TEMPO DI SPERANZA


Giugno 1994

Al Parlamento italiano oggi siedono 676 uomini nuovi su 945.
Chi non fosse, nonostante ciò, convinto del profondo cambiamento dello scenario politico, potrebbe scorrere la lista dei nomi dei nuovi Ministri e delle loro appartenenze ideologiche.
Tutti “debuttanti”, un’autentica rivoluzione. Così infatti ha deciso il popolo italiano.
Questa coraggiosa scelta degli italiani appare a tutti come la logica conseguenza di un grave stato di degrado economico, politico, amministrativo, e soprattutto morale.
Un degrado che sembra a tutti attribuibile a pessime gestioni e a pessimi gestori del passato.
Visto, perciò, che il “taglio” risulta evidente a tutti, appare giustificato e consequenziale definire “Seconda Repubblica” ciò che nel Paese inizia ora, dopo la frattura che l’elettorato ha voluto nei confronti di quanti gestivano corruzione ed intrallazzo con scontata quotidianità.
Le passate elezioni di marzo hanno, perciò, sancito chiaramente che il popolo italiano costituito, in maggior parte, da gente decisa e pronta al cambiamento pur di combattere l’immoralità e il ladrocinio che, a vari livelli, avevano pervaso la cosa pubblica.
Il rinnovamento in cui noi Alpini più speriamo è quello morale, mentre preferiamo lasciare le problematiche politiche e amministrative agli addetti ai lavori. Le nostre speranze nei confronti di un nuovo Governo sono in questo momento numerose: per noi penne nere come per qualsiasi altro cittadino cosciente e responsabile. Su questo Governo, infatti, non abbiamo per adesso dati né in bene né in male: possiamo solo nutrire speranze.
Ma qual’è la speranza che più anima noi Alpini? Certamente è l’auspicio che nella mente di chi ci governa vi sia un rapido e immediato ritorno della buona fede. Perché ognuno di loro prima di essere politico, giornalista, giudice o uomo di rappresentanza, sia prima di tutto uomo sincero, lavoratore, coerente ed onesto.
E a quanti si apprestano a governare che cosa vorremmo dire?
Certamente una cosa: noi che portiamo il cappello alpino continueremo ad essere quelli di sempre. Lo sappiano i nuovi come lo sapevano bene i vecchi. Perché noi Alpini, come diceva una scritta alla nostra adunata di Treviso, non cambiamo. Noi i nostri valori non li abbiamo sinora mai scordati, né traditi e nemmeno incrinati: sono e saranno sempre al di sopra delle parti, dei governi, delle coalizioni. Oggi come sempre solidali, tutti un unico cuore, pronti ad affrontare insieme ogni nuova salita, pronti ad operare e soccorrere ovunque ce ne sia bisogno, senza cincischiare, senza chiederci troppe cose.
Una pacca sulla spalla e si riparte.
Sempre.
Possa, anche il nostro Paese, fare come noi.

Renzo - Renato - Steno - Luigi Sandro - Nicola