ALPINI d'AFRICA


Dicembre 2005

Lino Ongaro,Tarcisio Marsura e
Augusto Papa, Alpini d’Africa

In Etiopia per costruire una scuola e in Burundi per l’installazione di impianti
tecnologici. I nostri Alpini elogiati per il loro impegno umano e sociale


Lino Ongaro, Tarcisio Marsura, e la moglie
con gli operai di fronte alle scuole in costruzione


Alunni nel piazzale delle scuole, il giorno dell'arrivo


Mons. Iginio Facchinello (e suor Elisa) riceve l'omaggio floreale dagli alunni


Uno dei cinque pozzi realizzati a Zway in Etiopia

“Adiuvare aliquem in aliqua res” giovare ad alcuno in qualche cosa, giova anche a chi lo fa come atto di solidarietà umana.
Questo è stato il motto e lo è ancor oggi dei nostri bravi alpini Lino Ongaro, Tarcisio Marsura ( con la moglie), i quali per la terza volta sono tornati in Etiopia; e di Augusto Papa recatosi in Burundi a completare le opere intraprese.

E’ stato un ritorno là dove offrire il proprio contributo, aiutare gli altri, soprattutto quelli che hanno maggiormente bisogno, che si trovano in immani difficoltà economiche, strutturali, culturali e logistiche; in un Paese dove regna la miseria, dove l’agricoltura non sopravvive per il terreno torrido, per la mancanza di acqua, e quel poco che nasce non ha una crescita normale.
L’acqua piovana viene raccolta in pozze, dove viene attinta dai bambini, dagli uomini e dagli animali – fin tanto che ce c’è – con il pericolo di contrarre malattie.
L’acqua potabile si trova ad una distanza di oltre  20 chilometri.
Attualmente esistono cinque pozzi, distribuii in un vasto territorio, dove è stato perforato il terreno a grandi costi.
Come abbiamo accennato nel nostro precedente articolo, la Missione è diretta da suor Elisa Tosella – coadiuvata da altre consorelle – le quali seguono la scuola frequentata da circa 1.300 alunni della materna, elementari e professionali. Ora si stanno costruendo nuove aule e pertanto gli alunni saliranno a 2.000.
Lino Ongaro racconta le esperienze ed alcuni episodi: “Mi ha impressionato ed immensamente addolorato vedere bambini morire di fame; ho ammirato il coraggio delle cinque suore salesiane, che con l’aiuto di pochi hanno messo in piedi una cittadella scolastica. Io e i miei compagni, per quanto possibile, abbiamo dato il nostro contributo”.
L’affiatamento tra gli alpini Lino e Tarcisio con gli indigeni, grazie a Dio, è grande, tale da creare quel rapporto di collaborazione, di sincera amicizia, che incoraggia a proseguire nelle opere intraprese. Sotto la loro guida lavorano una ottantina di operai, i quali hanno appreso quanto loro insegnato, da proseguire poi da soli.
Insieme alla scuola è operativo un ambulatorio, sempre affollato, gestiti da una suora infermiera.
Quest’anno si è recato per alcuni giorni a ZWAY anche mons. Facchinello (93 anni), già missionario in Brasile, e negli anni ’60 arciprete del duomo di Conegliano, ora in riposo a Vittorio Veneto. Don Igino è rimasto particolarmente colpito ed affitto dalla straziante condizione sociale, dalla povertà disumana.
E’ stata istituita una associazione per l’adozione a distanza da don Igino. Fondi vengono raccolti da diversi organi della Diocesi di Vittorio Veneto.
A un centinaio di chilometri dalla missione di ZWAY c’è il missionario alpino padre Renzo Meneghini, socio del gruppo Città.

Augusto Papa invece si è recato in Burundi per installare degli impianti enologici con i quali viene estratto il succo dell’ananas, che dopo essere stato portato a diverse gradazioni, viene imbottigliato.
Tali impianti hanno entusiasmato il Governo locale, che ha avuto parole di apprezzamento e di ringraziamento verso coloro che li hanno installati. I rapporti con la popolazione sono gratificanti.
La maggior parte del territorio del BURUNDI appartiene al bacino del NILO. Il clima è in generale fresco e piacevole ben diverso da quello equatoriale, anche perché caratterizzato da deboli escursioni termiche. Le principali culture indigene sono cereali, leguminose (specialmente fagioli), piante da tubero (patate, manioca), banane ed ananas.

Concludiamo elogiando gli alpini Lino, Augusto, Tarcisio e la sua signora, per l’esempio di umana solidarietà, e li possiamo annoverali nella grande schiera dei filantropi.

Renato Brunello