Commemorazione di Toni Covre


Dicembre 2016

Sabato 2 luglio. Il gruppo alpini di Gaiarine, il coro sezionale Bedeschi e la Sezione di Conegliano hanno organizzato una serata di letture, canzoni alpine e immagini dedicandola a Toni Covre nel quinto anniversario della sua scomparsa.
La data fissata per l’evento è coincisa con la partita della nazionale contro Germania. Questa si è rivelata una iattura perché la partecipazione è stata ridotta soprattutto da parte degli uomini. Malgrado ciò in platea al D.Orsi c’erano oltre un centinaio di persone.
Erano presenti il vice presidente sezionale, in quanto G. Benedetti era in Germania, Nino Geronazzo e tanti altri. Notevole la partecipazione della signore forse in rappresentanza dei propri mariti impegnati di fronte al televisore.
Se posso inserire in questa cronaca una considerazione personale devo precisare che io stesso ero tentato di evadere dall’impegno come tanti altri. Sono stati i commenti dei giornalisti in televisione e nei giornali che hanno chiamato i giocatori della nazionale, solo per aver superato gli ottavi, i nostri eroi. I nostri eroi - mi sono detto – eroi strapagati per aver vinto due partite! E allora persone che hanno vissuto le tragedie di questo paese nel silenzio, per dovere, per poi emigrare appena finita la guerra per lavorare, cosa sono costoro?
Se la memoria collettiva va spenta, per i giovani soprattutto, non ci potrà essere senso civico, fratellanza e aiuto per quella parte della società che ne ha bisogno.
Sono andato alla commemorazione felice e tornato emozionato.
Giorgio Visentin ha ripercorso con tanti particolari la vita di Covre; la proiezione di immagini della Ritirata e le foto dell’attendente di Bedeschi hanno dato ancora maggior risalto alla figura dell’uomo e alpino di San Fior.
Simone Carnielli con la sua voce piacevole ha dato senso alle pagine scritte da Bedeschi in “centomila gavette di Ghiaccio”, in particolari quando descriveva, il medico – alpino, il suo attendente, l’unico di tutto il libro chiamato con il suo vero nome.
Il coro eccezionale per bravura e sensibilità è stato ottimamente diretto da Simonetta Mandis.
Alla fine dopo numerose cante è stato chiamato a parlare Giovanni Lugaresi giornalista e scrittore, amico degli alpini e cantore delle loro gesta in tempo di pace, in libri e riviste.
Lugaresi ha sintetizzato in breve la figura di Bedeschi scrittore.
Sono salite poi sul palco fra gli applausi la moglie, i figli di Toni e una nipote di Bedeschi.
All’esterno del teatro c’è stata la consueta bicchierata alpina.
In quel momento la nazionale ha pareggiato. Gli “eroi” si sono poi apprestati ai tempi supplementari, ai rigori di seguito e a ritornare a casa con le pive nel sacco, da EROI moderni certamente.
Il povero Covre dopo la guerra prese la valigia di cartone e andò emigrante in Belgio prima e in Argentina poi. Dopo vent’anni dai sacrifici della ritirata il libro di Bedeschi arrivò in sud America, Covre contattò il suo tenente e grazie a lui poté trovare un lavoro e ritornare in Italia.

Luigino Bravin