IL NOSTRO GIUBILEO

Le Sezioni di CONEGLIANO e VITTORIO VENETO
unite nella celebrazione di Follina

Follina 17/18 giugno 2000


Dicembre 2000

L’amicizia che lega gli Alpini di Conegliano e di Vittorio Veneto è ben nota, essendo all’origine della collaborazione nell’intervento di Assisi. Le due Sezioni hanno voluto celebrare assieme anche il GIUBILEO degli ALPINI.
La sera di venerdì 16 Giugno, nella chiesa di S. Martino a Conegliano la manifestazione è stata preceduta da una CELEBRAZIONE LITURGICA PENITENZIALE, presieduta dal cappellano sezionale Don Domenico Perin e concelebrata da altri otto sacerdoti. Il “nostro” don Roberto Camillotto ha guidato una riflessione, incentrata principalmente su una rilettura dalla preghiera dell’Alpino



Sabato pomeriggio, presso il Monumento ai Caduti di Piazza IV Novembre, è stata accesa e benedetta da don Domenico la fiaccola giubilare. Con una spettacolare staffetta, organizzata dal GSA, che ha percorso le strade dei paesi ove operano i nostri Gruppi, questa è stata portata a Follina, dove si è unita alla fiaccola partita da Vittorio Veneto.

Nella straordinaria cornice del chiostro dell’abbazia di Follina, dove echeggiavano le suggestive note di brani alpini interpretati dai cori Col di Lana e Corocastel, le due fiaccole sono state consegnate ai Presidenti Gai e Carnielli che hanno acceso 49 lumi, a significare i 49 Gruppi delle due Sezioni.

Domenica mattina la manifestazione è stata aperta da un breve Sfilata - Pellegrinaggio guidata dalla Fanfara Alpina di Conegliano che, per l’occasione, aveva aggiunto al suo repertorio classico, l’inno del Giubileo. E proprio al suono di queste note gli Alpini sono entrati nella Basilica varcando la Porta Santa. Prima della Messa, celebrata dal Vescovo di Vittorio Veneto, dal fuoco dei 49 lumi il Consigliere Nazionale Fioravante Piccin ha acceso la lucerna portandola all’altare.
Nell’omelia il vescovo ha rivolto ai partecipanti parole di saluto, plauso ed incoraggiamento. All’Offertorio in segno di amicizia e ringraziamento sono stati portati all’altare il pane ed il vino, un cappello alpino, le offerte raccolte tra i Gruppi, il libro delle Penne Mozze, quello del nostro 70° e della Madonna della Neve. Il coro ANA di Vittorio Veneto ha animato la liturgia con i brani del suo repertorio religioso.
A fine cerimonia Nino Geronazzo ha letto una lettera inviataci per l’occasione dalle “nostre” suore Clarisse di Assisi.

Un incontro conviviale di chiusura è stato organizzato dal Gruppo di Follina. Pochi però si sono fermati a degustare il magnifico spiedo.

Chi non ha potuto partecipare, come chi non ha voluto essere presente a questo straordinario evento vissuto dalle due Sezioni, ha veramente perso una grande occasione: umana, alpina spirituale.

Battista Bozzoli


Dalla lettera inviataci dalle Clarisse di San Quirico in occasione del nostro Giubileo.

…E poi celebrare il Giubileo vuol dire ricordare i doni, i momenti di gioia, di grazia, e anche questi sono moltissimi. Prima fra tutti il dono dell'incarnazione. Pensare a quel Dio che ha creato i cieli e la terra, che ha plasmato i nostri volti e che un giorno nel tempo decide di divenire uomo, di sperimentare la bellezza e la fragilità della carne fino ad accettare la morte per restituirci la vita. Ecco, questa coscienza deve generare in noi una gioia infinita, capace di dilatare i nostri orizzonti verso significati eterni. E questa gioia prende forma e volto per noi negli eventi straordinari e in quelli ordinari e semplici di ogni giorno.
Come non dare il nome di Giubileo alla nostra amicizia, che è cresciuta giorno dopo giorno nella ricostruzione del monastero di San Quirico? In queste occasioni si tocca con mano la bellezza e il mistero dei valori come l'amicizia, la speranza, la condivisione, l'amore. Così il nostro passo è segnato da momenti irripetibili, e viene il giorno in cui ci è chiesto di voltarci indietro e di guardare con meraviglia tutta questa strada che non si è percorsa da soli, ringraziando Dio per il dono del vivere, del credere, dell'amare. Carissimi amici, celebriamo così il nostro "Giubileo": portando con noi, stretto tra le mani, tutto ciò che abbiamo sperimentato, tutto ciò che abbiamo ricevuto e donato, tutto ciò che ha segnato la nostra storia, negli eventi sofferti e felici, perché noi siamo la memoria vivente di tutto ciò che Dio ha compiuto in noi. Vi siamo sempre vicini e vi salutiamo con affetto.

Le vostre sorelle clarisse