RILESSIONI IN LIBERTA'


Settembre 2010

UN’ALPINITA’ DA CONSOLIDARE

La nostra entità, mai come in questo momento, vive un fermento d'idee ed iniziative atte a mantenerla nel novero delle associazioni pulsanti e determinanti.
La sfida lanciata dall’ANA contro il naturale rischio di scoramento in seguito all’abolizione della leva, non nasconde ovviamente le difficoltà nel conseguimento dell’affermazione. Fondamentale è tenere il fronte consolidando le strutture si cui poggia la nostra memoria storica.
E’ un concetto espresso più volte nel corso del 14° CISA tenutosi a Conegliano il 20 e 21 marzo.
Il Centro Studi, creato da una decina d’anni, si sta impegnando strenuamente nella ricerca virtuale e nella catalogazione di testi, di esperienze, dei vari aspetti strettamente etici e morali.
Tale operazione diventa d’utilità primaria per trasmettere alle nuove generazioni alpine il senso dell’esistenza della nostra associazione e, argomento meno dibattuto, chiarire a molti associati ANA qualche ambiguità sorta nel corso degli ultimi anni.
Se ogni tesserato non ha bene in testa ciò che sono le origini dell’ANA, non può fungere da portatore sano degli ideali alpini. L’ANA è un’associazione d’arma nata sulle rovine e sulle tragedie della “Grande Guerra” non per glorificare il massacro ma per dare sfogo alla solidarietà fra chi fu costretto a combattere in trincea con ogni tipo di patimento.
L’attività benefica attuale è figlia di quel primordiale indirizzo di novant’anni fa. Proprio per questo, nella quasi totalità del volontariato alpino la disponibilità è genuina, spontanea e non certo strumentale.
Proprio per questo, quegli associati che pensassero di approfittare dell’ANA per fini personali, verrebbero relegati prima o poi al posto che meritano.
E’ la nostra pulizia morale che deve continuare a permetterci di distinguere fin dove è lecita l’ambizione personale.
Quest’ultima non può in ogni caso ledere ed offuscare lo spirito alpino che aleggia nel nostro ambito.
Lo stesso avvicendarsi nelle cariche sezionali o di gruppo diventerebbe più soft e veramente naturale se si capisse che per ogni persona esiste una stagione in prima fila ed un’altra magari a ritagliarsi un diverso ruolo non meno importante per l’associazione.

Renzo Sossai