Storie dei nostri veci

ERMINIO BURIOLA e ANTONIO CEI


Maggio 2007

ERMINIO BURIOLA non ha una stele nel Bosco di Cison e ANTONIO CEI viene ricordato in una struggente lettera. E’ viva la memoria del loro sacrificio e di quello di tanti Alpini

In una numerosa famiglia (12 figli dei quali 6 artiglieri ed un fante) Erminio Buriola nacque a Sacile nel 1919. La sua famiglia si trasferì ad Orsago nel 1925.

Arruolato come artigliere alpino della 15° batteria del Gruppo Conegliano partì per il Fronte Greco-Albanese nell’ottobre del 1940. Ritornato dall’infida campagna contro i Greci, dopo pochi mesi venne inviato sul Fronte Russo ove come molti suoi commilitoni trovò la morte.

Le ultime sue notizie arrivate ai famigliari risalgono al 10 gennaio 1943.

Il Gruppo Alpini di Orsago e i famigliari di Erminio avrebbero voluto che venisse posata la stele con il suo nome lungo i sentieri del Bosco delle Penne Mozze. Egli si può certo considerare trevigiano a tutti gli effetti, ma essendo nato a Sacile viene meno a quella regola dello Statuto dell’ASPEM che impone siano presi in considerazione solamente quei caduti nati in Provincia di Treviso. Dovendo perciò rispettare questa regola, l’ASPEM con dispiacere è stata costretta a non assolvere alla richiesta.

Erminio è comunque idealmente rappresentato al Bosco perché la Sezione ANA di Pordenone, tra le prime a farlo, ha voluto far affiggere la propria targa sulla stele monumentale ricordante tutti gli altri caduti. Di Erminio Buriola, di Antonio Cei (di cui riportiamo in queste pagine una significativa testimonianza) e del sacrificio della loro giovane vita, rimane ancora nitido il ricordo. Perché non sia stato del tutto invano, impegniamoci a rivalutare il valore della Patria e del rispetto per la propria e dell’altrui vita.

Renzo Sossai

Riportiamo qui a fianco a lettera inviata ai familiari e alla fidanzata di Antonio Cei da Manlio Mazza, commilitone di Mario, che ne traccia un profilo umano toccante e carico di bontà. Antonio Cei era nato ad Orsago il 29 ottobre del 1920. Soldato del 7° Reggimento Alpini, dopo aver preso parte alla campagna di Grecia, fu fatto prigioniero e deportato in Germania dove soffrì di stenti e privazioni. Tornato a casa malato, Antonio Cei trascorse lunghi periodi in vari ospedali, concludendo la sua sofferenza all’Ospedale Sacca Sessola di Venezia nel settembre del 1951.

(R.S.)