Sessant'anni di Fiamme Verdi


Luglio 2021

Il Colonnello Romeo Tomassetti si appresta a lasciare il comando del 3° Reggimento Artiglieria da montagna dopo tre anni intensi di missioni ed esercitazioni. Vista l’amicizia che ci lega gli ho chiesto di  fare un resoconto per noi, soci della Sezione di Conegliano, di questo suo impegno. Pubblichiamo con grande piacere questi suoi pensieri, per noi e per tutti quelli come me, che hanno avuto la fortuna di conoscerlo di condividere con lui delle emozioni ma soprattutto di aver avuto la fortuna di trovare un vero amico. 

CON GLI OCCHI DI OGGI

“Come stai?”… Si tratta di una domanda semplice, spesso una formalità per rompere il ghiaccio e passare immediatamente all’argomento successivo, quello serio, quello importante, quello per il quale ci si incontra veramente. Eppure quella domanda, se posta correttamente, prelude ad una interazione di prossimità, ad una relazione.

In questi anni ho impostato l’azione di comando alla capacità di creare relazioni. Ho ascoltato molto. Ascoltavo parole. Ho ascoltato silenzi. Ho interpretato sguardi. Ma principalmente ho dato spazio a storie personali.

Dare importanza alle storie, significa riconoscere il valore di una persona, conferirgli dignità. Ho incrociato tanti giovani, tutti diversi. Ho cercato di attagliare le opportunità professionali del ventaglio di sviluppo delle risorse umane del reggimento alle caratteristiche degli uomini e delle donne che avevamo davanti. Il nostro compito, il mio e quello dei miei collaboratori, in questi anni, è stato quello di individuare talenti, indirizzarli, formarli e farli crescere e “donarli” alla Forza Armata, allo Stato. In questo modo abbiamo creato filiere di competenze distintive pregiate che ben presto si sono rivelate dei veri e propri “volani” di capacità in grado di drenare nuove risorse e metterle in circolo, di divenire benchmark per tanti altri giovani artiglieri pronti a mettersi alla prova per crescere in settori del tutto nuovi, inesplorati, innovativi, spesso di nicchia. Così sono nati progetti importanti che, con un approccio bottom-up, hanno coinvolto tutte le Truppe Alpine e anche altre articolazioni della forza Armata,testando e aggiornando sistemi, equipaggiamenti, mezzi e implementando modalità d’impiego delle capacità di artiglieria, in contesti pluriarma e interforze, in montagna.

Abbiamo sperimentato molto, ogni esercitazione, anche la più marginale, condotta a volte con pochissimi specialisti, diventava test-bed per verificare sistemi e valutarne possibili evoluzioni a breve-medio termine, mediante semplici adeguamenti tecnologici.

In questo modo, abbiamo lasciato che i Montagnini del Terzo guardassero l’Artiglieria e la montagna “con gli occhi di oggi”. Le idee non hanno grado ed in questi anni, grazie a tutti loro, ne abbiamo realizzate molte: la digitalizzazione dei BV206 Posti Comando, la sperimentazione di nuovi sistemi per il targeting terrestre, le nuove procedure d’impiego dell’obice 105/14, la “cooperazione spinta” con il Comando Artiglieria e con l’Aeronautica (2° Stormo e Scuola di Aerocooperazione) che ci ha consentito di essere apripista nel settore Battle Space Management, Joint Targeting, Joint Terminal Air Control (JTAC), nei progetti di “rivitalizzazione dell’Artiglieria terrestre”, nell’adeguamento tecnologico di piattaforme di precedente generazione ancora in servizio come il progetto di adeguamento tecnologico del BV206 logistic carrier o la realizzazione e la sperimentazione delle slitte per il traino di mortai e obici 105/14 su terreni innevati. Abbiamo qualificato giovanissimi istruttori di roccia e di sci. La nostra squadra soccorso è tra le più giovani, competenti e affiatate delle Truppe Alpine. La prima donna JTAC delle Forze Armate è del Terzo da montagna, ma questa è una curiosità. La notizia è che si tratta anche della più giovane JTAC, per età e grado, delle Forze Armate. Abbiamo lavorato gomito a gomito con l’Università per cercare di valorizzare anche al di fuori dell’ambito militare le pregiate professionalità degli uomini e donne delle Truppe Alpine. Sono stati anni in cui è stato possibile percepire il gap e condividere la consapevolezza dell’urgenza del cambiamento, dell’innovazione, nella convinzione di poterne essere parte o, forse,“sognare” di esserne artefici. Con grande umiltà e generosità.

Quando un ambiente è fecondo, quando si sente il dovere di “prendersi cura” del piccolo ambito di responsabilità affidato, quando il coraggio ti spinge ad agire e non aspettare gli eventi, quando la professionalità è di livello, ma soprattutto quando le competenze distintive sono “ridondanti e diversificate”, anche un evento imprevisto e totalizzante come la pandemia da COVID-19 diventa terreno di sfida e confronto propositivo per una compagine coesa. Il reggimento è stato protagonista nella identificazione delle più adeguate procedure e nella condotta delle sanificazioni sul territorio in tutto il Triveneto. Attività che, sono certo, hanno contribuito a ridestare il sentimento di appartenenza nazionale e di fiducia nella Forza Armata, nello Stato e instillato l’idea di resilienza già durante la prima ondata pandemica. L’Esercito c’è stato: versatile, competente, capace, pronto. Il Terzo da montagna era tra i primi, con la gente e per la gente.

Sembra strano legare innovazione, capacità di adattamento e professionalità alla grande umanità e alle relazioni che contraddistinguono da sempre i nostri Montagnini. Nel mio piccolo, ho cercato di individuare la “scintilla negli occhi” quando parlavo con i ragazzi, di librarmi con il loro entusiasmo e dar forma ai loro sogni: “innanzitutto pensa, poi sogna, in terzo luogo credici e alla fine… osa!”. E’ stato per me un privilegio poter sognare, e realizzare idee, insieme a loro. In tutto questo, rendo però merito al Comandante delle Truppe Alpine, che ha creduto in tutti noi, che ci ha supportato, spronato e… sorriso. Lo ammiro molto. Credo certi risultati non possano essere figli che di alchimie di relazioni umane e professionali che si realizzano in certi contesti e in determinati momenti.

Sono stato un Comandante fortunato, sono grato alle Truppe Alpine ed ai miei uomini e donne per tutto ciò che è stato possibile realizzare per la Forza Armata e i cittadini. Sono grato al Comandante per la grande fiducia accordata e ai miei colleghi Comandanti di reggimento della Brigata Alpina“JULIA” per l’ amicizia e lo spirito collaborazione, a quelli della “Taurinense” per il confronto di idee e la stima.

Sono grato al Territorio, ai tanti Amministratori che, dal Friuli al Veneto (Conegliano in primis) alla Lombardia al Piemonte, hanno intrecciato con noi relazioni di collaborazione in diversi campi, sincera Amicizia e stima reciproca.

“Come stai?”… è la domanda che bisogna imparare a porre e che è alla base delle relazioni umane, ma ancor più importante è saper ascoltare con attenzione la risposta per riconoscere e far maturare le professionalità di domani

Grazie a tutti.

“Nobis Incedentibus rupes ruunt”

Romeo Tomassetti