CONFLITTO E CASTIGO


Dicembre 2005

In Germania col cappello alpino


Notte italiana per Alpini e amici tedeschi

Dino Dall’Anese, iscritto come amico nel gruppo San Fior, opera da anni nella cittadina di Nortorf, 15000 abitanti, 90 km a nord di Amburgo, ed ogni anno a fine luglio organizza la “notte italiana”, una manifestazione in cui vengono proposti i prodotti tipici della nostra terra. Per l’ottava edizione l’intraprendente gelatiere si è affidato alla collaborazione di quattro amici del gruppo (Balzan, Da Rui, Marchioni e Pellegrinet). E non poteva azzeccare scelta migliore.
Partiti da San Fior con al seguito damigiane ed attrezzature più volte collaudate, i quattro hanno allestito nello stand messo a loro disposizione uno spiedo gigante ed il successo è andato oltre ogni ottimistica previsione. I nostri sono stati colpiti dalla pazienza con cui i tedeschi si sono messi in coda con vassoio in mano, una coda molto lunga scompaginata prima da un improvviso acquazzone e poi ricostituita con ordine. Gli ospiti della festa non avevano mai visto uno spiedo e gli apprezzamenti sono stati gratificanti.
E, a loro dire, nemmeno avevano mai avuto l’occasione di confrontarsi con il sublime aroma del prosecco delle nostre generose colline.
Ma la curiosità dei tedeschi ha finito presto per spostarsi dalla gastronomia a quello strano cappello piumato di cui i nostri, alpini di collaudata fama ed impegno, non si separano mai. E così Ezio e compagni in una calda notte di luglio hanno avuto l’occasione di far conoscere agli abitanti di una sperduta cittadina dell’alto Hannover che quel cappello è simbolo di tante cose e che le penne nere, in Italia e all’estero, arrivano sempre quando qualcuno le chiama. E non solo per confezionare spiedi. È successo poi, ed era inevitabile, che i quattro cuochi, maestri anche nell’arte dell’intrattenimento, si sono un po’ alla volta trasformati in protagonisti della festa e non è stato loro difficile, in linea con la manifestazione, coinvolgere i cittadini di Nortorf nei canti del repertorio tradizionale italiano, non disdegnando anche l’interpretazione a quattro voci, si fa per dire, di qualche struggente brano alpino. I brindisi si sono prolungati oltre il consentito. E ben oltre l’arrivo della locale polizia, chiamata da qualcuno che non riusciva a prendere sonno, e subito coinvolta nella festa.
Al ritorno in Italia i quattro alpini sanfioresi erano attesi da un impegno ben diverso. Ma di questo vi parleremo un’altra volta.

GfDM