PARIGI


Dicembre2019

TERZO RADUNO DEGLI ALPINI IN EUROPA

Quei due giorni a Marcinelle, quattro anni fa, rimangono indelebili nella mia memoria, una delle esperienze più intense ed emozionanti di tutta la mia datata militanza in seno all’Associazione Alpini.
Quei giorni prendeva corpo una grande novità per le nostre Sezioni del continente europeo: le penne nere del Belgio organizzavano il primo Raduno degli Alpini in Europa. L’incontro nel 2015 a Marcinelle fu un grande successo, molto coinvolgente, ricco di emozioni e di fraternità alpina e apprezzato da tutti. Notevole fu la partecipazione di delegazioni provenienti dall’Italia, il miglior stimolo per continuare su questa strada. Si decise quindi di riproporlo su base biennale.
Perfino il cielo, sopra Marcinelle, quel giorno sembrava felice nel vedere le penne nere d’Europa radunate nei pressi della tristemente famosa miniera, quel cielo di solito triste e uggioso da quelle parti. Ci trovavamo lì per rendere onore ai morti, per celebrare la dignità di un popolo di emigranti, fieri della loro Patria di origine e del cappello indossato al suo servizio.
262 furono i morti nella tragedia della miniera, di cui 136 italiani e, di questi, 56 alpini.

In viaggio verso la Francia per il terzo raduno ANA d’Europa (la seconda edizione si è svolta due anni fa a Petrosani in Romania) mi chiedo se le mie emozioni saranno le stesse, se troveremo la stessa accoglienza che ci hanno riservato gli emigrati del Belgio, quei nostri fratelli che noi non abbiamo mai dimenticato, gli alpini che, ripreso lo zaino in spalla, sono partiti per la seconda naia, in una terra straniera, costretti a tanti sacrifici, una esistenza durissima quanto quella, almeno nei primi anni, dei nostri soldati in trincea, dove la solidarietà contava più della vita.

L’appuntamento è fissato per giovedì 19 settembre presso l’Hotel Excelsior di Parigi, dove siamo alloggiati di fronte all’antica università della Sorbona. Ad attenderci c’è il presidente nazionale Sebastiano Favero, il vicepresidente Lorenzo Cordiglia, il delegato alle Sezioni estere Marco Barmesse, il consigliere nazionale Gianmaria Gervasoni e il presidente della Sezione Francia Daniele Guenzi.
Il mattino successivo partiamo presto per raggiungere Soupir, un paesino di 320 abitanti che dista 120 km da Parigi, dove si svolgerà la cerimonia di commemorazione al cimitero militare italiano.
Ad accoglierci a Soupir nella piazzetta del paese c’è il viceconsole Caterina Arena, in rappresentanza dello stato italiano, con l’addetta consolare Silvia Martini, il sindaco del paese, Evelyne Libregs, il sindaco di Ostel, Didier Niquet e i bambini della scuola del paese.
Si dà inizio alla cerimonia commemorativa con l’alzabandiera, gli inni nazionali francese e italiano e la deposizione floreale al monumento dei caduti di Soupir. Si prosegue quindi con una sfilata di un chilometro per raggiungere il cimitero italiano, accompagnati dalla fanfara alpina della Sezione di Ivrea e la presenza dei vessilli sezionali di Francia, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Conegliano, Verona, Bergamo, Novara, Salò “Monte Suello”, Piacenza, Asti, Ivrea, Alpi Apuane Massa Carrara, La Spezia, Abruzzi e i gagliardetti dei Gruppi Slovacchia, Mulhouse, Nilvange, Parigi, Stoccarda, Francoforte, Hinault, Bourinage, Liegi, Cerchio, Grezzana, Bovolone, Azzago, Sesta Godano, Oleggio, Bagnone, Ronco Scrivia, e Fontevivo. A seguire numerosi alpini, cittadini francesi e italiani.
Il cimitero italiano di Soupir, custodisce le spoglie di 592 soldati italiani morti nell’autunno del 1918 in una sanguinosa battaglia durata 19 giorni. Nel settembre 1921 in questo cimitero è stata inaugurata un’opera in bronzo voluta dai famigliari delle vittime. Don Gianni Bordignon benedice le lapidi e i presenti, sulle note del coro sezionale di Massa Carrara e degli amici della sezione Belgio.
Si ritorna poi in corteo nella piazza del paese dove viene inaugurato il monumento all’alpino: un cappello alpino postato in due canne di marmo di Carrara, primo monumento dedicato alle penne nere in territorio francese. Il sindaco di Soupir ricorda nel suo intervento che la cerimonia di oggi è un messaggio di pace e di amicizia per fare in modo che i nostri figli e i figli dei nostri figli non conoscano mai l’orrore della guerra.
Il presidente della sezione ANA Francia, Daniele Guenzi, ricorda che la presenza oggi di tanti alpini arrivati da tutta Europa a Soupir ha permesso di far conoscere questo paese come luogo della memoria. Il presidente nazionale Favero, molto emozionato, parla dei valori fondamentali degli alpini sia in guerra che soprattutto in pace, ricordando che l’inaugurazione del monumento è un segno di amicizia che durerà nel tempo.

Una scenografia piena di colori e guizzi di vita, stante anche la presenza di numerosi bambini delle scuole, un garrire di bandiere italiane, di vessilli, uniti nel denominatore comune del nostro cappello, quasi a risvegliare un senso di appartenenza e di coinvolgimento di chi non è abituato alle nostre cerimonie.
Questo sono gli alpini d’Europa, con gli alpini d’Italia che non hanno mai perso di vista i loro amici d’Oltralpe, uniti nella comune memoria per i propri Caduti e le proprie origini.
Grande la mia emozione quando ho notato con quanta curiosità alcuni emigrati venivano a leggere i nomi sui gagliardetti o sui vessilli per trovare magari il loro paese o uno vicino e chiedere informazioni dell’Italia. Ma forse l’emozione più grande è constatare che, ovunque tu vada, oltre le Alpi o al di là dell’Oceano, c’è sempre un pezzo d’Italia.
Il prossimo Raduno degli Alpini in Europa tra due anni a Monaco, Germania.
Grazie Francia, grazie Italia, W la Francia, W l’Italia, W gli Alpini.

Giuseppe Benedetti