TRIVENETO A CONEGLIANO


Luglio 2015

Un ricordo indelebile

di Giuseppe Benedetti

Resterà nel nostro ricordo, negli annali della nostra Sezione e, mi auguro, nel pensiero di tutti i Coneglianesi il Triveneto che abbiamo organizzato per celebrare il 90mo di fondazione.

Conegliano. La città non ci ha accolto impreparata, da più di un mese mille bandiere sventolavano dal Piave al Meschio. Ci ha accolto e si è lasciata trasformare in città verde-alpino nelle strade, nelle piazze, nei balconi, nei negozi, nei portici.

D’altra parte la storia della nostra Sezione si è sempre intrecciata con la storia di questa città e del suo territorio, perché è grande l’attenzione che noi dedichiamo alla nostra terra. Così come succede nei nostri Gruppi, dove l’attaccamento delle penne nere alle loro comunità e alle loro tradizioni fa sì che non si possa parlare della realtà del paese senza parlare degli alpini. Vivere la nostra terra e la nostra gente. E l’affetto, il consenso e la stima di cui ci sentiamo circondati è ciò che più ci gratifica e ci spinge a continuare nel nostro impegno.

E' stato il “raduno dei centomila”, erano presenti i presidenti emeriti Perona e Parazzini e il Direttivo Nazionale quasi al completo, tutte le Sezioni del Triveneto con i loro Gruppi, ma non mancavano vessilli e gagliardetti di altri Raggruppamenti, da Aosta alla Sicilia, Sezioni amiche, Gruppi gemellati. A ricordare che la nostra è anche la storia di uomini capaci di rimboccarsi le maniche e mettersi in prima linea per venire in soccorso a chi è in difficoltà, anche oltre i nostri confini.

Abbiamo ancora una volta avvertito la vicinanza di tutte le Istituzioni amministrative, civili, militari, e potuto contare sulla collaborazione di forze dell’ordine, polizia locale, protezione civile, associazioni d’arma in congedo.

Rivedo i giovani con la fiaccola portata dal Bosco delle Penne Mozze, gesto di grande affetto nei confronti dei nostri alpini Caduti in terre lontane, a significare che il ricordo del loro sacrificio non si affievolisce nel tempo.

Risento il grido appassionato con cui in piazza Cima il nostro presidente nazionale ha ricordato ai nostri politici che c’è una schiera di persone (si riconoscono dal cappello verde con penna nera) pronti a intervenire quando qualcuno li chiama, ma qualcuno li deve chiamare.

E la messa in duomo, dove nessuno riusciva più a entrare, il concerto serale all’Accademia, quando per motivi di sovraffollamento abbiamo dovuto chiudere le porte, la festosa baraonda della notte verde, quando era impossibile muoversi nelle vie del centro, le fanfare schierate a mezzanotte sulla nostra (sì, nostra) scalinata per l’inno nazionale cantato da tutta una città.

Rivivo la lunga sfilata più o meno bagnata di una valanga di penne nere con i loro messaggi di pace e di impegno.

Un alpino centenario che sfila accompagnato dal nipote è come un passaggio di consegne, è la continuità, un filo che lega le vecchie alle nuove generazioni di penne nere. Quel filo invisibile chiamato “Alpinità”, quel comandamento che ci guida nel quotidiano, quel valore che ci riempie la vita, quella qualità morale che tutto il mondo ci riconosce, quella parola che in sé ne riassume altre: lealtà, generosità, coraggio, solidarietà, amore per il bello e per i sani piaceri della vita.

Ringrazio tutti coloro che con il loro lavoro hanno reso possibile le manifestazioni del 90mo, ricordando che per quest’anno sono programmati altri appuntamenti. Il successo del nostro Triveneto contribuirà senz’altro a convincere il CDN che la nostra terra è pronta a ospitare l’Adunata del 2017. In tanti momenti abbiamo fatto fatica a contenere il nostro orgoglio. E anche la nostra commozione. Perché, come ha detto il vescovo in duomo, gli alpini sembrano uomini rudi ma poi… poi anche sulla gota più rude del vecio più vecio può partire una lacrima quando un coro intona una canta alpina o una fanfara parte col “33”. Perché per un alpino è difficile tenere il distacco, e perché un giorno si diventa alpini e poi si resta alpini per sempre.


All'adunata Alpina per il Triveneto di Conegliano il 14 Giugno 2015 ho visto anche questo.
Anche a piedi scalzi, pur di non mancare alla sfilata con i suoi alpini. Viva, viva il Sindaco.