PENNE MOZZE


Dicembre 2012

41° RADUNO AL BOSCO DELLE PENNE MOZZE A CISON DI VALMARINO

Quest’anno più che in altre occasioni, il raduno al Bosco delle Penne Mozze di Cison sembrava non avere l’auspicio del bel tempo.
Domenica 2 settembre di primo mattino arrivando dal pievigino, si presentava ai nostri occhi un nero cappello che si ergeva proprio su quella parte delle prealpi trevigiane in cui si estende l’alta Valle San Daniele. La pioggia, già caduta nei giorni precedenti, pareva di imminente arrivo.
Invece piano piano le nubi scure e minacciose migravano per altri lidi, permettendo lo svolgimento regolare della Commemorazione. Nonostante queste premesse e la contemporaneità di altri grandi eventi alpini, oltre 2500 persone salivano sul Col Madan per partecipare a questo appuntamento giunto alla sua quarantunesima edizione. A dare degna cornice alla giornata, erano giunte le insegne di 26 sezioni e di 160 gruppi ANA oltre ad una ventina di tricolori di altre benemerite associazioni. Per gli alpini in armi era graditissimo ospite il colonnello Paolo Sfarra Comandante del 7° Rgt Alpini mentre per gli ufficiali alpini in congedo presenziavano i generali Maurizio Ruffo e Renato Genovese. Sulla “tribuna naturale” delle autorità, posta sopra l’altare si disponevano ben trenta fasce tricolori in rappresentanza di altrettanti comuni. La cerimonia era deliziata dalle note della Banda Musicale di Cison e dalle preziose ugole del Coro ANA di Vittorio Veneto. Ma più di tutto la Commemorazione 2012 rimarrà nei ricordi di chi c’è stato per aver avuto la possibilità di ammirare due personalità di grande spessore umano: il Presidente ANA Corrado Perona ed il Vescovo Emerito di Vittorio Veneto e Trieste, Monsignor Eugenio Ravignani.
La cerimonia si apriva come di consueto: l’alzabandiera in onore dei Caduti con la deposizione di una corona d’alloro. Il presidente dell’Aspem e del Comitato Bosco delle Penne Mozze Claudio Trampetti portava il saluto a tutte quelle persone che da anni convengono il questo luogo. Relazionava brevemente sulla manutenzione del bosco che oltre a quella ordinaria, aveva registrato quest’anno la pulizia dello sperone, generosamente aiutati dagli alpini della Sezione ANA Aosta. Era ottimista sull’andamento economico attuale e dei prossimi anni. Ringraziava per la sua presenza il gruppo Paganica della sezione ANA Abruzzi. Soprattutto si rivolgeva con commozione al Presidente Perona “Grazie per essere qui, ritorna ancora nei prossimi anni anche quando non sarai più il nostro Presidente”. Quest’anno le sezioni ANA di Venezia, Torino, Gorizia e Pavia hanno voluto apporre la loro “targhetta” sull’”Albero della Memoria” e così aggiungere i loro caduti nel ricordo complessivo del bosco. Per tutte e quattro le sezioni, interveniva il presidente ANA di Venezia Franco Munarini che si faceva interprete dei sentimenti degli altri tre colleghi. Onorato per questo importante evento, ricordava commosso Gloria Mendoni caduta alpina per cause di servizio, veneziana doc. Infine chiudeva il programma delle allocuzioni morali in presidente Corrado Perona. Esordiva con il saluto e l’augurio portati con fragoroso applauso ad un alpino che stava male in quel momento, prontamente soccorso dai volontari della sanità presenti. In realtà gli alpini erano in due ad aver avuto un affaticamento cardiaco, assorbito positivamente nelle settimane successive. Ecco un estratto del discorso del presidente: “Care autorità, cari capigruppo, care associazioni d’arma e per ultimi cari reduci. Li lascio per ultimi per sottolineare che il loro esempio è una delle cose che principalmente l’associazione deve portare avanti. La prima domenica di settembre ha sempre l’imbarazzo della scelta perché ci sono molti eventi importanti nello stesso giorno. Il cuore mi porterebbe sul Pasubio ove combatte mio padre, ma sono legato anche al Tomba e al Bernadia. Ho deciso per il Bosco delle Penne Mozze. Di questo posto me ne aveva parlato 40 anni fa l’amico Lino Chies. La bellezza del luogo, la memoria e l’ordinata disposizione delle stele in ricordo dei caduti nati nel territorio delle 4 sezioni trevigiane mi avevano colpito. Poi con grande volontà e disponibilità e aggiungo grande arguzia, l’avete aperto a tutte le altre sezioni. Qui c’è tutta la storia degli alpini d’Italia, la nostra associazione vive e produce sulla memoria. La memoria ci permette di costruire tutto ciò che facciamo per le comunità. Lo facciamo per questa Italia, più povera nel morale che nel portafoglio. Da questo bosco oggi aggiungiamo una pietra miliare al nostro futuro associativo. Non possono cancellare 140 anni di vita degli alpini. Non ci sono piaciute certe leggi perché l’Italia ha ancora bisogno degli alpini. Abbiamo risposto solo con il nostro evidente mugugno perché non siamo quelli delle proteste chiassose. Abbiamo la consapevolezza di ciò che fanno quasi quotidianamente i nostri 4.300 gruppi in ogni comune. Dobbiamo rimanere assieme per essere massa intelligente che procede unita nel nostro cammino. Non vogliamo i surrogati, quelli che credono poco nei nostri ideali. Viviamo nel ricordo dei reduci e nel presente siamo vicini ai militari in servizio soprattutto nelle missioni di pace.”
La Santa Messa veniva officiata da Mons. Eugenio Ravignani Vescovo Emerito di Vittorio Veneto e Trieste. Prima della funzione il presule proferiva un saluto al presidente ANA, al Sindaco di Cison e a tutti i Sindaci presenti affermando :”non possiamo dimenticare questa commemorazione in questo luogo sacro voluto da una persona intelligente. Egli ha voluto questo posto suggestivo ove si sente solo il sussurro delle foglie perché i caduti potessero rivivere nella luce e nella pace. Voglio ricordare il mio predecessore il Vescovo Antonio Cunial, cappellano alpino che qui celebrò l’8 ottobre 1972.” Nell’omelia riprendeva il tema rafforzato dalle letture: ”Bisogna custodire la memoria di chi ha servito la patria fino a morire, senza venir meno al loro onore, alla loro religione perché noi potessimo crescere nella libertà. Un popolo che non sa custodire la sua memoria è un popolo senza anima. Vogliamo ricordare la loro origine cristiana. Essi lasciano un’eredità da onorare e custodire perché sia ancora vivo il loro messaggio e perché non venga meno la speranza nelle opere di oggi perché gli alpini possano continuare e assicurare un domani nella concordia nella giustizia nella pace. L’appello per tutti è dare un valido fondamento nella Parola di Dio e nei suoi Comandamenti per una vita nel rispetto di se stessi e degli altri. La fedeltà alle radici della cristianità della nostra storia, porta all’amore fra tutti i fratelli e le sorelle. Così la nostra vita diventa testimonianza trasparente di fede e di coraggio.”
Mentre la giornata diventa sempre più radiosa giungeva il momento più ludico: il rancio alpino che ogni gruppo presente personalizzava a proprio piacimento. Molto gradita era la visita presso gli accampamenti del Presidente Giuseppe Benedetti, del past Presidente Antonio Daminato e del Vice Presidente Nazionale Nino Geronazzo oggi più che mai fedele scudiero del Presidente Perona.
Proprio una splendida giornata ricca di significati e foriera di accorate speranze, questa domenica 2 settembre 2012.

Renzo Sossai