ASSEMBLEA DEI DELEGATI 2004


Maggio 2004

DOMENICA 7 MARZO 2004

I 7 NUOVI CONSIGLIERI

Consigliere Gruppo Voti
Giordan Luciano Vazzola 168
Francesco Tuan Città 167
Luigi Perencin Soligo 165
Mauro Cisotto San Vendemiano 155
Giorgio Visentin Bibano-Godega 151
Giuseppe Benedetti Codognè 145
Ezio Marchioni San Fior 106

Il Verbale dell'Assemblea:

Il giorno 7 marzo 2004, presso l'Auditorium Dina Orsi, alle ore 9,00 si riunisce, in seconda convocazione, l'assemblea dei delegati.


1. Verifica Poteri.
Viene data lettura del verbale della riunione svoltasi il 3 marzo 2004. Il numero dei soci dell'anno 2003 è di n. 4.727 e il numero dei delegati è di 189. Gli amici iscritti sono 793. I delegati ammessi e che costituiranno l’assemblea sono 189.


2. Nomina del presidente dell’assemblea, segretario, scrutatori.
Viene proposto quale presidente dell’assemblea Floriano Zambon, che viene confermato con votazione palese. Nominato quale segretario dell’assemblea Claudio Lorenzet, si procede quindi alla nomina degli scrutatori: Silvano Miraval, Domenico Cusin, Giuseppe Lot, Marcello Silvestrin.

Il presidente dell’assemblea nella sua breve introduzione ringrazia per i momenti di schietta e genuina fede di appartenenza che hanno lasciato, anche durante quest’anno. un segno della presenza degli alpini, che non sono solo alpini ma anche cittadini esemplari. L’iniziativa del rientro del Gruppo Conegliano dall’Afganistan è stato un momento per riaffermare con forza i valori, è stata una cerimonia importante, un po’ maltratta dal tempo, però di grande valore, Come sono state di grande valore tutte quelle partecipazioni degli alpini volte a testimoniare questo piacere dell’appartenenza, ultima la cerimonia di ieri mattina con il gruppo di Collalbrigo, per la consegna della bandiera alla scuola elementare. Il presidente della Repubblica Ciampi ha svolto in questi anni ha svolto una funzione importante per far riscoprire il senso dell’appartenenza nazionale, che non vuol dire rinnegare le etnie, i gruppi e le tradizioni dei luoghi. Non a caso gli enti pubblici, le scuole, le istituzioni, espongono le tre bandiere, quella Veneta, alla quale giustamente facciamo riferimento come appartenenza di gruppo, quella nazionale e quella europea. Un ringraziamento per il quotidiano impegno e testimonianza, per i valori di solidarietà, centro di Mareno, staccionata, una serie di iniziative che hanno lasciato un segno tangibile. Fa una proposta che ha esteso anche ad altre associazione e alle scuole: quando è stato in Burkina Faso ha preso l’impegno con le suore missionarie di realizzare in loco un pozzo e una scuola e per questo chiede la nostra collaborazione per raccogliere i fondi. Un augurio per l’80°, sono certo che non mancherà un segno nel territorio a ricordo di questa lunga esperienza che pur con i suoi cambi generazioni la mantenuto inalterata la sostanza. La nostra comunità ha bisogno di queste testimonianze, ha bisogna della mobilitazione quando c’è la necessità. Sono rimasto commosso della partecipazione raccolta in Duomo delle persone che con il loro silenzio hanno sentito il desiderio di testimoniare che chi ha rappresentato l’Italia all’estero ha rappresentato l’Italia. Grazie per quello che state facendo.

3. Lettura ed approvazione verbale assemblea precedente.
Si prende atto che il verbale della precedente assemblea è già stato pubblicato sul giornale sezionale Fiamme Verdi di giugno 2003 e si da per letto. Approvato all'unanimità.

Dopo il saluto alla bandiera ed al vessillo sezionale, vengono ricordati i nostri colleghi che ci hanno preceduti. Ne citiamo solo alcuni, ma il nostro ricordo va a tutti indistintamente: Sante Cietto, Mario De Marchi, Ampelio Rossi med. d’argento al VM, Guerrino Vascellari segretario sezionale per vari anni, Maso Dalla Betta croce di guerra, Renzo Buran capogruppo, Elio Granzotto, consigliere sezionale, ai quali si aggiungono anche i nostri fratelli Caduti a Nassirya.
L’applauso va tutti costoro.


4. Relazione morale per l'anno 2003 a cura del presidente dr Antonio Daminato.
Una rapida carrellata degli avvenimenti dell’anno, con lo sguardo in avanti.
- Partecipazione nutrita all’Adunata di Aosta anche se la città non era l’ideale per una manifestazione quale la nostra adunata.
- Raduno Triveneto di Soave: come detto in occasione della riunione dei presidente del Triveneto, bisogna considerare se vale ancora la pena di fare questo tipo di manifestazioni, onerose per chi vi partecipa, ma di poca soddisfazione. A Soave c’erano pochissimi cittadini che assistevano alla sfilata. Ho trovato più di qualcuno che mi ha sostenuto. Per il nostro 80° abbiamo chiesto anche noi il raduno triveneto, ma per il 2005 è stata scelta la Sezione di Palmanova, perché è la prima volta che un Triveneto viene fatto in Friuli. Non mi è dispiaciuto più di tanto perché se dovesse ripetersi quanto è successo a Soave. Molto dipende dalla sezione che organizza.
- Da ricordare sia la serata della presentazione della Missione in Afghanistan, la cerimonia di partenza delle Truppe per l’Afghanistan e la giornata del rientro ufficiale. La più bella giornata alpina vissuta a Conegliano. Avere un reparto schierato in armi, è una cosa che non capiterà molto facilmente nel futuro. Siamo stati fortunati ad avere un ufficiale di collegamento figlio di un nostro alpini di San Fior. Bellissimo il rapporto instaurato con il comandante e con il Reggimento.
- Inaugurazione della Sede del Gruppo di Falzè di Piave, il mio plauso va al gruppo, per il loro impegno nell’organizzazione. In questi momenti si respira una bella aria.
- Giorni fa abbiamo ricordato Gigi Battistuzzi, capogruppo di Orsago, inaugurata una via a suo nome ed un’opera lignea, un grande penna che ricorderà a tutti il suo impegno a favore degli alpini e la sua attività a 360 gradi a favore di Orsago. Se noi tutti dessimo un apporto notevole alla vita dei nostri gruppi, dei nostri paesi, gli alpini sarebbero portati ancor più in palmo di mano da tutti. Non è vanto, ma è una fotografia: se togliamo l’attività degli alpini dai nostri paesi, resta molto poco. Lo dicono i sindaci e gli amministratori. Siamo trama del tessuto su cui si svolge la vita dei nostri paesi. Se continueremo ad essere questo supporto avremo vita lunga. Non dobbiamo sostituirci alle pro-loco o alle istituzioni associazioni locali, dobbiamo mantenere la nostra identità di alpini. La protezione civile alpina ha dei compiti ben precisi per i quali è stata istituita e per i quali vive. Se i comuni dovessero approfittare della disponibilità degli alpini, eccederebbero, e noi faremo qualcosa per il quale non siamo nati.   E’ indebita qualsiasi altra attività richiesta alla protezione civile, se non quella per cui è sorta. Ci sono problemi seri anche di assicurazione quando non si opera per i compiti istituzionali.
- La protezione civile, quest’anno si è irrobustita, come struttura. Ha un organico attrezzato, ben diretto. La provincia ci ha fornito delle attrezzature. Siamo in attesa di ricevere un mezzo. Da parte della sezione sono stati acquistati dei mezzi radio. Sta crescendo e dotandosi dei mezzi necessari per lo svolgimento della propria attività.
- Durante l’incontro con i presidente del triveneto, abbiamo avuto modo di parlare con il presidente Parazzini, che è in scadenza. Si è arrabbiato con noi, perché non siamo riusciti ad esprimere nemmeno un candidato, noi che rappresentiamo 1/3 del patrimonio alpino dell’ANA. Ha affrontato il problema della prosecuzione della vita dell’ANA. Il numero degli iscritti sta scemando. E’ inevitabile, togliendo linfa. Lo vediamo anche noi, perché nel 2002 eravamo 4765 oggi siamo 4727. Non dobbiamo decidere domani mattina, ma dovremo capire come dovrà orientarsi la nostra associazione. Se quest’anno avremo 5.000 iscrizioni in meno, negli anni prossimi sarà ancor peggio. Finché siamo tanti ci daranno un po’ retta,   quando saremo pochi e divisi non conteremo più nulla, non avremo nessuna voce. Cosa dobbiamo fare? Non arriveranno più alpini dalle armi. Moriremo in piedi, finché ci sarà un numero così esiguo di alpini da non giustificare più l’esistenza dell’ANA oppure faremo in modo di iscrivere all’ANA anche gente che dimostra di avere spirito alpino? Il primo pensiero è finché ci sono alpini, poi porteremo le nostre insegne a Roma, poi ragionandoci sopra il pensiero cambia: non dobbiamo disperdere i valori alpini. Nei nostri gruppi e nelle nostre Sezioni abbiamo tanti amici che valgono almeno quanto gli alpini.
Sono solo i 2 mesi prestati sotto le armi che sono il discriminante per iscriversi all’ANA come alpino o come amico? Solo gli alpini possono decidere del loro futuro. E’ giusto che cominciamo a pensare al futuro. Nel frattempo il nostro compito è rastrellare tutti quegli alpini che non si sono mai iscritti all’associazione, e che comunque vivono nelle nostre realtà. Non iscritti perché nessuno gli ha prospettato l’ipotesi di iscriversi o per pigrizia. Svolgiamo questa attività di proselitismo. Così facendo procrastineremo di gran lungo il momento di decisioni diverse.
- 80° - La sezione festeggerà l’anno prossimo gli ottant’anni della sezione.
Il vice presidente Masutti vi relazionerà più ampiamente in merito. Abbiamo appuntamento con il sig sindaco per andare avanti con i progetti. Per il 2005 ed eventualmente per il 2006 vi sarà chiesto un contributo di 2 Euro per ogni iscritto. Dire sezione o dire gruppi non cambia nulla: la sezione siamo tutti noi. La cifra è estremamente ridotta se guardiamo ai progetti ambiziosi che abbiamo in testa. Il programma è estremamente ampio, articolato, pretenzioso. Di grande respiro e visibilità assoluta. Sono convintissimo che gli alpini non hanno nessun problema se le cose sono presentate in maniera corretta e se sono valide. Generosità e volontà ce n’è finché si vuole. Sono certo che faremo un 80° che verrà ricordato, lasceremo un segno tangibile alla nostra città di riferimento. Questo è l’impegno per l’anno prossimo. Vi chiedo si partecipare. I gruppi siano generosi perché lo saranno con se stessi. La sezione è composta dai gruppi, lo fate per voi stessi. Chi avrà l’immagine sarà sempre l’alpino. Mettiamo da parte i piccoli campanilismi, i personalismi.


Piero Masutti:
Dalla prima riunione fatta con i capigruppo non sono uscito con entusiasmo perché non ho trovato subito la massima disponibilità. Ma ho pensato che gli alpini sono come i motori diesel, hanno bisogno di scaldare i motori. Credo che l’80° sia una delle ultime possibilità di essere così numerosi.
Sabato 4 giugno 2005, partiremo con un pomeriggio intenso. La fiaccolata partirà dal Bosco delle Penne Mozze, dal Ponte della Priula, dall’Isola dei Morti per portarsi in piazza Cima, da dove in corteo andremo in Duomo per una celebrazione intitolata “Per non dimenticare”. La sera stessa è dedicata ai cori: abbiamo invitato il Coro ANA di Vittorio Veneto e il Corocastel di Conegliano.
Domenica 5 giugno 2005, è ancora in definizione la finale della gara di scopa che si farà tra le sezioni di Conegliano e quelle della provincia di Belluno. Le gare partiranno già quest’anno. Vedremo anche per uno spiedo gigante in piazza.
Domenica 11 giugno 2005, domenica particolare dedicata al ricordo della prima guerra mondiale, sui posti storici della prima guerra mondiale.
Fine settembre/primi ottobre, domenica incentrata sull’opera che lasceremo alla città, come ricordo della sezione. L’idea è la passeggiata tra il ponte della Madonna e il ponte di San Martino, lungo l’argine. Progetto ambizioso, dove avremo la massima visibilità.
Alla caserma Marras avremo la possibilità di 250 mq al pian terreno per allestire il nostro Museo permanente dedicato ai reparti nati in Conegliano. Già iniziato a raccogliere reperti, pezzi storici. Chi ha cose di una certa rarità, anche documenti, relativi a questi reparti, si faccia avanti.
E’ in fase evolutiva la gara sezionale di bocce a livello intersezionale.
In programma anche un libro, qualcosa di diverso dal solito. I gruppi devono dare una mano per confezionare le notizie da tramandare. Siamo aperti a qualsiasi suggerimento.


Floriano Zambon:
Carne al fuoco ce n’è abbastanza. Non mancherà la generosità e la disponibilità, come nelle manifestazioni precedenti. E’ importante che gli alpini raccolgano le loro esperienze attraverso una documentazione. Le cose fatte meritano di essere divulgate.
5. Relazione finanziaria 2003.
6. Bilancio di previsione per il 2004.
Il tesoriere Maurizio Granzotto espone il bilancio consuntivo, al quale fa precedere un breve commento sui dettagli delle spese.


7. Relazione dei Revisori dei Conti.
Il giorno 20 febbraio 2004 si è riunito il Collegio dei Revisori dei Conti, presso la sede della Sezione ANA di Conegliano per i controlli contabili di fine esercizio. E’ stato eseguito un controllo accurato di alcune voci attive e passive e relative pezze giustificative. Il controllo ha evidenziato la corrispondenza esatta tra le pezze giustificative ed i movimenti contabili. E’ stato adottato il metodo del campione rappresentativo.
Alla luce di quanto esposto DICHIARA
- i movimenti contabili analizzati corrispondono alla documentazione;
- non sono state rilevate anomalie contabili;
DELIBERA di approvare il Bilancio al 31/12/2003 così come redatto dal Tesoriere.
I Revisori dei Conti
Massimo Battistuzzi, Paolo Da Ruos, Mirko De Nardi


8. Relazione sul periodico FIAMME VERDI.
Viene data lettura della relazione del direttore Renato Brunello: Non ho molto da dire, perché i commenti e le eventuali critiche devono provenire dai soci, da tutti coloro che leggono attentamente Fiamme Verdi. Io mi limito a ricordare che l’anno 2003 è stato per Fiamme Verdi un anno senza dubbio straordinario e molto interessante, soprattutto dal punto di vista della consistenza (56 pagine a giugno e 68 pagine a dicembre) e dell’impaginazione, cercando, nei limiti possibili, seguire un raziocinio redazionale. Dicevo appunto anno straordinario in virtù di avvenimenti particolari, importanti, che hanno coinvolto la Sezione ed i Gruppi, impegnandoci un po’ di più del consueto. Qualcuno ha detto. che è stato il “Canto del Cigno”, perché probabilmente conosceva le mie intenzioni di lasciare. Non ho mai avuto la pretesa di essere un giornalista, ho cercato con l’esperienza acquisita nel tempo, di contribuire a far conoscere il DNA degli Alpini, la creatività socio-culturale della Sezione e dei suoi trenta Gruppi, attraverso anche l’organo informativo e informatico Fiamme Verdi. Determinanti è stato l'impegno dei componenti il Comitato di Redazione, che desidero ringraziare: Steno Bellotto, Ettore Bernardi, Claudio Lorenzet, Renzo Sossai, Francesco Tuan, Giorgio Visentin e tutti coloro che hanno inviato articoli, tra i quali: Cesare Antiga, Silvano Armellin, Claudio Breda, Italo De Candido, Guido Biasiol, Gianantonio Geronazzo, Giuseppe Lessi, Antonio Menegon e Sergio Dugone.
La lettera che ho inviato al Presidente Toni Daminato, all’inizio dell’anno, è chiara. Significativa la sua risposta. Gli sono grato dell’attenzione, dell’apprezzamento per il lavoro svolto. Ringrazio la Sezione per l’opportunità che mi ha dato nell’acquisire nuove esperienze, e tutti Gruppi per la collaborazione.
I ventisette anni, dei quarantadue di vita del periodico, sono stati per me gratificanti, forse con qualche intermezzo preoccupante, d’altronde non si possono raccogliere solo rose, ci sono anche le spine. Con tutto ciò posso ritenermi fortunato e soddisfatto per il compito che mi ero prefisso e che ho potuto realizzare con serietà, caparbietà e sacrificio, prerogative senza le quali non avrei raggiunto gli obiettivi. E’ tempo che qualcun altro prenda in mano la redazione e di conseguenza l’impaginazione. Per ora, se la Sèzione lo riterrà, resterò alla direzione responsabile, anche perché quest’anno 2004 ho dovuto versare all’Ordine dei Giornalisti la quota annuale, e la mia sostituzione comporterebbe delle spese e probabili disagi: quindi questo per motivi di continuità e per non incorrere a delle penalità. Suggerisco un incontro, in tempi brevi, dei componenti il Comitato di Redazione e coloro che desiderano collaborare, assegnando a ciascuno compiti specifici. Prima di concludere desidero rendere omaggio a quelle “Sante” persone che nel focolare domestico pazientano, riportando la poesia di Renzo Sossai: “Son tutte belle le donne degli Alpini” - Son tutte belle: siano madri, mogli, figlie e sorelle, sono come fiori di campo così splendenti di beltà nella loro spontanea semplicità. – Sanno cogliere i silenzi, sanno accettare le attese, sanno capire il senso dell’impegno, sanno spronare nel bisogno. Son tutte belle le donne degli Alpini - Bravo Renzo, hai saputo interpretare il pensiero di tutti gli Alpini con magnificenza. Chiudo con un particolare elogio a Claudio Lorenzet che, attraverso il “sito internet” ha messo in grande risalto
l’attività della Sezione e dei Gruppi e pubblicizzato Fiamme Verdi.
Buon lavoro e in bocca al lupo!


Antonio Daminato:
Renato Brunello ha dato le dimissioni dopo 27 anni. L’ho ringraziato di cuore per quello che ha fatto per la nostra sezione. E’ stato l’anima e il corpo di Fiamme Verdi. Sappiamo quanto sia importante è la funzione della stampa. Ha svolto questo compito con le sue caratteristiche, con la sua volontà e con la sua dedizione. Un giornale accettabile ed apprezzabile. Penso sia giunto il momento di cambiare qualche cosa. Nel nostro ambito abbiamo delle persone capaci, forse con meno tempo di Renato. Sono certo però che queste persone troveranno il modo di poter arrivare a confezionare un giornale ben fatto. La settimana scorsa si è riunito questo comitato di redazione che sarà la struttura di Fiamme Verdi. Sono uscite delle idee importanti, come lo stampare 3 numeri per avere notizie più fresche, più attuali. Le entrate per pubblicità sono calate. C’era solo Renato che se ne occupava. Ogni capogruppo dia un’occhiata attorno a se, per trovare qualche persona disposta a sostenere il nostro giornale. Buon lavoro al nuovo comitato di redazione.


Floriano Zambon:
Penso che la qualità della pubblicazione sia indiscutibile. Per la sezione è fondamentale avere uno strumento divulgativo. Fondamentale che una associazione così corposa, come gli alpini, possa dialogare con l’esterno.


9. Relazione sulla Protezione Civile.
Andrea Danieli:

Signori presidenti, consiglieri sezionali, capigruppo, alpini delegati, buon giorno a tutti. L’incarico di coordinare le attività della protezione civile sezionale, mi è stato proposto lo scorso mese di marzo dal Presidente dottor Antonio Daminato, che ringrazio, per la fiducia che mi ha accordato.
Accettando l’incarico, di fatto, ho sostituito il bravo Ettore Bernardi, che ha svolto il suo compito con professionalità, passione, dedizione e bravura, nel periodo durante il quale ha coordinato le attività dell’unità. Il coordinamento efficace ed efficiente delle attività dell’unità richiede tempo e dedizione, anche se, all’esterno, a volte, tutto può sembrare semplice: bisogna esserne coinvolti per rendersi conto di quanto tempo si debba dedicare per fare le cose fatte bene!
Tutti leggete “l’Alpino”, quindi siete già a conoscenza degli avvicendamenti che ci sono stati a livello nazionale per quanto riguarda la protezione civile dell’ANA.
Al generale Maurizio Gorza, già coordinatore del terzo raggruppamento triveneto, è stato affidato l’incarico di coordinatore nazionale, in sostituzione di Antonio Sarti, eletto a marzo dell’anno scorso alla carica di presidente della sezione di Bergamo.
Di recente Orazio D’Incà, della sezione di Belluno, è diventato il coordinare della protezione civile del terzo raggruppamento triveneto. Per quanto riguarda l’unità sezionale, l’anno appena trascorso, è stato sostanzialmente tranquillo. Fortunatamente, non c’è stato il bisogno di far intervenire i volontari in soccorso a popolazioni colpite da calamità naturali: meglio così. Le attività sono continuate, in particolare per informare i volontari delle ultime disposizioni, o delle novità che riguardano la protezione civile, anche attraverso delle riunioni periodiche indette nelle sedi dei gruppi. L’anno scorso siamo stati ospitati nelle sedi dei gruppi di Solighetto, Santa Lucia di Piave, San Vendemiano e Codognè; per ultimo, ma ormai questa rientra nella cronaca di quest’anno, il gruppo di Refrontolo ci ha ospitato il 27 febbraio scorso. In tutte queste sedi, siamo stati accolti con i guanti bianchi. Non ci sono parole per ringraziare quanto è stato fatto nei nostri confronti.   Ai Capigruppo Giovanni Mazzero, Claudio Bernardi, Manuele Cadorin, Valter Ortolan, Tarcisio Stella e a tutti gli alpini dei loro gruppi, i nostri ringraziamenti per il loro contributo. Se anche quest’anno dovesse esserci la disponibilità ad ospitarci, saremo ben felici di riunirci nelle altre sedi di gruppo.
Ho detto prima che l’anno scorso non è stato più di tanto movimentato. La tranquillità però è servita anche per riflettere e ritrovarci. Riflettere per cercare di organizzare al meglio le attività e per valorizzare le risorse dell’unità. Per gradi cercherò sinteticamente di dirvi ciò che abbiamo fatto. L’anno scorso purtroppo, sono mancati tre volontari dell’unità che sono andati avanti. In tutti e tre i casi, alla cerimonia funebre erano presenti molti volontari in tuta arancione. L’edizione dell’esercitazione triveneta di protezione civile, l’anno scorso si è tenuta a Schio, organizzata dalla sezione di Vicenza. Per la nostra sezione erano presenti più di 40 volontari che si sono ben distinti nei compiti assegnati. A novembre nella sede del gruppo di San Vendemiano c’è stata la consegna delle tute, da parte della Provincia di Treviso, ai volontari dell’unità sezionale e della squadra comunale ANA di San Vendemiano. A consegnare le tute ai volontari oltre al nostro Presidente e al capogruppo di San Vendemiano, c’erano l’assessore provinciale alla protezione civile signor Mirco Lorenzon, il sindaco di San Vendemiano, On. Guido Dussin e l’assessore alla protezione civile di San Vendemiano, dottoressa Paola Gardenal.
Inoltre l’anno scorso sono state consegnate sempre da parte della Provincia di Treviso alle sezioni di Treviso e Vittorio Veneto, due Land Rover da 7 posti ciascuna. Gli altri due mezzi saranno consegnati alle sezioni di Conegliano e Valdobbiadene, con molta probabilità entro la prima metà di quest’anno. Sempre in merito agli automezzi, la Regione Veneto ha già avviato la procedura per l’acquisto di un pulmino da 9 posti, da assegnare alla nostra unità di protezione civile. Speriamo di ricevere questo secondo mezzo, se siamo fortunati, entro la fine dell’anno. Recentemente la Provincia di Treviso ha consegnato anche due telefoni cellulari da utilizzare per le attività di protezione civile. Come già sapete l’unità sezionale è composta da squadre specialistiche: logistica, radio, sanitaria ecc.   Dovete sapere che la nostra squadra sanitaria è stata la prima squadra sanitaria sezionale ad aderire all’unità di pronto intervento medico del terzo raggruppamento. L’unità di pronto intervento sanitario ha sede presso il deposito di Vicenza, ed è coordinata dal responsabile nazionale di sanità dottor Giarretta. La stessa unità dispone di attrezzature sofisticate, e’ composta da una decina di medici e da 25 paramedici, oltre ai volontari del logistico. Pertanto, i nostri volontari della squadra, all’occorrenza andranno a rafforzare questa realtà. La stessa procedura sarà adottata anche per la squadra radio.
Recentemente abbiamo avuto una richiesta di adesione alla nostra unità da parte di alcuni alpini e amici degli alpini, con la passione del volo.   Questi dispongono di 6 aerei, leggeri e di un elicottero, che vogliono mettere a disposizione per attività di protezione civile. E’ già stata contattata la sezione di Verona, che dispone di una squadra aerea. Stiamo mettendo a punto le modalità di impiego nell’ambito della prevenzione: se tutto andrà bene saremo la seconda sezione in Italia ad avere una squadra ANA di rilevamento aereo.
Tra natale e capodanno, precisamente il 26 dicembre, siamo stati allertati per l’emergenza Iran. La Regione Veneto, di concerto con le Province, ha chiesto che venissero attivate per questa emergenza, le sole unità dell’ANA di protezione civile, nonostante nel territorio ci siano diverse associazioni di volontariato. Riceviamo istruzioni di raccogliere in un brevissimo lasco di tempo, brande, coperte, carrozzine, sacchi a pelo ecc.. Raccogliere del materiale, in quel particolare periodo dell’anno non è stata un’impresa facile. A testa bassa si è buttato, Claudio Lucchet, con la collaborazione di Giuliano Zanin, il quale ha cominciato a martellare di telefonate i capigruppo per informali di quanto succedeva. Sensibili all’iniziativa, i capigruppo, senza perdere tempo, si sono attivati per informare per primi i parroci delle rispettive parrocchie, pregandoli di divulgare alla popolazione durante la messa, di quello che stava succedendo. Il “tam tam” ha funzionato, e, per l’ennesima volta, un’iniziativa di solidarietà portata avanti dagli alpini, è stata premiata con la fattiva partecipazione della gente. Infatti, molte persone hanno portato il materiale richiesto nelle sedi dei nostri gruppi, diventate per l’occasione dei veri e propri centri di raccolta. Addirittura sono stati consegnati dei beni nuovi, acquistati per l’occasione. Tutto il materiale raccolto dai gruppi, è stato consegnato al centro di raccolta di Lancenigo allestito per l’occasione dalla Provincia di Treviso. Finito il confezionamento della merce, da parte degli alpini il 29 gennaio scorso, si è proceduto a caricare il tutto su 6 bilici, pronti per l’imbarco verso l’Iran. In Iran ci sara’ personale italiano che provvederà alla distribuzione. Un grosso risultato è stato raggiunto dai gruppi della nostra sezione, i quali, assieme alle 3 sezioni presenti nella provincia, hanno raccolto beni per un valore di 499.644 euro: 4.099 coperte, 345 sacchi a pelo, 65 tende, 104 brande 16 carrozzine per disabili, 52.034 indumenti e 704 paia di scarpe.
Come è avvenuto per il successo dell’esercitazione triveneta del 2002, per la quale gli echi non si sono ancora spenti, dato che tutt’oggi la sezione di Conegliano riceve i complimenti. Anche per l’operazione Iran, i notevoli risultati raggiunti sono legati alla partecipazione attiva dei gruppi: senza il loro coinvolgimento non sarebbe stato possibile ottenere un tale riscontro. E’ gratificante sapere che le persone si fidano degli alpini: si fidano perché la penna che portiamo sul cappello, è un sinonimo di serietà e di garanzia. E pensare che qualcuno fa di tutto per eliminarci, però, al momento del bisogno, ricorrono sempre agli alpini.
Il prossimo impegno dei volontari dell’unita’ sezionale sarà la maratona di Treviso in programma per domenica prossima 14 marzo: dato che siamo convenzionati con la Provincia di Treviso, non potevamo non contribuire alla riuscita della manifestazione. Gli aspetti relativi alle modalità di utilizzo dei nostri 40 volontari che parteciperanno, sono state curate, con gli organizzatori della maratona, da Claudio Lucchet e Giuliano Zanin.
A novembre, due volontari dell’unita’ di protezione civile, Campodall’Orto e Tomasi, entrambi del Gruppo di Ogliano, hanno ricevuto la segnalazione del premio Civilitas: complimenti.
Una delle attività che intendo fare é quella di proporre all’attenzione dell’assessore provinciale alla protezione civile un progetto, che se recepito, potrà interessare tutte e quattro le sezioni trevigiane. Il progetto è mirato al presidio del territorio: in sostanza impegnare i volontari nei fine settimana in attività di prevenzione. Qualcuno afferma che la protezione civile dell’ANA non e’ visibile come altre associazioni. Se per visibilità si intende farsi vedere agli altri con la tuta addosso a sagre paesane, o in altre attività similari, questa non è visibilità. L’ho detto l’anno scorso e lo ripeto anche quest’anno: quel modo di agire è solo puro esibizionismo e non protezione civile.
La protezione civile dell’ANA e’ considerata la “punta di diamante” per come opera, però nel variegato mondo della protezione civile c’e’ di tutto, i volontari che hanno partecipato alle emergenze se ne sono resi conto. Volontari, che arrivano bardati di tutto punto, neanche fossero dei generali, dispongono di mezzi dell’ultima generazione e spesso non sanno fare niente, però, come la pensa qualcuno, questa e’ visibilità. E’ anche capitato che arrivassero nelle zone disastrate senza un minimo di autosufficienza, diventano loro stessi, un’emergenza nell’emergenza. Comunque la nostra visibilità non e’ quella che intende qualcuno, quella di girare per le strade con i mezzi assegnati per fare protezione civile, tanto per farsi vedere, magari poi quando capita e dovrebbero servire non ci sono. La nostra visibilità sta nella forza di aiutare in silenzio chi si trova in condizioni precarie, tradotto in italiano un motto latino recita: l’importante è esserci e non apparire.


10. Determinazione della quota associativa per il 2004.
Il Consiglio Direttivo popone di lasciare invariata la quota sociale spettante alla Sezione. Da aggiungere il contributo straordinario di 2 Euro per il 2004 ed eventualmente per il 2005, per le attività collegate all’80° della sezione.

L’assemblea approva all’unanimità.


11. Nomina di 9 delegati all'Assemblea Nazionale.
Oltre al presidente, membro di diritto, vengono nominati: Enzo Faidutti, Carlo Zoppas, Davide De Nardo, Manuele Cadorin, Ezio Marchioni, Claudio Bernardi, Mauro Cisotto, Giuseppe Benedetti, e due riserve: Martino Bertuol Antonio Viezzer.
L’assemblea approva all’unanimità.


12. Discussione ed approvazione delle relazioni.

Enzo Faidutti: E’ interessante la presenza di notizie della sezione presentate sul Gazzettino o su altre testate. Pensiamo di mettere in atto tutto questo in un futuro molto breve. Il cambio della direzione alla redazione del giornale Fiamma Verdi ha rallentato questa attività. La riunione del comitato di redazione riorganizza ha previsto una intensa e maggiore attività anche per quanto riguarda la visibilità. La visibilità è stata raccomandata in modo particolare in tutte le riunioni nazionali che riguardano la stampa alpina. Quando parliamo di visibilità non parliamo solo di farci vedere, ma di comunicazione all’opinione pubblica riguardando a quanto noi facciamo nell’interesse della società. Quindi saremo presenti anche sui quotidiani. Le Fiamme Verdi avranno dei nuovi programmi. Sicuramente per ogni uscita avranno un articolo di fondo, l’anagrafe alpina sarà rispettata, ci saranno dei servizi più freschi perché con tre numeri potremo comunicare tutti quanti gli avvenimenti della nostra sezione, ma anche gli avvenimenti a carattere nazionale che hanno importanza sul futuro delle truppe alpini e di noi soci alpini.
La collaborazione è molto importante. Recentemente abbiamo dovuto mandare al Centro Studi dell’Ana che riguardava l’attività delle sezioni e l’attività dei gruppi alpini nell’anno 2003, abbiamo avuto delle grosse difficoltà e non tutti i gruppi sono stato in grado di fornire notizie di prima mano. Questo porta a una mancanza di testimonianze sui nostri posteri su quello che noi alpini siamo in grado di fare ed abbiamo fatto. Anche per ciò che riguarda la protezione civile. Un po’ di collaborazione da parte di tutti ci permetterebbe di essere più presenti e di essere più visibili. Un mese fa, a Cargnacco c’è stata la commemorazione annuale della Battaglia di Nikolajewka, quest’anno non è stata commemorata da un reduce o da un ufficiale degli alpini, come avveniva negli anni precedenti, è stata commemorata da un prete, che non ha fatto la guerra, un prete della nuova generazione, però ha saputo parlare degli argomenti che riguardano gli alpini, proprio con uno spirito alpino.
Credo che anche se le nostre fila si stanno riducendo per ovvi motivi, noi possiamo essere continuamente vivi e vitali con un po’ di collaborazione in più. Una particolare richiesta a tutti i capigruppo di far pervenire al comitato di redazione le notizie che riguardano i gruppo ed anche una partecipazione più attiva nel far pervenire tempestivamente le notizie: questo ci permetterà di pubblicare un pagina sui giornali quotidiani, Gazzettino, o Tribuna, o altri, come fa la sezione di Belluno, ogni martedì. Possiamo farlo anche noi. Abbiamo forse mezzi superiori e una capacità di notizie superiori. Chiedo al Presidente la possibilità di poter partecipare più attivamente al Centro Studi dell’Ana del quale io sono delegato della Sezione di Conegliano, in modo da poter arrivare anche su quelli che sono gli atti della sede nazionale con la nostra presenza, e perché questi atti della nostra attività possano essere rimandate ai posteri e soprattutto ai giovani che sanno molto poco di quella che è l’attività degli alpini.
Padre Turoldo, partigiano di Dio, uno che ha combattuto per la propria fede, ma che ha molti valori che riguardano anche noi alpini, scriveva: Ama, saluta la gente, dona, perdona, ama ancora e saluta, nessuno saluta del condominio ma neppure per via, dai la mano, aiuta, comprendi, dimentica e ricorda solo il bene, del bene degli altri godi e fai godere, godi del nulla che hai, del poco, giorno dopo giorno, eppure quel poco se necessario dividi, e vai via leggero dietro il vento e il sole e canta, vai di paese in paese e saluta, e saluta tutti, il nero, l’olivastro, e perfino il bianco, canta il sogno del mondo, che tutti i paesi si contendano d’averti generato.

Lino Chies:
Quale presidente del comitato per il gemellaggio Rossosch, sono a ringraziare il sindaco per aver accettato di gemellare la città di Conegliano con Rossosch. E’ stato per noi motivo di grande soddisfazione. Abbiamo visto quanto questa popolazione ci sia amica, e in quanta considerazione sono tenuti gli italiani, nonostante siamo stati degli invasori. La bontà d’animo degli nostri alpini è riconosciuta a distanza d’anni. A Rossosch abbiamo fatto un parco che ha arricchito la posizione urbanistica dell’asilo. Cercheremo di porta avanti questo gemellaggio, perché ci sia uno scambio, oltre che fisico, soprattutto culturale.
Mi rivolgo ora ai capigruppo circa i lavori che stanno facendo presso le loro sedi o territori. Parliamo delle legge 626 per la sicurezza, e per quanto riguarda i cantieri della 494. E’ un tema molto delicato, e difficile. Ci stiamo lavorando da due anni. A livello nazionali abbiamo fatto degli incontri con vari assistenti universitari e giudici, perché il problema è di attualità. Abbiamo chiarito che il problema è scottante. Siamo in attesa di un vademecum su cosa possiamo fare, e quali misure dobbiamo adottare, e quali saranno i responsabili, quali le condizioni per poter realizzare le nostre opere.
Da cinque anni ci rechiamo a Praga per commemorare e per pregare sulle tombe dei nostri 5.000 soldati caduti in un campo di prigionia. Ringrazio il sindaco che ci da la possibilità di portare il gonfalone di Conegliano. Il console mi ha confermato che quest’anno sarà presente il presidente della Repubblica. Vorrei che la mia sezione fosse presente in forze in questo cimitero di guerra pressoché abbandonato, dove gli alpini da 5 anni vanno a pregare.

Claudio Lorenzet:
Voglio fare solo due considerazioni e spero che alla fine non mi diate del matto. Ma credo di interpretare i sentimenti di più di due o tre delegati, oggi presenti, con i quali ho avuto occasione di parlare nei giorni scorsi.
Non voglio essere come il prezzemolo. Posso considerarmi ancora "ben voluto" dal popolo alpino? Questo me lo ha detto e scritto, giorni fa, un collaboratore, Alpino, della mia età, che si è adoperato, si adopera per la sezione e spero lo continuerà a fare anche nel futuro.
Per me è una cosa veramente disarmante che chi ha dedicato una parte importante del proprio tempo per l’associazione arrivi a fare una riflessione del genere.
La mia risposta è stata: non sei tu che ti devi tirare in parte, ma ci sono ben altre persone che dovrebbero avere l’umiltà di farlo.
Vorrei essere come il prezzemolo. Mi piacerebbe sentirlo da tutti voi che oggi siete qui. Vorrebbe dire che volete, che vogliamo bene all’associazione, ai nostri gruppi e alla sezione, che marciamo tutti in un’unica direzione. Purtroppo spesso e volentieri prevale è il campanile.
Campanile che vuol dire il gruppo, ma spesso anche il gruppetto di potere all’interno del gruppo, qualche volta l’interesse personale. L’associazione ha bisogno di tanto prezzemolo, ma di quello buono.
Ha bisogno Alpini con la A maiuscola, che non dosano le loro azioni in base alla convenienza personale o all’interesse di un gruppetto, o per rompere la balle a una o più persone, perché non la pensano come loro o non fanno quello che loro vorrebbero
Ha bisogno di Alpini che agiscono per l’interesse comune. Ci sono tra noi degli Amici degli alpini che hanno la A più grande di noi che abbiamo fatto la naja.
Ha bisogno di consiglieri, di gruppo e di sezione, con la C maiuscola, che non si limitano a partecipare a qualche consiglio, a qualche raduno e poi sono degli emeriti sconosciuti. Vivere l’associazione non è questo, bisogna avere idee, proporre, caricarsi dei problemi associativi, non lasciare che se la sbrighino gli altri.
Ha bisogno di manovali, e per fortuna che abbiamo anche quelli, ma gli arti di un corpo senza la testa pensante sono inutili, e vanno tutti per vie diverse.
E’ ora di dire basta alle mezze misure, alle mezze parole dette sottovoce. I problemi non si risolvono facendo come gli struzzi. Bisogna dire pane al pane e vino al vino. Dobbiamo discutere delle cose serie e non perderci sulle banalità. E invece continuiamo con le banalità, senza affrontare i veri problemi che a distanza di anni continuano a ripresentarsi e in forma sempre più recrudescente e smonano (è un termine non ortodosso ma che rende l’idea) anche il più temprato.
L’associazione deve continuare a vivere o no? - Cosa vogliamo fare per il futuro? - Siamo o non siamo   disponibili a dedicare parte del nostro tempo all’associazione? - La Sezione cos’è? E’ una fantomatica estraneità o sono i 5.500 soci o è il presidente con il suo consiglio o è un’entità solo amministrativa? - Cosa pretendiamo noi dalla Sezione e cosa la Sezione pretende da noi? - Dov’è il mio Gruppo quando la Sezione chiama?
Tutte queste riflessioni le possiamo racchiudere in quest’ultima domanda: l’associazione io la servo o la uso?

Egidio Morbin:
L’ultima edizione della gara di bocce si è tenuta a San Fior, 24 coppie partecipanti. Ha vinto Pianzano. La gara è sentita, peccato che non ci sia più partecipazione.
Per il 2004 si è già prenotato il gruppo di Pianzano. Sarà il 13° Trofeo sezionale.
Nel 2005 in occasione dlel’80° ci daremo da fare per organizzare una gara intersezionale.

Silvano Armellin:
Quest’anno è il decennale della Marcia di Primavera. La partecipazione è allargata a tutti i gruppi. Vorremmo assegnare ad ogni gruppo un bambino, da portare con la carrozzella lungo il percorso. L’appuntamento alla Chiesa di Costa il 1° maggio.

Vittorio Pavan:
Auspico che l’80° sia anche l’occasione per presentare realtà minori presenti sul territorio, tipo i cori minori, che possono avere lo spazio per visibilità e dare il loro contributo.

Renato Brunello:
Alcuni giovani hanno promesso di dare una mano per Fiamme Verdi. Le critiche fatele nell’ambito della sede, del gruppo, non in osteria. Dateci una mano. Alcuni gruppi sono latitanti da troppo tempo.

Lauro Piaia:
Colletta alimentare, raccolta record di 175 quintali di alimenti. Ringrazia i capigruppo e i loro alpini. Ha già trovato i supermercati per gli 8 gruppi che mancano ancora all’appello.

Andrea Danieli:
In merito alla vita associativa, ricordo che sono in discussione alcune modifiche al regolamento sezionale. Per questo motivo, così come ho già detto l’anno scorso, sarebbe, a mio avviso, anticipare di almeno sei mesi, la riunione dei capigruppo per la designazione dei candidati al consiglio sezionale, fissandola per settembre o ottobre. Questo ci permetterebbe di pubblicare nel numero di dicembre di fiamme verdi un breve profilo individuale dei candidati ed una loro foto. Io ricevo periodicamente a casa il giornale della sezione di Bergamo. Come potete vedere nel numero di dicembre, c’è una pagina dedicata ai candidati al consiglio sezionale con le fotografie. Questo dovrebbe essere fatto anche dalla nostra sezione. Altro aspetto: se per esempio si devono eleggere 4 nuovi consiglieri, dovrebbe essere proposto almeno il doppio dei candidati.Per quanto riguarda la proposta di scegliere il presidente tra i consiglieri sezionali, da parte dello stesso consiglio di sezione e non più dall’assemblea dei delegati, io non sono d’accordo. L’assemblea dei delegati, in quanto sovrana di tutte le attività, elegge il presidente, e non è certo competenza del consiglio di sezione determinare la figura del presidente. La scelta del presidente da parte del consiglio potrebbe, a mio avviso, infatti creare dei conflitti all’interno dello stesso con effetti negativi anche per le normali attività della sezione.

Conclusa la fase di dibattimento si passa all’approvazione delle relazioni.


14. Approvazione modifica regolamento sezionale
Dopo aver dato lettura e distribuiti ai convenuti copia delle modifiche si passa all’approvazione articolo per articolo.
Art. 2 – unanimità
Art. 6 – unanimità
Art. 7 – unanimità
Art. 8 – unanimità
Art. 16 – unanimità
Art. 18 – unanimità
Art. 22 – unanimità
Art. 9, art 15 c1,c2,c3 – proposta del consiglio: 2 favorevoli, 187 contrari – proposta capigruppo: 2 contrari, 187 favorevoli.
Art. 24 - unanimità
Art. 25 – proposta del consiglio: 6 favorevoli, 183 contrari – proposta capigruppo: 6 contrari, 183 favorevoli

Si vota anche per dare immediata esecuzione all’articolo che contempla la nomina della Commissione Verifica Poteri, non prevista dal Regolamento, ma che già esisteva ed operava in tal senso, e che veniva confermata di anno in anno.


I 5 membri della Commissione Verifica Poteri saranno:
Claudio Bernardi, Antonino Cais, Paolo Da Ruos, Emilio Maschietto, Franco Zanardo.


14. Elezione di n. 7 consiglieri
Si procede alla votazione per la sostituzione di 7 consiglieri scaduti.

Risultato della votazione a scrutinio segreto. Aventi diritto 189, votanti 189, schede valide 179, bianche nessuna, nulle 10. Voti dispersi 1.

Risultano eletti con i seguenti voti:
Giordan Luciano 168 voti, Francesco Tuan 167 voti, Luigi Perencin 165 voti, Mauro Cisotto 155 voti, Giorgio Visentin 151 voti, Giuseppe Benedetti 145 voti, Ezio Marchioni 106 voti.
Hanno inoltre ricevuto voti: Mario Luca 80 voti.
L'assemblea è sciolta alle ore 12,00
Conegliano, 7 marzo 2004