendici del Castelletto per sostituire successivamente, dall’11 giugno, il battaglione «Monte Rosa» al Tombolin di Caldenave e a Cima Rivetta.
Quota 2034 sul costone che da Tombolin porta a nord, venne conquistata alla baionetta e consolidata nei successivi giorni malgrado il sacrificio del Cap. Ettore Cavalieri.
L’anno 1916 si concluse per il battaglione «Monte Pavione» in opere di consolidamento della linea del Cengello (tra quota 2314 e q. 2444) avuta in consegna fin dai primi di settembre.

Btg. «Monte Antelao»

Nato a Mel alla fine del 1915, il Battaglione «Monte Antelao», comandato dal 14 aprile al 4 agosto dal Magg. Dante Celoria, visse intensamente il suo primo anno di guerra.
La compagnia 150a comandata da Luigi Reverberi (proprio Lui!) e la 151a erano formate da reclute; la 96a compagnia dei veci era comandata dal Cap. Carlo Rossi (altra figura di crescente rilievo) il quale comandò poi il battaglione dai 5 agosto al 14 settembre 1916 col grado superiore.
Le prime due compagnie si addestrarono per tre mesi tra Auronzo e Campo di Sotto.
La prima azione preparata fu quella prevista per la conquista della Croda di Ancona ma la sua attuazione venne successivamente sospesa per cui, il 26 aprile 1916, la 150a prese posizione a q. 3237 della Tofana 2° e gli altri reparti a Forcella Fontananegra, Tofana 1° e sul Doss della Tofana.
Durante la preparazione dell’attacco al Masaré, gli alpini del «Monte Antelao» rafforzarono le posizioni e garantirono le comunicazioni sulla strada tra Pocol e Falzarego.
Il 17 giugno un reparto della 96a compagnia occupò il così detto «vecchio osservatorio austriaco» posto sul costone che, dalla prima Tofana, va verso le Tre Dita; vennero scavate gallerie, stesa una teleferica, collocato un potente riflettore sulla Punta Giovannina, appostato un mortaio a Punta Marietta, trainati due pezzi da 210 a Forcella Fontananegra, messi in linea altri due pezzi da montagna, ed occupazione di altre posizioni avanzate, malgrado i ripetuti attacchi nemici tra i quali quello compiuto il 5 maggio da truppe scelte e ributtato dalla 150a compagnia di Reverberi.
Il nemico si trovava alle Tre Dita e sulla Nemesis (al centro del Masaré) con un posto avanzato a q. 2905 della terza Tofana.
La notte dell’8 luglio il Cap. Rossi fece addirittura suonare la piccola fanfara di compagnia, ma appena ebbe finito, cominciarono a tuonare le artiglierie alpine mentre il terzo plotone della 96a, agli ordini del ten. Venier, si portò verso il canalone della Nemesis sul lato settentrionale del Masaré; il primo plotone della 150a, col s. ten. Borella, si spinse invece nel lato meridionale.
Purtroppo infine la fucileria dei reparti mentre altri due plotoni della 96a compagnia e due della 150° si slanciarono al Masaré raggiungendo le posizioni nemiche; gli austriaci opposero strenua resistenza specialmente ai fianchi ma i reparti alpini li aggirarono mentre i nostri nuclei più avanzati dovettero sostare fino al mattino quando la lotta si concluse in un corpo a corpo favorevole ai nostri. Una parte degli austriaci si asserragliò in una caverna del Sasso Cubico dove vennero definitivamente dispersi.
Morirono i s. ten. Canciani e Burlot comandanti i plotoni della 150a, altri tre rimasero feriti; gli alpini morti nell’azione furono 24 e 70 i feriti: è stato il prezzo della conquista del Masaré.
Quasi contemporanea è stata l’azione contro la Nemesis, il pilastro ai quale termina il crestone della terza Tofana, sul versante settentrionale del Masaré.
La notte sul 9 luglio il ten. Carugati, alpinista accademico, salì sulla cima della Tofana 3° per studiare meglio la sottostante zona operativa; arrivò fino a due metri da una tenda nemica e poche ore dopo iniziò l’attacco alternando l’appoggio alla contemporanea azione condotta sul Masaré dal resto del battaglione.
Durò così fino al mattino; gli uomini di Carugati nascosero la mitragliatrice per non farla facilmente individuare e attesero occultati tra le rupi fino alla notte successiva.
Pochi giorni dopo Carugati ritornò sul posto disponendovi un nucleo di dieci alpini, mentre il 5 agosto lo stesso ufficiale scoprì il cammino del Masar Basso attraverso il quale gli austriaci raggiungevano la Nemisis; con il ten. Sabelli che morì due settimane dopo e il ten. medico Celli che pure cadde pochi giorni prima della fine della guerra, Carugati mise in fuga un primo nucleo che tentava di andare a rinforzo, e predispose un nostro posto avanzato (nella cengia poi dedicata a Sabelli) facendo tagliare i fili telefonici che pendevano dalla cima.
Col posto trincerato occupato il 15 luglio e l’interruzione dei rifornimenti e degli accessi, la Nemesis (ribattezzata Punta Carugati) dovette essere abbandonata dagli austriaci.
Più sbrigativa fu l’occupazione delle Tre Dita effettuata nella notte sul dieci luglio quando un gruppo di arditi dei Volontari feltrini si portò in posizione sopraelevata all’obiettivo, lungo il costone della prima Tofana, calandosi poi in cordata e portando con sé una mitragliatrice: gli alpini della 96a compagnia del btg. «Monte Antelao» attaccarono nel buio e i difensori austriaci, presi dalle due posizioni, dovettero arrendersi.
La notte dei 29 luglio 1916 iniziò l’azione diretta ad assicurare il libero accesso al Castelletto, dalla Val Travenanzes e alla quale venne incaricata la 96a compagnia di Rossi, appoggiata dalla 150a di Reverberi e da due sezioni mitragliatrici. Un posto di guardia nemico, posto sull’orlo nord del Castelletto, venne sopraffatto di sorpresa pur col sacrificio del s. ten. Brandimarte.
All’alba le due compagnie raggiunsero lo sbocco del canalone; il primo e secondo plotone della 96a si portò verso lo zoccolo della prima Tofana attaccando la trincea dell’«A Greca»; il 3° e 4° plotone girarono a sinistra disperdendo due pattuglie nemiche e, passato il Sasso Misterioso, si attestarono in attesa del concordato attacco del Btg. «Belluno» che doveva scendere alle spalle del trinceramento nemico.
La lotta si accese quindi accanita fino a notte inoltrata, permettendo al «Belluno» e alla 151a compagnia dell’«Antelao» di scendere per la fase conclusiva di sistemazione della linea occupata comprendente tutto il versante nord del Castelletto, compreso il canalone e la sottostante conca del Col dei Bos.
Nel corso delle operazioni morirono i s. ten. Fortini e Brandimarte mentre il Cap. Rossi venne ferito per la seconda volta, ma i contrattacchi nemici si protrassero inutilmente fino al 31 luglio.
Dal 5 agosto il comando del battaglione venne affidato a Rossi promosso poi maggiore per merito di guerra, ma l’eroico comandante dovette lasciare il reparto il 14 settembre a causa di una terza più grave ferita per cui la guida dell’«Antelao» venne assegnata, con decorrenza dal 4 ottobre, al Cap. Umberto Dedini.
Dopo l’ottenuto cambio col «Belluno» il battaglione «Monte Antelao» si era trasferito a Vervei e quindi a Crepa e, dal 21 novembre, a Cima Falzarego ad affrontare il terribile inverno.

Btg. «Monte Pelmo»

Abbiamo visto che il Battaglione «Monte Pelmo» venne costituito il primo dicembre 1915 con le iniziali compagnie l46°e 147° addestratesi fino a metà aprile 1916 a Belluno quando ebbe, ad integrazione, la 106° compagnia di «veci» proveniente dal Battaglione «Belluno».
Verso la fine di luglio il battaglione si accantonò a Vervei, nel settore di Val Costeana, portandosi in linea a Passo di Falzarego dal 12 al 14 maggio per passare poi in trincea a Forcella e a Col del Bois partecipando alle predette operazioni di luglio per l’occupazione del versante orientale della Val Travenanzes e concorrendo altresì all’azione contro il Castelletto della prima Tofana.
Il battaglione «Monte Pelmo», comandato sin dalla costituzione dal ten. col. Attilio Bernasconi, contribuì particolarmente a respingere un contrattacco nemico subito dopo il consolidamento a Forcella Bois e a fare da rincalzo ai btg «Belluno» e «Antelao» al Sasso Misterioso dove la sera del 30 luglio partecipò a frenare una nuova forte azione austriaca.
Sempre con detti battaglioni, il «Monte Pelmo» fu in lotta per assicurare la conquista della posizione nemica della Wolf Glanwell Hutte e la mulattiera che, dalla Forcella Grande di Fanis porta in Val Travenanzes.
L’attività del battaglione fu estesa all’occupazione delle pendici sud-ovest di quota 2760 (salto del Masaré) del Gradino di Cima Falzarego e delle pendici del Grande Lagazuoi, e all’ampliamento delle posizioni di Col del Bois, nel breve arco di tempo tra il 20 agosto e metà settembre.
Come pure per gli altri reparti, anche il battaglione «Monte Pelmo» si attestò nelle posizioni raggiunte per affrontare il rigido inverno, in difesa continua contro le insidiose valanghe e in opere di consolidamento delle trincee e dei rifugi.

(continua)