M.O. ALDO FANTINA

Aldo Fantina nacque a Paderno del Grappa l’1 settembre 1915 e studiò al Collegio Cavanis di Possagno e al Collegio Filippin conseguendo poi a Zara la maturità classica con medaglia d’oro di «maxima laude» del Ministero dell’Istruzione per essere stato il migliore allievo.
Iscritto per due anni alla facoltà di lettere dell’Università di Padova, Fantina si laureò nel 1937 a Roma reiscrivendosi poi alla facoltà di giurisprudenza presso lo stesso Ateneo.
Nel 1939 Fantina fu al corso allievi ufficiali alpini a Bassano del Grappa e, dopo un breve periodo di congedo, venne richiamato ed assegnato ai 9° Reggimento.
Quando si accese il conflitto in Grecia, Fantina era in viaggio di nozze a Udine con la giovane sposa Teresa Fabris, ma quando vide gli alpini passare si unì ad essi raggiungendo Lecce; partì in aereo per Valona, balzò sul primo autocarro diretto al fronte ed ottenne in tal modo il passaggio all’8° Alpini già impegnato nella lotta.
Fin dal 5 novembre sostenne i primi scontri col nemico.
Rimasto per vari giorni isolato con pochi alpini e ritenuto ormai morto o catturato, Aldo Fantina progettò e portò felicemente a termine un audace impresa che gli valse la ricompensa della MEDAGLIA D’ARGENTO sul campo con la seguente motivazione:
«Ufficiale di provato valore, sempre si offerse volontario per le più rischiose imprese. Alla testa del suo plotone, attaccò di notte, con ardita azione di sorpresa un accampamento nemico, scompigliando e volgendo in fuga il reparto che l’occupava, catturando due prigionieri e numerose armi automatiche. In altra occasione, contrassaltando con estrema decisione ed irruenza, contribuiva a riconquistare e mantenere una importante posizione perduta da altra truppa.
Ciaf a Martes 2-4 dicembre 1940; Barci 11-14 dicembre 1940 ».
Nel febbraio 1941 si costituì il reparto Arditi Alpini del Battaglione «Val Fella» ed egli, che aveva già comandato e superbamente addestrato il reparto arditi del «Val Pescara», chiese ed ottenne di comandarlo.
L’8 marzo il battaglione, con in testa il reparto di arditi comandato da Fantina, si lanciò all’attacco dei Monte Golico.
Trascinato dal suo impeto il giovane ufficiale trevigiano si trovò solo sul trincerone nemico e venne colpito ad un braccio e ad una gamba da una granata; raggiunto dagli alpini li continuò ad incitare e ripartì all’assalto; una bomba a mano lo colpì al viso e cadde subito risollevandosi, lanciò una bomba e con un estremo grido di incoraggiamento troncato da un ultimo colpo di fucile, cadde per sempre.
Alla Sua memoria venne conferita la MEDAGLIA D’ORO al V. M. con la seguente motivazione:
«Comandante di un plotone assaltatori, alla testa dei suoi arditi, balzava per primo nella trincea avversaria. Ferito in più parti del corpo da numerose schegge di bombe a mano non si curava di farsi medica re, rimanendo sulla posizione conquistata.
Colpito una seconda volta gravemente alla testa ed al torace, continuava a rincuorare i suoi alpini, finché un colpo di fucile, sparatogli a bruciapelo, lo faceva cadere mortalmente ferito,
Monte Golico (fronte greco) 8 marzo 1941».
Aldo Fantina era partito da pochi mesi dall’Italia e, il 28 luglio 1941 — dopo quasi cinque mesi dalla sua morte — gli nacque la figlia che in Sua memoria venne battezzata Alda.
Sepolto al cimitero di Tepeleni, sotto una rozza croce di legno, accanto al fraterno amico pure pluridecorato Alberto Raho di Treviso, Aldo Fantina è ritornato dopo oltre vent’anni per riposare nella terra natìa.
L’Università di Padova concesse alla memoria di Aldo Fantina — dottore studente — la laurea «honoris causa» in giurisprudenza e la stessa città del Santo gli dedicò dieci anni or sono una delle vie principali. Anche un’aula della Scuola Magistrale di Padova dove la figlia Alda era allora iscritta al primo corso, venne pure dedicata alla M.O. Fantina e una lapide con fotografia e la riproduzione della massima ricompensa al valore Lo ricorda in quella fucina di educatori.