Lettere al Direttore


Aprile 2006

Un'infanzia a Marcinelle

Le foto di Marcinelle pubblicate sull'Alpino del novembre scorso mi hanno fatto ritornare agli anni della mia infanzia, poiché sono figlio di emigranti minatori. Abitavamo a Fontaine L’Eveque un piccolo paese a pochi chilometri da Marcinelle, ero bambino avevo 12 anni e mi ricordo che eravamo incollati alla radio per sentire le varie notizie di questa tragedia, che non era la prima e non sarebbe stata nemmeno l’ul-tima. I miei erano emigranti partiti dall’Italia negli anni trenta, rientrati per il conflitto dell'ultima guerra, per poi tornare in Belgio alla fine della stessa. Erano partiti con un passaporto che dava solo il diritto di fare i minatori e un alloggio nella miniera. Le loro valigie erano di cartone; a Fontaine L’Eveque erano attive tre miniere dove lavorava mio Nonno Luigi classe 1895, mio Papa Pino 1914, e gli Zii Italo 1922, Guido 1920, Emiglio 1918. Mi ricordo quando si sentiva l’urlo della sirena della miniera che vole-va dire allarme grizon, (gas). Tutti i parenti correvano per le strade verso la miniera per avere notizie che lavoravano in quel turno, e rimanevano anche delle ore incollati a cancelli e ringhiere per avere notizie dei propri cari. Erano momenti terribili, aspettando che la grande ruota della torre girasse per riportare alla superficie le gabbie con i minatori. Ma quando uscivano dall'ascensore erano tutti uguali, vestiti di blu, l’elmetto di cuoio, la lampada a petrolio. Si vedevano solo le labbra e gli occhi fino a quando ci venivano incontro a dirti sonno io. E anche questa volta è andata bene. Oggi è rimasto in vita solo mio Zio Italo, tutti gli altri sono andati avanti per malattia ai polmoni pausière della MINE.

Toni Speranza

Dibattito sul Consiglio sezionale

Illustre Direttore di Fiamme Verdi, spero che queste mie riflessioni possano trovare posto sul nostro periodico alpino. A seguito delle votazioni per il rinnovo di 7 Consiglieri sezionali, ritengo opportuno che sulle pagine di Fiamme Verdi, tra i Soci, Capigruppo, i Consiglieri sezionali, si apra un ampio e franco dibattito in merito alla corretta applicazione dell'articolo 38 del nostro regolamento per l’esecuzione dello Statuto sociale che così recita: "Al fine di avere una presenza capillare di dirigenti nel territorio di competenza della Sezione, si raccomanda che i candidati alle cariche sociali siano omogeneamente distribuiti in modo che tutte le zone siano rappresentate". Mi sembra che da un po' di tempo queste raccomandazioni siano disattese malgrado gli accordi presi ante votazioni. Io credo che qualsiasi socio, soprattutto quando ricopre cariche sociali di Gruppo e/o Sezione, debba dimostrarsi un vero Uomo che rispetti i patti e gli impegni presi e si comporti di conseguenza, sia insomma un vero "VIR", così come definito dai nostri padri romani. Credo che la fiducia che meritano in generale le nostre genti sia soprattutto data dal nostro impegno di uomini seri, positivi, leali, impegnati verso i più bisognosi. Insomma la nostra famosa "Alpinità" è frutto di serietà, rispetto delle leggi, delle tradizioni, di un dovere da compiere che sentiamo dentro di noi, tramandatoci dai nostri anziani più che dalle opere di pietra (molto importanti, ma che vengono dopo). Mi dispiace che, forse per miseri giochetti di prestigio, e/o supremazia qualche volta la piccola furbizia prevalga sul comportamento serio portando a disapplicare il famoso articolo 38. Nell’attuale Consiglio sezionale, 15 Gruppi non hanno Consiglieri, 10 Gruppi hanno un consigliere ciascuno, 4 Gruppi hanno 2 Consiglieri ciascuno e 1 Gruppo ha ben 3 Consiglieri. E' protervia e/o nepotismo fare dietro le quinte una classifica sui candidati, presentare dei doppioni e farli eleggere, magari con combine a tarallucci e vino. Per spiegare meglio faccio un esempio: i Gruppi di Susegana, Colfosco, Ponte della Priula, Parè e Collalbrigo, tutti limitrofi a sud di Conegliano, non hanno alcun rappresentante in Consiglio sezionale. Se ciò rappresenta la lettura e lo spirito dell'articolo 38 lo lascio a tutti voi giudicare. Se queste mie argomentazioni sono valide attendo un franco dibattito (da Alpini con la penna), critiche se necessario (sono sempre salutari), proposte e quant’altro serva al fine di attuare il desiderate dell'articolo 38 a suo tempo codificato al fine di avere una larga rappresentanza dei Gruppi nel Consiglio sezionale. Distintamente, un fedele Alpino, socio da 41 anni.

Luigi Maretto