DON CARLO GNOCCHI


Settembre 1999

DON CARLO GNOCCHI torna tra i suoi alpini:
AL COMANDO DELLA “TRIDENTINA:

presentata la nuova edizione di Cristo con gli alpini

Da alcune settimane è in libreria Cristo con gli alpini, uno degli scritti più famosi di don Carlo Gnocchi, secondo volume della Collana editoriale a lui dedicata e curata dalla casa editrice Ancora. Mercoledì 12 maggio è stato presentato ufficialmente presso il Comando Brigata alpina Tridentina di Bressanone (BZ).
L’avvenimento, organizzato dalla “Tridentina” in collaborazione con la Fondazione don Carlo Gnocchi, ha visto la partecipazione di circa 200 persone e d’importanti autorità militari, civili e religiose che hanno seguito con commossa attenzione i relatori: Il Comandante della Brigata alpina Tridentina Gen. Luigi Rossini, il Pro Preside dello Studio Teologico Accademico di Bressanone Canonico Prof. Karl Golser, del Presidente della Fondazione mons. Angelo Bazzari e la lettura di un brano dedicato a Don Carlo Gnocchi dallo scrittore Mario Rigoni Stern, suo compagno d’armi e protagonista anch’egli di quella tremenda esperienza della Campagna di Russia.
Questa nuova edizione del testo esce con la Prefazione di Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo Ordinario per l’Italia, la Presentazione del Generale Luigi Rossini, Comandante della Brigata Alpina Tridentina e l’introduzione – in forma di “lettera ai giovani” – di Mons. Aldo Del Monte, Vescovo Emerito di Novara, ex cappellano militare, grande amico di don Gnocchi e suo compagno nella Campagna di Russia.

Cristo con gli alpini è il racconto-diario scritto da don Carlo nella sua veste di cappellano della Divisione Alpina Tridentina durante la spedizione in Russia nel corso della Seconda guerra mondiale; è una testimonianza sulla vita, le tensioni, le ansie, le paure, gli slanci di generosità e le mostruosità di una generazione di giovani mandati a combattere a migliaia di chilometri da casa e poi costretti ad una tremenda ritirata, nel rigore glaciale dell’inverno russo, inseguiti, circondati e percossi dal nemico. Pochi si salvarono da quella immane tragedia nell’inverno a cavallo tra il 1942 e il ’43.
Tra questi, scampò quasi miracolosamente anche don Carlo, partito per il fronte non tanto con lo slancio del combattente, ma con il piglio dell’educatore e del padre – seppur spirituale – disposto a seguire anche nel pericolo i giovani incontrati e formati negli anni di direzione spirituale dell’Istituto Gonzaga e dell’Università Cattolica di Milano, proprio per completare anche sui campi di battaglia l’opera educativa intrapresa nelle aule scolastiche.
Un testo ambientato nella guerra ma che contiene una grande nostalgia di pace, tra gente umile ma vera, che forse non capisce i motivi di una guerra così assurda e così lontana da casa. E’ tra questa gente (gli alpini) che don Gnocchi riconosce i segni più tangibili della presenza di Dio; è sui loro volti sfigurati dal freddo e dalla sofferenza che riconoscerà i lineamenti del volto del Cristo crocifisso.
Fino alla soluzione finale; dall’odio nascono i più bei segni d’amore. E così don Gnocchi, segnato da questa immane tragedia, impegna tutte le sue energie per accogliere ed assistere da subito i figli dei suoi Alpini che non ce l’hanno fatta a tornare a casa e poi i bambini offesi e feriti dalla guerra – i cosiddetti mutilatini – e, in seguito, quelli colpiti dalla poliomielite dando vita all’opera che oggi porta il suo nome; la Fondazione Don Carlo Gnocchi, una delle più importanti realtà no-profit in Italia con ben 18 Centri collocati in 8 diverse regioni, operanti nel settore della riabilitazione – con 950 posti letto residenziali e 533 per. “day hospital” – e dell’assistenza agli anziani prevalentemente non autosufficienti – con 1.165 posti letto.

Dopo “Cristo con gli alpini” seguirà, nell’ottobre di quest’anno, un’altra opera di don Carlo gnocchi: “Pedagogia del dolore innocente” con i commenti e le riflessioni del Card. Carlo Mario Martini, di Massimo Cacciari, di Francesco Alberoni, di Salvatore Natoli, di don Lui Ciotti, di mons. Gianfranco Ravasi, di don Bruno Forte e le illustrazioni del Maestro Arcabas.