PENNE MOZZE


Settembre 2014

LA MEMORIA DEL BOSCO

E' sempre emozionante il Bosco delle Penne Mozze. Anzi e sempre più emozionante. Sarà che gli anni passano per tutti e, a mano a mano che passano è sempre più facile commuoversi davanti a una lapide, alle note dell'inno nazionale o a quelle del signore delle Cime, ma stavolta al bosco c'era di che emozionarsi davvero. Claudio Trampetti, assente lo scorso anno, stavolta c'era. Forte, convinto, certamente emozionato, ha dato voce fin che ha potuto al suo ruolo di presidente del Bosco delle Penne Mozze. Poi ha lasciato allo speaker ufficiale concludere il suo discorso, con i ringraziamenti, riservati soprattutto a chi ha lavorato alla sistemazione del Bosco e a chi accoglie i visitatori durante tutto l'anno. Poi un grazie alle autorità, al consigliere nazionale Renato Genovese in rappresentanza del presidente Favero, ai presidenti sezionali, alle altre autorità e ai presenti. Alla vigilia del Centenario della Grande Guerra, su quella terra di acque e di roccia, dentro quel monumento vivente che ricorda i tanti alpini caduti sui fronti di guerra, si fa presto a emozionarsi. Ed è bello sentire le corde del cuore battere per queste emozioni. Emozioni che, come ha ricordato l'oratore ufficiale della manifestazione, Bruno Fasani, servono a noi e alla società in cui viviamo.
Sono saliti in tanti quest'anno al Bosco. E la prima domenica di settembre, a Cison di Valmarino, insieme a tante penne nere è salito anche il direttore de L'Alpino Bruno Fasani, che ha pronunziato l'orazione ufficiale e, vestiti i panni di Monsignore, ha officiato la messa. L'intervento di Bruno Fasani ha scosso i tanti alpini giunti a Cison. Ha esordito dichiarando la sua emozione di essere al Bosco, ma poi, dopo i saluti è andato dritto al sodo. "La prima volta che sono venuto a visitare questo luogo mi è venuta spontanea questa riflessione: Questo è un luogo mistico, cioè un luogo dove si respira il mistero. Salendo e sentendo quasi come una colonna sonora di sottofondo il rumore discreto del ruscello, qui c'è la presenza dei nostri morti e i nostri morti stanno bene qui, hanno trovato finalmente la pace, qui il loro spirito è vivo e ci parla". "Veniamo qui per non perdere l'abitudine a pensare" - ha aggiunto Bruno Fasani, che ha poi sviluppato il suo ragionamento sulla società in cui viviamo: una società del vedere, dove non si pensa più, una società che rischia di perdere l'abitudine a pensare. "Se non raddrizziamo le storture di questa società rischiamo di trovarci nelle condizioni dell'inimicizia, dell'intolleranza che hanno portato alle guerre. Quello che vediamo oggi in Medio Oriente è a ricordarci che l'uomo è lupo dell'uomo. Papa Francesco l'ha detto: stiamo vivendo una guerra mondiale a spicchi e se non si raddrizza la storia rischiamo di ricadere negli errori del passato".
Poi i compiti per casa. Bruno Fasani ha parlato agli amministratori, presenti numerosi al Bosco e alle famiglie.
Agli amministratori ha detto di non dimenticare la dimensione culturale della gente: "non sarà solo l'economia a risolvere i problemi della gente dei nostri paesi; la prima soluzione è avere nella gente principi sani perché solo con una cultura sana avremo una società sana. La dimensione culturale, che non costa gran che, dovrebbe essere uno dei primi ambiti degli amministratori: la cultura è quella che ci permette di uscire dalla tentazione della barbarie, dell'intolleranza, delle divisioni e delle spaccature".
Un secondo compito Bruno Fasani l'ha dato alle famiglie: "Aiutate le nuove generazioni ad avere una memoria. L'epoca digitale ci rende tutti velocissimi. e' la tentazione della fretta, la tentazione del non pensare. Non è importante che si sappia tutto della prima o della seconda guerra mondiale, è importante che si sappia che se non si vive bene, le guerre si faranno ancora, che il bene di tutti non è un problema dei politici di Roma o del sindaco, il problema di una società che funziona è il problema di tutti e comincia nelle case e nelle famiglie. La soluzione non è: tutto quello che serve a mio figlio lo si può comprare; quello che serve alle nuove generazioni è una coscienza per dei cittadini che dovranno impostare un domani nuovo".
Fasani ha poi parlato positivamente del servizio civile volontario che il governo centrale ha intenzione di istituire anche in collaborazione con l'ANA e ha ricordato la carcerazione dei due marò in India che dura da due anni e mezzo, chiedendo il loro rientro in Patria.

Antonio Menegon


Il presidente del Bosco Claudio Trampetti e il sindaco di Cison Cristina Pin