Solidarietà alpina alla Nostra Famiglia


Aprile 2006

La vera felicità proviene da un senso di appagamento interiore che a sua volta si ottiene coltivando altruismo, amore, passione. Una massima della quale gli Alpini fanno tesoro.
Lo scorso Natale, le penne nere della Sezione, com’è lodevole tradizione, guidate dal presidente Toni Daminato, si sono date appuntamento al Centro di Lavoro Guidato de “La Nostra Famiglia” di Mareno di Piave, per lo scambio di auguri del Santo Natale e del Nuovo Anno con i giovani disabili. Un’occasione per offrire loro dei panettoni e farli sentire vicini agli Alpini. Si é così riaffermata quella sinergia confidenziale generata oltre trent’anni fa. E’ stato indubbiamente un incontro gioviale, commovente e fraterno quello con i disabili, con gli operatori, con i responsabili e i dirigenti del benemerito Istituto.
A formulare gli auguri di buon Natale e felice Anno Nuovo, a nome dei suoi compagni, é stato il giovane Stefano, che con appropriato e significativo linguaggio ha inoltre ringraziato gli Alpini per la costante opera di solidarietà, suscitando entusiasmo e commozione.
Quindi é intervenuta la responsabile dell’Istituto Gigliola Casati, che dopo aver espresso gli auguri di buone feste natalizie, ha ricordato l’a-more, le preziose attenzioni degli Alpini verso le persone disabili, concretizzate soprattutto in opere come la costruzione del laboratorio avvenuto nel 1985, e ancor più oggi con la realizzazione dell’ampliamento dello stesso laboratorio.
Il presidente Toni Daminato, ricambiando gli auguri, ha sottolineato il valore prezioso che comporta il donare, soprattutto a chi ha maggiormente bisogno, e pertanto é gratificante per gli Alpini poterlo fare con grande amore, erigendo così un monumento di solidarietà a se stessi.
Infine il Reduce di guerra Francesco Giacuz nel fare gli auguri ai giovani disabili, agli operatori, ai volontari del Centro di Lavoro Guidato, ha manifestato la sua soddisfazione nel esser stato presente al significativo incontro natalizio e ha ricordato l'atrocità della guerra dalla quale uscì incolume.

Renato Brunello