ANAGRAFE ALPINA


Aprile 2012

I NOSTRI REDUCI

In silenzio

Gli Alpini di San Fior piangono il loro ultimo reduce, Gino Perin andato avanti a 91 anni. Artigliere del gruppo Conegliano era stato impegnato sul fronte balcanico e dopo essersi sacrificato assieme ad altri sventurati compagni nel fango e nella neve delle montagne del fronte greco-albanese fu mandato a combattere in Russia. Nonostante le sofferenze e vicissitudini patite diceva che la fortuna era stata benevola nei suoi confronti. Era il suo modo di esprimere umana pietà per gli amici che, dopo aver combattuto con lui in una guerra incomprensibile, erano rimasti per sempre sotto una terra che non era la loro. E nel loro ricordo il suo sguardo si velava di profonda tristezza. Protagonista di quel periodo doloroso fatto di sofferenze indicibili, protagonista di quelle pagine che gli alpini rievocano con religioso rispetto nelle loro cante e costituiscono l’epopea alpina. Protagonista anche dei paradossi della storia: Gino nella prima parte del conflitto era caduto prigioniero degli Inglesi ed era stato liberato dai Tedeschi, altri reduci sanfioresi, fatti prigionieri dei Tedeschi dopo l’8 settembre, erano stati poi liberati dagli Alleati. Assieme a tutti gli altri, la storia lo rilegò poi nel silenzio, quello stesso silenzio da cui era partito. L’anagrafe è impietosa, i nostri reduci stanno scomparendo tutti. Li ha accomunati la tragedia della guerra, poi la delusione per come sono stati trattati. Dopo la guerra nessuno si era mai sognato di rivolgere loro un grazie, un riconoscimento: loro hanno risposto con il silenzio e non hanno mai chiesto nulla. Gino ha vissuto la sua alpinità con personalissimo stile. Per lui erano valori sacri l’amicizia, la condivisione, l’ospitalità. Per le penne nere sanfioresi era umile ma vero testimone di pace. Gruppo alpini S. Fior

 

Grazie Giovanni per l’esempio

Il socio Giovanni Zanella, classe 1915, è andato avanti. Reduce di Grecia e Albania con il Gruppo Conegliano, il 16 dicembre ci ha preceduto nel Paradiso di Cantore. Si iscrisse subito all’ANA e divenne prima Consigliere e poi Vice Capogruppo di Collalbrigo. Nel 1970 fondò il Gruppo Parè e ne fu il suo capogruppo ininterrottamente per 25 anni. Fondatore del Gruppo AVIS di Parè nel 1963, dallo stesso anno e fino al 31 dicembre 2004 fece parte del direttivo Avis di Conegliano ricoprendo la carica di Vice presidente. Presente nel direttivo parrocchiale di Parè, fu presidente del Club Giallo Blu e della Società Birillistica. Amante della musica, divenne elemento importante nella Filarmonica Coneglianese.

 

Si è spento il sorriso di Mario

 Il reduce Mario Da Dalt del Gruppo San Pietro di Feletto è andato avanti. Classe 1922, del 7° Rgt. Alpini, fu decorato della croce di guerra al valor militare. Dopo una breve malattia il suo forte fisico ha ceduto di fronte al male lasciando tra gli alpini, cui era molto legato, un vuoto incolmabile. Lucido fino all’ultimo, teneva allegri tutti quelli che andavano a trovarlo con le sue abituali battute sempre espresse con un bonario sorriso. Verso la fine del 1942 ritornò dal fronte occidentale rientrando nella caserma di Tai di Cadore, sede del 7° Alpini. Qui fu scelto con altri commilitoni per essere inviato sul fronte russo, e successivamente partì in treno in direzione del confine austriaco. Lungo il tragitto parlò con i suoi compagni di viaggio della situazione disastrosa creatasi sul fronte Russo e di conseguenza decisero di rischiare la fuga scendendo dal treno in corsa. Così fecero, approfittando del rallentamento del convoglio nei pressi di Fontanafredda, finendo tra i rovi della scarpata. Dolorante e a piedi, tra varie peripezie, ritornò a casa rimanendo nascosto fino alla fine del conflitto.
Il gruppo rinnova ai figli le più sentite condoglianze.
Gruppo San Pietro di Feletto

 

Pieve: addio all’ultimo Reduce

 Il 4 febbraio è andato avanti l’Alpino Antonio Padoin classe 1921, ultimo reduce pievigino della campagna di Russia. Ha partecipato alle attività di gruppo fino all’ultimo. Amava frequentare le scolaresche per raccontare le tremende vicissitudini della ritirata di Russia, affinché fossero di monito alle nuove generazioni. Ai famigliari le più sentite condoglianze.

 

L’ultimo silenzio per Evelino

Classe 1923, arruolato nel 7mo Reg. Alpini Brigata Cadore, è andato avanti il 5 novembre 2011 Evelino Meneghin, un altro reduce che ci lascia. Non abbiamo mai saputo nulla della sua guerra perché quei ricordi provocavano in lui o silenzi o emozione fino alle lacrime. Si sa che i ricordi a volte pesano, probabilmente tutto ciò che aveva visto e vissuto aveva lasciato segni mai del tutto rimossi e dolorosi da rivivere. I soldati che partivano dalla nostra terra e dovevano confrontarsi loro malgrado con la barbarie della guerra da cui si sentivano lontani anni luce e che venivano segnati per sempre, specie se, come nel caso di Evelino, erano di indole mite. Vi sono diverse maniere per testimoniare che la guerra è il male peggiore: raccontarla con tutte le sue brutture o dire, con il silenzio, che nulla vale la pena di essere raccontato. Meneghin aveva scelto questa strada, e se ne è andato portando con sé quello che non aveva mai detto a nessuno ma che non aveva certo dimenticato. Non perdeva invece occasione per manifestare il suo orgoglio di essere stato ed essere alpino, l’orgoglio di indossare il copricapo con la penna nera, quel cappello e quella penna che per lui significavano onestà, sacrificio sul lavoro, speranza nel bene e nella giustizia, fedeltà al proprio dovere, impegno e fratellanza. E di questi valori l’esistenza di Evelino Meneghin è stata silenziosa testimonianza.