CONEGLIANO: 1° RADUNO GRUPPO CONEGLIANO


Maggio 2007

21 APRILE 2007
Il Tricolore, donato dalla Sezione al "Gruppo Conegliano", che ha sventolato a Kabul nel 2003, ed a Herat nel 2006/7, rientra in Conegliano

Una giornata di festa alpina in una Conegliano baciata dal sole, onorata dalla presenza del 3° Reggimento Art. montagna di ritorno dall’Afghanistan e dal primo raduno degli Artiglieri da Montagna del Gruppo Conegliano. A Battista Bozzoli l’onore di portare il glorioso Labaro Nazionale dell’ANA

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Primo CD del coro dei congedati della Julia

L’Inno Nazionale d’Italia intonato insieme da Alpini in armi e in congedo, la voce di Nicola Stefani rotta dalla commozione al passaggio dei reduci e degli Alpini della sua Sezione, il legame indissolubile tra Conegliano e il corpo degli Alpini scandito dalle parole del Sindaco Floriano Zambon, il saluto riconoscente del Vicepresidente nazionale dell’ANA Ivano Gentili e soprattutto la soddisfazione palpabile, impressa sui volti di tutti gli Alpini presenti a Conegliano il 21 aprile. Queste le sensazioni immediate al termine della cerimonia ufficiale per accogliere il reparto  in armi al rientro dalla missione in Afghanistan e per  celebrare il primo raduno degli Artiglieri del Gruppo Conegliano. Del dopo cerimonia mi sono rimasti impressi il grande spiedo (che non ho potuto assaporare per altri impegni) che girava a fuoco vivo fin dalla prima mattina e la soddisfazione dei cucinieri per il lavoro svolto, ai quali spetta di diritto una foto riconoscente su Fiamme Verdi.

Ma partiamo dall’inizio. Già alle 9 della mattina, un’ora e mezza prima che cominci la cerimonia, in piazza San Martino c’è fermento. Alcuni Alpini hanno già visitato il Museo aperto per l’occasione; primi incontri tra vecchi amici e giù, pacche sulle spalle e abbracci, mentre arrivano alla spicciolata i musici della Fanfara sezionale.
C’è calma e tranquillità. Da mesi si susseguono riunioni per mettere a punto un programma che necessita di aggiustamenti fino all’ultimo, ma che poi, ormai si sa, risulterà preciso e invidiato (si fa per dire) dalle Sezioni ospiti.
Primi suoni per “riscaldare” gli strumenti della Fanfara e arriva il Vice presidente sezionale Battista Bozzoli con il Labaro Nazionale ancora infagottato nella sua custodia. Si legge l’emozione e l’orgoglio di avere l’onore di portare il simbolo più altro degli Alpini d’Italia nel volto di Battista, che alla fine della cerimonia confesserà: “un’occasione come questa capita una volta nella vita…”.
La Fanfara comincia a suonare e si serrano i ranghi delle penne nere; l’ordine di sfilamento è chiaro, ma prima c’è da deporre una corona d’alloro in Piazza IV Novembre.
Arrivano la Fanfara della Julia e il reparto in armi. Fa una certa impressione vedere quei ragazzi e i loro ufficiali tornati da poco dall’Afghanistan, in divisa da combattimento, con le armi in dotazione, rendere omaggio ai Caduti di tutte le guerre. Si percepisce l’emozione degli Alpini in congedo e la vicinanza della città verso le nostre Truppe alpine.
Parcheggiati al lato del Monumento due mezzi militari hanno accolto i Reduci di Guerra: un concentrato di sofferenze, di coraggio, di umanità e di ricordi, che è l’orgoglio della nostra Sezione.

Onori ai Caduti e poi via allo sfilamento lungo il corso principale della città, con lo speaker ufficiale della cerimonia Nicola Stefani che sembra un fiume in piena fin dalle prime battute. Non dà l’impressione di allenarsi per l’Adunata Nazionale di Cuneo, ma di sfoderare il consueto ardore e, molto bello, di lasciarsi vincere dall’emozione quando a parlare sono gli affetti, non più la voce.
Dietro il palco delle autorità, ai piedi della Gradinata degli Alpini, sono schierati 36 Gonfaloni dei Comuni che erano presenti alla cerimonia. Arriva, scortato, Battista Bozzoli col Labaro Nazionale e si posiziona sulla destra del palco. Passa la Fanfara della Julia e l’aria si scalda. Passa il Reparto in armi, oltre 200 Alpini che salutano con ostentata fierezza il Labaro dell’ANA, splendente, con le sue 207 medaglie d’oro.
Arrivano i Reduci a piedi e sui due VM scortati da altrettanti Consiglieri sezionali e scoppia il caloroso applauso della cittadinanza.
Tocca adesso alle Sezioni ospiti e ai radunisti del Gruppo Conegliano, che hanno onorato la città con la loro presenza: sono gli amici della Cadore, i furlani della Carnica, le Sezioni di Feltre e Gorizia, Padova, Palmanova, Piacenza, Torino, Treviso, Udine, Valdobbiadene, Venezia, Vicenza, Vittorio Veneto e a chiudere la Sezione di Conegliano.

In Piazza Cima c’è da rifarsi gli occhi. Lo sguardo si perde nella marea di cappelli con la penna nera che copre la piazza e la sottostante via XX Settembre. Alla fine però una riflessione personale: una cerimonia così meritava una presenza ancor più massiccia degli Alpini dei nostri 30 Gruppi.
Con le truppe alpine schierate, entrano in Piazza Cima il Gonfalone del Comune di Conegliano, i Gonfaloni dei Comuni decorati e a seguire tutti gli altri. Poi la Bandiera di Guerra del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna, che riceve gli onori militari, con il Comandante delle TTAA Generale di Corpo d’Armata Armando Novelli che passa in rassegna i suoi militari. La tensione si alza e cerimonia va avanti spedita. Il Ten.Col. Fronti consegna la Bandiera sventolata in terra afghana, ad Herat, al Sindaco di Conegliano, che la passa al Presidente Daminato. Quindi il vessillo tricolore passa agli addetti all’alzabandiera (Cadorin e Miraval) che la prendono in consegna.
Discorsi brevi del Sindaco Floriano Zambon, del Presidente sezionale Antonio Daminato, del Vicepresidente nazionale Vicario Ivano Gentili. Poi la locuzione ufficiale del Generale Franco Chiesa, già Comandante del Gruppo Conegliano e presidente del neonato Comitato Gruppo Conegliano.

Il Generale Chiesa si è rivolto direttamente agli Alpini in armi schierati in Piazza Cima, agli Alpini radunasti del Gruppo Conegliano e a tutti gli Alpini presenti. “Questo è un raduno inconsueto – ha detto il Gen. Chiesa - perché non è per uno scioglimento, ma per celebrare uno dei più grandi reparti in vita, con la sua gloriosa storia di 120 anni iniziata a Conegliano. Perché facciamo questo? Per fare un salto nel passato e tornare giovani? Certo, anche per questo, ma siamo qui preseti per ragioni più nobili, per stare insieme e stare uniti, con gente con cui ci si capisce al volo, per condividere i valori che danno dignità alla vita. Abbiamo due riferimenti: la montagna e il senso di appartenenza alla nostra Unità”.
Il Generale Chiesa ha poi ringraziato i radunisti del Gruppo Conegliano e si è rivolto agli Alpini in armi con un elogio: “grazie per quello che avete fatto in terre lontane, con lo stesso spirito che accomuna tutti noi”.
Ha chiuso la cerimonia ufficiale il Comandante delle Truppe Alpine, Generale Armando Novelli, che, dopo il suo intervento, ha salutato la Bandiera di Guerra che è stata scortata fino al Municipio.
Fine della cerimonia col “rompete le righe!” gridato da un ufficiale e l’avvio dei soldati e degli Alpini dell’ANA verso l’area sportiva di San Martino dove c’è il campo base.

Per me la cerimonia è davvero al termine: un passaggio al Museo come scorta aggiunta al Labaro Nazionale per condividere l’emozione di Battista Bozzoli e vedere all’opera il Vicepresidente Gentili nel riporre il nostro simbolo nella sua custodia, poi al campo di San Martino. L’atmosfera è quella giusta. Due chiacchiere con gli amici della cucina, uno sguardo malinconico a quello spiedo gigante che gira ancora e poi via. Per me la cerimonia è chiusa, non per tanti Alpini che ne avranno fino a sera tarda e nemmeno per Conegliano che merita di conoscere altri appuntamenti di questo tipo, magari, come ho già detto, con qualche penne nera in più a fare gli onori di casa.

Antonio Menegon