COSENZA


Dicembre 1990

STRAORDINARIO RADUNO ALPINO A COSENZA

Brillante iniziativa degli alunni della 3 elementare (1988) ora 5 B di ORIOLO CALABRO (CS) che hanno inviato una lettera al Capo dello Stato e per esso trasmessa al ministero della Difesa richiedendo di conoscere dal vivo la presenza delle Penne Nere.
Il ministero della Difesa a sua volta ha trasmesso la richiesta alla sede centrale dell’A.N.A. a Milano, la quale si è accollata la richiesta degli scolari di Oriolo Calabro organizzando un raduno regionale a Cosenza nei giorni 28-29-30 Settembre.
Il Capo Gruppo del Gruppo Città Col. Giulio Dal Pos coadiuvato dal socio Giuliano Casagrande, ha organizzato la partecipazione a tale raduno, difatti chi in macchina, chi in treno e chi in aereo, la Sezione di Conegliano era ben rappresentata con la presenza di n. 16 soci cli cui alcuni anche con la gentile consorte.
I fulcri principali del raduno erano due: Sabato 29/9 partecipazione viva ad ORIOLO CALABRO con gli alunni della 5 elementare.
Domenica 30/9 partecipazione con la sfilata a Cosenza. Già venerdì pomeriggio 28/9 Cosenza era animata dalla presenza di un buon numero di alpini, tutti bene accolti dalla popolazione.
Il nostro gruppetto è sempre stato ben seguito dalla popolazione, sia di giorno sia di sera, per ascoltare i canti alpini e popolari che venivano eseguiti, data anche la presenza di diversi alpini coristi fin da boce.
Sabato 29/9 alle ore 8 è partita la massa di alpini per recarsi a Oriolo Calabro, paesino dell’entroterra ionica della piana di Sibari, gli alunni delle scuole elementari e tutta la popolazione hanno accolto gli alpini con orgogliosa e commossa “ITAUANITÀ” portatori di valori morali e sociali.
La cerimonia è stata semplice e significativa con i discorsi: del maestro di origine contadina Giorgio La Rocca commosso dalla presenza degli alpini per averli fatti sentire Italiani come noi e per averli convinti che, se lo vogliono, non sono soli in questa lotta mortale contro la delinquenza organizzata; del Sindaco Basile, che afferma che gli alpini non solo sono venuti dal nord e dal sud sin quaggiù, ma soprattutto hanno portato quei valori di verità e onestà necessari nella lotta contro la mafia e la camorra che deve incominciare dalle nostre coscienze, da quelle dei bambini come quelli della 5b che con la loro innocente richiesta sono riusciti a mobilitare gli alpini per uno straordinario raduno in Calabria.
Ha concluso il discorso del vice Presidente nazionale Nando Bonetti ringraziando per l’accoglienza e per la fiducia riposta nella “solidarietà alpina nelle parole e nei fatti”.
Da parte del Capo Gruppo Ten. Col. Giulio Dal Pos sono stati consegnati al Preside per la biblioteca della scuola due libri “60 anni di vita alpina a Conegliano” del 60° anniversario della fondazione della Sezione di Conegliano.
seguita una sfilata degli alpini per le vie centrali, (per Oriolo Calabro tali manifestazioni sono già una memoria storica) successivamente il pranzo ed un breve concerto della fanfara della Julia.
Verso sera, dopo il rientro da Oriolo, a Cosenza si è svolta la cerimonia per la deposizione della corona al monumento ai Caduti, dopo cena al teatro di Cosenza si è svolta la rassegna con i cori della Julia - Edelweis - La Preara - Roma, nonché il concerto con la fanfara della Julia, per tutti un successo strepitoso.
Domenica 30/9 a Cosenza è stata celebrata nel piazzale Loreto la Santa Messa al campo da parte dell’ordinario militare monsignor Marra (calabrese di origine), che nell’omelia ha sottolineato i valori comuni tra la gente Calabrese e le Penne Nere. La sfilata si è svolta per le vie centrali di Cosenza alla presenza, del presidente nazionale Leonardo Caprioli intervenuto malgrado i problemi familiari per la salute della gentile Signora, alla quale facciamo nuovamente gli auguri di una pronta guarigione, delle autorità civili e militari tra cui i Generali: Santini della regione Campania, Cauteruccio delle Truppe alpine, Rosa della zona di Palermo, Audizio e Carrara della zona di Cosenza, Forgiarini della Julia e il col. Ferrara della Taurinense.
Nell’ordinatissima e meravigliosa sfilata aperta dalla straordinaria fanfara della brigata alpina Julia, c’erano anche gli studenti di Oriolo; il Veneto ha sfilato con una rappresentanza molto consistente comprendente N. 10 Vessilli Sezionali: Bassano, Conegliano, Marostica, Padova, Treviso, Valdagno, Valdobbiadene, Verona, Vicenza, Vittorio Veneto, n. 36 gagliardetti dei Gruppi di cui n. 4 della nostra Sezione, la fanfara dell’ANA di Bassano che guidava il Veneto, i cori Edelweis di Borso del Grappa e La Preara di Lubiara di Caprino Veronese e di circa 140 alpini che chiudevano il settore del Veneto. Il raduno in terra di Calabria, che ha visto una forte partecipazione di alpini provenienti da tutte le regioni d’Italia e specialmente dal Veneto, ha portato agli alunni di Oriolo ed alla popolazione di Cosenza la fraternità e la solidarietà alpina, valori anche questi necessari per la lotta al malcostume esistente in tale regione. Sinceramente questo raduno ha avuto un grande successo specialmente per l’alto significato
morale portato in prima persona dagli alpini del nord sia a Oriolo Calabro che a Cosenza per “un gesto destinato a segnare il futuro sociale della Calabria”, significato apprezzato e condiviso dal presidente nazionale Leonardo Caprioli in un colloquio con il sottoscritto intercorso nella Hall dell’Hotel in attesa dell’ora di pranzo. Al quotidiano “IL GAZZETFINO”, che nei giorni 29-30 Settembre e 1 Ottobre 1990 ha pubblicato gli stupendi articoli del suo inviato Sig. Teddy Stafuzza su questo raduno degli alpini a Oriolo ed a Cosenza, vanno anche i nostri ringraziamenti in quanto partecipanti alla manifestazione. Successivamente gli alunni della 5 B di Oriolo hanno inviato al Gazzettino copia del tema in classe fatto dopo il raduno, in cui ringraziano gli alpini per la loro significativa presenza, concludendo con:
“Ciao alpini fanciulli d’Italia” I fanciulli di Oriolo Vi salutano e Vi attendono nuovamente”.
Giuliano Casagrande.


Gli alunni della 5/B delle scuole elementari di Oriolo Calabro con gli alpini.


Il nostro vessillo, portato da Longhino e scortato da Dal Pos, durante lo sfilamento


Gli alpini del Veneto


Il Presidente nazionale dr. Caprioli attorniato da alcuni alpini della nostra sezione


Gli alpini di Conegliano dopo la sfilata


Il Presidente nazionale dr. Caprioli con alla sua destra Giovanni Zanella, Giuliano Casagrande e Giovanni Daccò.


Accorato appello dalla Calabria dopo la visita degli alpini

"FRATELLI DEL NORD NON SEPARIAMOCI"

Egregio direttore,
sono il maestro elementare che ha portato gli Alpini in Calabria. Ho letto gli articoli che il Gazzettino ha dedicato all’avvenimento. Che io sappia, è l’unico organo di stampa che ha riportato il fatto. Può immaginare, perciò, con quanta gratitudine ringrazio lei personalmente e l’ottimo dott. Stafuzza che è venuto con gli Alpini e ha firmato gli articoli.
Approfitto per ringraziare ancora una volta quei mille generosi che sono venuti a portarci la loro solidarietà. io li chiamo «i Mille di Oriolo». in un certo senso sono venuti a completare l’opera dei Mille di Quarto,. portandoci l’immagine dell’italia unita e solidale. Per un giorno e per merito loro ci siamo sentiti italiani anche se non era mai accaduto. Non so se si percepisce la passione e 1’ emozione con cui scrivo queste parole.
Noi del Sud stiamo vivendo una tragedia immane. L’antistato dilaga, Non c’è più certezza di nulla tranne della violenza che monta ed aggredisce da ogni parte. Da noi si sta giocando una partita mortale che è decisiva non solo per il Sud, ma
per tutta la Nazione. Perciò dico agli Italiani del nord e soprattutto agli italiani delle Leghe: io capisco tutte le vostre ragioni e le giustifico; capisco e giustifico persino il vostro risentimento nei nostri confronti.
Ma per carità! non meditate propositi separatistici. Sarebbero propositi impossibili, perché le isole felici non esistono più. La mafia si vince al Sud per non averla al Nord. Uniti forse ce la facciamo; separatamente, no. O la uccidiamo insieme, o ci divora insieme. Non è possibile circoscrivere il tumore ad un solo organo: espande le metastasi e divora tutto l’organismo. Non c’è barriera protettiva capace di tenervene ai riparo.
Lo Stato restauri il diritto al sud, il diritto! La sua prerogativa prima. ‘Usi tutta la forza che gli rimane e vinca questa guerra; se la perde, non può più esistere come Stato, al sud come al nord. Questo è ciò che dobbiamo capire tutti, da Palermo a Bolzano.
Attenti: la mafia non è solo quella dell’alta finanza (la piovra). Sotto c’è una mafia più diffusa e più perniciosa che nessuno vede e di
cui nessuno si lamenta:
è la mafia del parassitismo pubblico. E inimmaginabile la folla di parassiti che lo Stato alleva e foraggia; né si può immaginare la protervia di questi magnaccia partoriti dalla prostituzione di stato. Certo, l’onesto padre di famiglia impiegato al Comune, alla Provincia, alla Regione, alla Usl, alla Comunità Montana, al cantiere della forestale ecc., non è mafioso nel senso che non spara però, quasi sempre prende lo stipendio assolutamente gratis. E guai a toccarlo! Ha dalla sua partiti e sindacati, i nemici dello Stato.
Per cui io non temo il miliardo rubato dal ministro; io sono terrorizzato dai miliardi che rubiamo noi, cittadini onesti. E la vostra generosa distinzione: da una parte la Calabria cattiva (la mafia), e dall’altra la Calabria buona, purtroppo non ha più senso. Ecco, è qui che si coglie la dimensione della spaventosa disfatta morale del nostro popolo. Noi non eravamo così! Negli ultimi decenni la morale pubblica ha avuto una evoluzione bizzarra che si può riassumere così:
rubare al privato è reato, rubare allo Stato è un diritto; e così rubiamo pressoché tutti.
Io, cattolico, rimprovero la Chiesa. C’era un comandamento che diceva: Non rubare». Dove è finito? Sparito con gli altri nove dal catechismo e dalle coscienze. Lo stipendio non guadagnato è uno stipendio rubato; aspetto di sentirlo dire qualche volta da qualche pulpito per fare festa grande. L’uomo moderno, carezzato e blandito da tutti, conosce solo diritti; glieli proclamano in concorrenza partiti, sindacati, scuola, Chiesa. E i doveri? Ne abbiamo perso la nozione. E così, da questa specie di perversa pedagogia collettiva, è venuta fuori una umanità sfrontata, ribalda e crudele.
Per concludere, la questione nel suo complesso non è più faccenda per politici; è una faccenda per missionari ed educatori. C’è da rifare dal fondo la coscienza dell’uomo! Chi ridarà all’uomo comportamenti umani insieme alla nozione di ciò che è giusto e ciò che è ingiuste? Io mi appello disperatamente alle forze morali del paese, in primo luogo alla Chiesa. Ho volute gli Alpini in Calabria, perché avevo bisogno di vedere delle facce pulite. Per un giorno sono stati i maestri dei miei alunni. Hanno insegnato loro onestà, generosità, schiettezza, vigore morale, sacrificio, senso del dovere. Per favore, ringraziateli per me.
Ins. Giorgio Larocca
Oriolo - Cosenza


Il Castello e la Chiesa Madre di Oriolo


Qui sopra, nella foto Stafuzza, la fanfara degli alpini sfila per le vie del paesino calabrese.