3° REGGIMENTO SAVOJA CAVALLERIA


Settembre 2013

CON QUESTO ARTICOLO VOGLIO RENDERE DOVEROSO OMAGGIO ALLA SPLENDIDA MOSTRA SULLA CAMPAGNA DI RUSSIA PRESSO IL NOSTRO MUSEO.

24 AGOSTO 1942

L'ULTIMA EROICA CARICA DEL 3° REGGIMENTO SAVOJA CAVALLERIA


Stendardo-delle-batterie-a-cavallo-fronte-russo-1942

Savoja Cavalleria trae origine dall'antico Reggimento Montbrison nato il 10 luglio 1692 dalla fusione della 4 compagnie Genti D'Armi: S.A.R., Savoja, Piemonte e Monferrato per volere del Duca di Savoja Vittorio Amedeo II.
Con la riduzione a 18 reggimenti di cavalleria, il Savoja incorporava un gruppo dei Lanceri di Vercelli ed assume la denominazione di Reggimento Savoja Cavalleria.
Per la campagna in Africa orientale mobilita 11 ufficiali e 353 cavalieri (1935-36).
Nella campagna di Spagna concorre solo con volontari.
Nella seconda guerra mondiale, nel 1940 il reggimento prende parte alle operazioni sulla frontiera alpino-occidentale contro la Francia, inquadrato nella 3° Divisione Celere Principe Amedeo Duca D'Aosta.
Nel 1941 il reggimento prende parte alle operazioni sul fronte Italo-Jugoslavo. Nel luglio, sempre inquadrato nella 3° Divisione Celere, parte per il fronte russo con il CSIR(corpo spedizione Italiano in Russia). Nell'agosto raggiunge il fiume Dnjeper e si schiera nella zona di Petschiava.
Il 17 ottobre, in regione Ulaklij e Jaly, durante la battaglia del bacino del Donetz, impegna retroguardie nemiche, obbligandole a ritirarsi, infliggendo forti perdite e catturando prigionieri. Il 20 ottobre è impegnato nelle azioni per la conquista di Stalino e combatte a Nippo, a Kriwotoirez;tra il 24 ottobre e l'8 novembre risolve favorevolmente diversi combattimenti contro retroguardie russe sul fronte compreso tra Skotowatoje-Panteleimonowka e Gorlowka.Prende poi parte alle operazioni per l'occupazione di Nikitowka e Rikowo.
Nell'inverno del 1942 il Reggimento viene inviato nelle retrovie, per il grave deperimento e la forte moria dei cavalli. Il 18 luglio, inquadrato nel Raggruppamento a cavallo Barbò, partecipa ai combattimenti per la conquista di Krasnij Lutsch, distinguendosi a Borkowo Antrasit. Il 22 luglio il reggimento raggiunge la località di Iessanlowka. Il 21 agosto un Gruppo di Squadroni, con il Battaglione Tagliamento, contrattaccando arditamente a Tachebota Rewskij, riesce a stabilizzare la situazione venutasi a creare per un attacco in forze condotto dai russi sull'ala destra dello schieramento della divisione Sforzesca (il Btg. Del 54° reggimento fanteria). Il 22 agosto il Savoja conduce attiva e mobilissima esplorazione, controllando gli spazi tra Jagodnij e Tachebotarewskij, combattendo a Sirnwskij ed a quota 209 di Val Krisaja. Il 23 agosto, nel quadro del contrattacco del Corpo D'Armata, gli viene affidato il compito di incalzare il nemico, minacciandolo di avvolgimento ad est.

“SCIABOLE CONTRO MITRAGLIATRICI”
Era l'alba del 24 agosto 1942, quando il Savoja Cavalleria (composto da 700 cavalieri), che avevano bivaccato in mezzo alla steppa, inquadrato, protetto da cannoni delle Voloire (le batterie a cavallo), si preparava a scrivere una pagina di leggenda contro le forze russe. Era l'ultima carica eroica della nostra cavalleria.
L'attacco fu molto violento e i cavalli, non si fermarono nemmeno davanti ai colpi di artiglieria e al lancio di bombe a mano da parte dei sovietici. Dopo la seconda carica, infatti, i battaglioni russi furono costretti al ritiro.
Le perdite degli italiani furono contenute, da un punto di vista militare, 32 cavalieri morti (di cui 3 ufficiali) e 52 feriti (di cui 5 ufficiali), un centinaio di cavalli fuori combattimento.
I sovietici lasciarono sul campo 150 morti e circa 600 prigionieri, oltre a una cospicua mole di armi (4 cannoncini, 10 mortai e una cinquantina tra mitragliatrici e armi automatiche)
Agli atti il telegramma inviato al Re. «Il Savoja ha caricato, il Savoja ha vinto!».
Il commento degli ufficiali tedeschi: «Noi queste cose non le sappiamo più fare».

Il maresciallo Messe nel suo “La guerra al fronte russo” scrisse: «Il Reggimento manovrò come in un esercitazione di piazza d'armi, piombò sul fianco dell'avversario, terrorizzandolo con il fuoco e le cariche irruente, spezzando ogni resistenza, catturando numeroso materiale, molti prigionieri, perdendo eroici ufficiali e valorosi cavalieri».
L'azione fu coraggiosa e audace, ed era stata in grado di allentare la pressione dell'offensiva russa sul fronte del Don ed aveva consentito il riordino della posizioni italiane.
Il Reggimento ebbe la Medaglia d'oro allo Stendardo, furono concesse due Medaglie d'oro alla memoria, due Ordini Militari di Savoja, 54 Medaglie d'argento, 50 medaglie di bronzo, 49 Croci di Guerra, diverse promozioni per merito di guerra sul campo.
Dopo l'epica battaglia il Savoja rimane sull'altura di quota 213 a sud-est di Isbuschenskij, per controllare il delicato settore. Il 25 agosto ha il compito di agire verso sud per esercitare una minaccia sul fianco sinistro delle colonne nemiche attaccanti. L'incalzare del nemico non permette l'attuazione dell'azione.
Savoja si affianca al Novara nello sbarramento fra Val Zuzkan e Bolschoj, irradiando una consistente esplorazione al largo di Gorbatowo.
Il 26 agosto, il reggimento, con la 1ª Compagnia Bersaglieri Motociclisti, contrattacca a sud l'abitato di Bachmutkin, sorprendendo e minacciando di avvolgimento il nemico che ripiegava precipitosamente inseguito da un gruppo di Squadroni del Savoja che, spingendosi sino a quota 226, 7, assicurava il possesso di Bachmutkin, importante caposaldo sulla linea difensiva tra Wriutscha e Zuzkan.
Il 30 agosto il Savoja, con il Novara, combatte a quota 226 del caposaldo di Jagodnij, per contrastare l'attacco russo condotto, senza alcun risultato, da alcuni reggimenti di fanteria.
Dal 19 gennaio al 23 marzo del 1943, il Savoja inizia il ripiegamento dalla zona di Nikitowka per ordine superiore e, malgrado le pessime condizioni atmosferiche e le imboscate di guerriglieri russi, raggiunse, concentrandosi, la zona di Gomel. Vengono totalmente distrutti il 5° Squadrone Mitraglieri (Cap. Corinaldi), rimasto sul Don con gli alpini delle Tridentina, ed il 1° Squadrone di Formazione (Cap. Boero), inviato a difesa del Corpo d'Armata Alpino in Rossosch.
Pochi elementi riescono a rientrare nelle nostre linee.
Il II Gruppo Squadroni Appiedati Savoja parteciperà alla difesa del porto di Civitavecchia.
Successivamente il Reggimento partecipo alla ritirata delle forze italiane a seguito della disfatta militare, l'8 settembre 1943, in seguito agli avvenimenti dell'armistizio, il Reggimento rimase senza ordini superiori, a causa della fuga del Re e degli alti comandanti a Brindisi.
La sera del 12 settembre 1943, al confine elvetico, si verificò un ingresso spettacolare; alle 19:30, dal valico della Cantinetta sopra Ligonetto (Canton Ticino), sconfinò in Svizzera un Gruppo Squadroni del Savoja Cavalleria, di istanza a Somma Lombarda, al comando del Col. Pietro de Vito Piscicelli di Collesano, comprendente 15 ufficiali, 642 sottoufficiali e soldati, 316 cavalli e 9 muli, perfettamente inquadrato in armi, munizioni e viveri. I militari consegnarono alle autorità svizzere le armi, e a tutti fu concesso asilo e furono inviati nel canton Berna, in appositi alloggiamenti. Agli ufficiali fu consentito di mantenere il proprio cavallo. Ufficiali e truppa rimasero nella Svizzera interna fino alla fine della guerra, difesi, quindi dall'esercito svizzero, ebbero salva la vita.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale il Reggimento Savoja venne sciolto.

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1940-1943

COMANDO
SQUADRONE COMANDO
3 SQUADRONI SVOJA CAVALLERIA
1 SQUADRONE LANCIERI VITTORIO EMANUELE II
I GRUPPO APPIEDATO SAVOJA CAVALLERIA
II GRUPPO COST. SAVOJA CAVALLERIA
XX GRUPPO APPIEDATO SAVOJA CAVALLERIA
XXIV GRUPPO APPIEDATO SAVOJA CAVALLERIA
VI BTG. MOVOMENTO STRADALE SAVOJA CAVALLERIA

COMANDANTI (1942.1943)
COL. VITTORIO AMBROSIO-1922
COL. ALDO AYMONINO-1924
COL. RODOLFO VIETINA-1926
COL. Marchese GREGORIO STAGLIENO-1927
Sua Altezza Reale ADALBERTO di SAVOJA GENOVO duca di Bergamo-1931
COL. GOFFREDO VACCARI-1934
COL. OTTORINO DABBENI-1935
COL. Conte RAFFAELLO CADORNA-1937
COL. WEISS POCCETTI.1941
COL. Conte GUGLIELMO BARBO' DI CASALMORANO-1941
COL. Conte ALESSANDRO BETTONI CAZZAGO-1942

Simone Algeo