MUSEO DEGLI ALPNI


Agosto 2017

La mostra al Museo degli Alpini
Dall’Isonzo al Piave, la memoria

Per tutti, la Grande Guerra è quella del 15-18, denominata così dall’anno in cui l’Italia è entrata in guerra e da quello in cui si è concluso il conflitto.
Cento anni sono trascorsi da quel 1917 che ha segnato per l’Italia la più grande sconfitta, ma anche, con le successive battaglie sul Piave e sul Monte Grappa, che da allora sono diventati simboli della volontà di riscatto e dell’amor di Patria, l’anno della riscossa con l’esercito italiano attestato sul Montello.
Il 1917 è l’anno di Caporetto, certo, simbolo della più grande disfatta militare, ma anche quello in cui le truppe italiane fermano l’avanzata, che era sembrata inarrestabile, di un nemico dotato di forze e mezzi preponderanti e teoricamente invincibile.
Chi, soprattutto tra i più anziani, non ha mai cantato o sentito suonare la canzone del Piave e quella del Grappa? Ma dietro una narrazione, a volte enfatizzata, sul valore dei soldati italiani, innegabile in quei momenti, c’è la sofferenza di uomini in armi, che, pur sfiancati da due anni di guerra in trincea, nonostante i non pochi errori degli stati maggiori, hanno saputo resistere su una linea ideale che rappresentava per tutti l’ultimo baluardo di quella giovane Italia dei diversi paesi e costumi che ciascuno dei soldati volle difendere.
E non vanno dimenticati, in quel terribile anno 1917, ricordato come l’anno della fame, la penuria di cibo, la sofferenza delle popolazioni delle terre occupate dall’esercito austro-ungarico invasore, letteralmente deportate e costrette ad abbandonare i propri beni, La mostra al Museo degli Alpini Dall’Isonzo al Piave, la memoria spesso senza una prospettiva certa di ritorno. O la vita di stenti di chi aveva deciso di rimanere a vivere nelle proprie case sotto l’occupazione nemica.
Tutti vivevano con la pena di un padre, un marito, un fratello, un parente al fronte, che aveva privato la famiglia delle braccia necessarie al lavoro, prevalente, dei campi.
Il Museo degli Alpini di Conegliano vuole ricordare quella guerra, come ha già fatto per i due anni precedenti, e quell’anno così terribile e che ha cambiato le sorti dell’Italia.
Andando a visitare le sale del museo, aperto il sabato e la domenica pomeriggio, dalle 15 alle 18 (la mostra è aperta fino al 10 dicembre 2017), sarà possibile ripercorrere la storia delle battaglie combattute sull’Isonzo, sull’altopiano della Bainsizza fino a quelle sul Piave e sul Grappa.
Nella mostra “Ricordami, sulle tracce degli alpini” si potranno vedere le condizioni in cui furono costretti a vivere i nostri soldati, soprattutto in montagna.
In una sala del museo viene ricordato Ugo Cerletti, coneglianese, capitano medico degli alpini. Di lui si ricordano alcune invenzioni ad uso militare, dalla tuta mimetica alla spoletta a scoppio differito.
Una mostra che vale la pena andare a visitare e che può stimolare ad andarsi a leggere i tanti libri di storia e di racconti che hanno illustrato quella guerra, definita grande.

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