DALLA SEZIONE


Dicembre 1992
E PERCHE' ALLORA

E perché allora
che eravamo poveri
si cantava?

Si cantava a sera,
e anche all’alba
il panettiere cantava
per le vie deserte.

Cantavamo tra i filari
nei gloriosi giorni di vendemmia:
e la gioia si spandeva a onde,
giù sulla pianura...

Ora siamo ricchi
e muti.

Ognuno è chiuso
nel suo appartamento,
non esiste più il «paese».

Estranei i familiari:
città senza amicizie,
dove nessuno si conosce.

E se conosci, spesso
più cresce la ragione
di essere diffidenti.

David Maria Turoldo

AVVICENDAMENTO ALLA “CADORE”
Il 5 ottobre il gen. Giovanni Papini ha lasciato il comando della Brigata Alpina Cadore, dopo più di due anni di permanenza a Belluno, ed è stato destinato a Napoli quale Capo Divisione Operazioni del Comando Forze Alleate Sud Europa. Papini ha lasciato non solo la Brigata Alpina, ma certamente e definitivamente le Truppe Alpine. Col suo cappello alpino lo vedremo solo alle nostre adunate. L’ha sostituito una nostra vecchia conoscenza, il gen. Franco Chiesa, che qualche anno fa era stato Capo di Stato Maggiore della “Cadore” e particolarmente legato alla terra bellunese ed anche a quella coneglianese. Si tratta quindi, dopo tante alternanze di notizie, di un felice ritorno e di questo ci complimentiamo vivamente. Il gen. Chiesa approda alla “nostra Brigata Cadore” dopo aver attraversato l'oceano, in quanto addetto militare all’Ambasciata di Città di Messico. All'amico Franco un “ben tornato” e un arrivederci a Conegliano.

NON SI PUO' GENERALIZZARE; ISOLIAMO CHI MALE OPERA
Eppure non ci sono soltanto “arroganti virgulti della politica“. Ce ne sono tanti disponibili, generosi, disinteressati, impegnati. Purtroppo però, questi non fanno notizia.
Purtroppo è l’arroganza che si distingue e fa. troppo spesso parlare, inquinando il positivo lavoro di chi opera correttamente dentro pubbliche amministrazioni, in enti locali, in strutture sociali. Così le cronache si occupano di comportamenti illeciti di chi se ne approfitta, che rappresentano una realtà negativa che è bene denunciare e combattere, senza nascondere la testa sotto la sabbia alla maniera dello struzzo, per usare un’espressione abusata.
Però non si deve generalizzare e fare di ogni erba un fascio. Va semmai separata l’erba cattiva dalla buona, e questo è possibile mettendo in risalto anche il bene. Anche il bene dovrebbe, deve fare notizia;
Questo dovrebbero sottolineare soprattutto i giornali, impegnati a formare oltre che a informare, visto che è quasi utopia chiedere tanta sensibilità alla cosiddetta stampa indipendente o sedicente laica.
Si metta dunque in bella mostra chi si sforza di operare con correttezza, con efficienza, nella solidarietà, chi si sforza di amministrare bene la cosa pubblica e di far funzionare strutture e servizi. Facciamo sentire isolati coloro che male operano, cerchiamo di creare un clima di consenso e di solidarietà attorno a chi agisce con pulizia, anche se talvolta è costretto ad attenersi a realistici comportamenti. La politica deve avere come riferimento i valori che portano a un benessere psicofisico, a un equilibrato sviluppo, ma deve procedere anche con i piedi per terra. Questo nostro sistema purtroppo fa troppa acqua da tante parti. Forti incrostazioni ne condizionano efficienza, credibilità, mutevolezza, rendendo problematico il dialogo tra cittadino e istituzioni.
È bene impegnarsi per ricucire strappi, per ricomporre il dialogo. Nessuno può sentirsi chiamato fuori, al di sopra delle parti. Tutti ci siamo dentro.
Antonio Cancian


PROMOZIONI
Siamo felici pubblicare che, ai sensi della Legge dell’8 agosto 1980 n. 434, con Decreto del Ministero della Difesa n. 001000/UE/434, è stato conferito - a titolo onorifico, il grado di TENENTE COLONNELLO ai nostri prestigiosi soci avv. Francesco TRAVAINI, già vice presidente della sezione, prof. Desiderio VIEZZER già capogruppo fondatore di Soligo; promozione al grado di MAGGIORE del primo capogruppo di rifondazione di Pieve di Soligo geom. Dino GRENDENE.
Ai benemeriti “veci” Alpini giungano le più sincere ed affettuose felicitazioni delle penne nere della sezione di Conegliano, accompagnate dall’augurio che possano compiacersi nel nuovo grado, per molti anni ancora.


RINNOVO DELLE CARICHE NAZIONALI U.N.I.R.R. E PRIMI ELENCHI DEI CADUTI CHE RIENTRANO IN PATRIA
Il Congresso Nazionale dell’UNIONE NAZIONALE ITALIANA REDUCI di RUSSIA ha deliberato a schiacciante maggioranza la riduzione da 3 a 2 Vice Presidenti Nazionali per snellire, centralizzare, uniformare i compiti istituzionali, evitare confusioni e scavalcamento di ruoli e mettere fine alle richieste di rotazione dell’effimera carica di un 3° vice Presidente Nazionale. Il Congresso ha quindi eletto all’unanimità il Gen. M.O.V.M. Giuseppe Joli Presidente Nazionale, 2 vice Presidenti Nazionali M.A.V.M dr. Melchiorre Piazza e l'Alpino Dr. Carlo Vicentini, nonché tutte le altre cariche della Presidenza Nazionale.
Sono già stati esumati dai Cimiteri di Zapkovo, Golumbaja, Krinitza e Seleny Jar circa 350 Caduti tra i quali gli Alpini dell’8° e del 9° Rgt.:
Btg Aquila, Vicenza e Val Cismon. L ‘U.N.I.R.R. è disponibile a fornire gli elenchi nominativi.


UNA LEGGE SIMILE NON SI FARA'

Da tempo ero tentato di scrivere queste righe peraltro destinate alla nostra isola verde, a noi alpini che certamente abbiamo un alto concetto dei doveri e della patria che vorremmo al vertice dei pensieri di tutti gli italiani ed in particolare dei nostri politici. Non vuoi essere retorica, ma al giorno d’oggi, quando l’uomo è ormai un “cittadino del mondo”, le responsabilità di ognuno di noi sono senz’altro più ampie e la dirittura morale, il rispetto degli altri uomini, sono le sole doti che possono garantire il progresso e la pace nel mondo.
Accorgersi però che proprio l’Italia, che tanto può dare, come cultura, come solidarietà, in effetti rischia essa stessa di dover chieder agli altri, di aver bisogno degli altri, mi spinge a rompere gli indugi. proprio di questi giorni la pubblicazione dei risultati di una demoscopea svolta a Milano che evidenzia come la maggior parte degli intervistati non ritiene con conveniente la candidatura di Milano alle Olimpiadi del 2000. Per me, che sono uno sportivo da sempre la notizia mi ha scoraggiato, soprattutto perché i motivi addotti sono l’inopportunità di spendere tanti soldi per una simile manifestazione seppur prestigiosa, mentre tante necessità sono da risolvere nel nostro paese. Questo è il vero motivo di queste righe. Non siamo più in grado, come nazione, di pensare grandi progetti, non possiamo più realizzare grandi cose. Solo qualche anno fa i nostri politici annunziavano orgogliosi che l’Italia faceva parte dei sette paesi più industrializzati del mondo anche il PIL (prodotto interno lordo) dell’Italia aveva superato quello dei cugini francesi e per la prima volta nella storia, quello dell’Inghilterra.
Però la Francia realizza opere grandiose, e solo per citarne alcune, il tunnel sotto la Manica, le ferrovie ad alta velocità, la città dei divertimenti Dysneyland, vicino Parigi, la più grande d’Europa, sicura fonte di lavoro e di sviluppo futuro per quel paese. E allora perchè lo stato italiano è così “povero” da pretendere il pagamento anticipato (da chi le paga) delle tasse dai cittadini, da non potersi permettere grandi progetti (ponte sullo Stretto, piano delle acque, rete antisismica etc.)? Purtroppo i nostri governanti si fanno sentire assai spesso per tappare buchi” sempre più grandi e frequenti nel bilancio dello stato, veri pozzi senza fondo, altro che grandi progetti.
Così la continua questua, si aumentano i ticket e le tasse in genere, si riducono gli interventi sociali, si riducono gli Alpini!
Eppure lo Stato ammette esso stesso che c'è un “sommerso” che eguaglia il bilancio dello stato e tutti noi, che lavoriamo, assistiamo spesso sbigottiti alle facili(e ostentate) ricchezze di autentici fannulloni, sia che svolgano attività illecite, sia che ricoprano cariche pubbliche, amministrative o, specialmente, politiche.
Non che tutti i politici siano ladri (per fortuna e chissà ancora per quanto), ma il livello di corruzione è ormai insostenibile e condiziona pesantemente la vita nazionale.
chiaro che qualsiasi episodio di corruzione, a qualsiasi livello nell’apparato dello stato. non è mai accettabile, ma ormai è prassi consolidata. ed in tutte le regioni d’Italia, che gli appalti pubblici, a seconda dei settori, lascino “per strada” tangenti che vanno dal 20 al 30% e le forniture allo Stato vengono maggiorate rispetto ai privati del 100-150%.
Fino a qualche tempo fa i “benpensanti” sentenziavano che la causa di tutti questi mali, di tutte queste evasioni fiscali, di questo accumulo illecito di grandi masse di denaro fosse la mafia siciliana.
Al giorno d’oggi è assai chiaro che la mafia non è un bubbone solo siciliano, e che in ogni caso è costo di ingenti quantità di denaro, in modo illecito e senza pagarvi le tasse. il più eclatante perché la realtà sociale dove è nata permetteva e permette. per l’alto tasso di disoccupazione, il reclutamento di manovalanza da poter anche “bruciare”, disponibile anche all’omicidio. Non che gli intrallazzi che avvengono nelle altre regioni d’Italia costino meno allo stato, anzi, se da una parte sono più rari gli omicidi. sono assai più frequenti le sottrazioni di fondi, anche ingenti, al controllo dello Stato, spesso con la parvenza di assoluta legalità (contrabbando d’armi. grosse transazioni fra grandi gruppi economici, bancari etc) solo per dirne alcuni. Credo che un’analisi ben più attenta di questa nostra, tutt’al più potrà essere semmai più precisa e particolareggiata, ma concordante nella sostanza.
E allora perché non si corre ai ripari? Possibile che fra tante menti del genio italico non siano sorte idee atte a formulare norme che blocchino questa sfrenata corsa all’arricchimento illecito con gravissimo danno etico, economico e sociale?
Per noi alpini, “scarpe grosse e cervello fino” è incredibile che non si riesca a farlo, soprattutto al giorno d’oggi, con le grandi possibilità tecnologiche di cui si dispone. La verità è che non lo si vuole fare.
Noi riteniamo che fondamentale, nello stato democratico, sia la possibilità, la libertà di ogni cittadino, di poter lavorare serenamente, di guadagnare tutti i soldi che può col suo lavoro, di arricchirsi anche, purché lo si faccia onestamente e si paghino le giuste tasse allo Stato. Lo Stato deve garantire questa possibilità ai propri cittadini e salvaguardarsi le regolari quote d’imposte con le quali organizzarsi e gestire la vita sociale.
Esistono oggi le possibilità tecnologiche per effettuare tali controlli? In Giappone (dove i problemi di evasione fiscale e di economia sommersa sono di gran lunga inferiori a quelli di tutti gli altri paesi occidentali, ed in tutti i cittadini è assai alto il senso dello stato), sono già allo studio da qualche tempo, in alcune città campione (Tsukuba,Tokyo, Kobe, Fikuoka) i controlli centralizzati di tutte le transazioni in beni e in denaro (città cablate). Pensate come andrebbero le cose da noi se in tempi reali (sic!) o almeno, diciamo, in tempi tecnici che permettano allo stato d’intervenire (non i tempi delle commissioni parlamentari per le stragi per esempio) si potessero controllare da parte dello stato, tutte le transazioni in beni e in denaro di tutti i cittadini. Di tutti, dico, compresi gli alti funzionari, gli alti e bassi uomini politici, le vecchiette prestanome e poi nullatenenti ai controlli postumi, i parenti, cugini e procugini, e quelli strani cittadini che tutti abbiamo visto con le toppe nel sedere e che nel giro di pochissimo tempo acquistano immobili per miliardi e vanno in giro con automobili di lusso!
Eccolo il motivo perché non si prendono questi provvedimenti, perché non si fanno queste leggi: lo abbiamo appena detto. Lo Stato democratico prevede che tutti i provvedimenti, tutte le leggi, riguardino tutti i cittadini. Ma i nostri politici, i nostri governanti hanno tutti un così alto senso dello stato? Considerano il potere politico un impegno di servizio o piuttosto la conquista del potere è per essi una conquista di privilegi? In più occasioni sono già state proposte in parlamento leggi per il controllo patrimoniale di fasce di cittadini. Si troverebbero certamente tutti d’accordo i nostri politici nel varare una legge che permettesse l'anagrafe patrimoniale di tutti i cittadini, escludendo naturalmente i politici stessi ed i loro amici. E lo Stato democratico?
La legge dev’essere uguale per tutti; operai, impiegati, commercianti, professionisti, dirigenti, funzionari e politici.
Ed è per questo che in Italia una legge simile non si farà.
Nello Torrisi
(da Sicilia Alpina)