FESTA DEL BATTAGLIONE "CADORE"


Dicembre 1989

Veci e Figli si ritrovano nel 36° di ccostituzione

Ormai la tradizione è consolidata:
Per la festa alpina del “Cadore” nessuno può mancare. E così è stato anche per questo 36° anniversario della ricostituzione del glorioso battaglione. La bella giornata di sole ha favorito la manifestazione ed ha rallegrato le fatiche di chi arrivava da molto lontano (tanti dall’Emilia e dalla Romagna).
Monsignor Saguì ha celebrato la messa nell’arcipretale di Pieve, poi, in piazza Tiziano la sfilata, con la fanfara alpina in testa, e giù in corteo fino alla caserma intitolata a Pier Fortunato Calvi.
Un gruppo di giovani alpini aveva già portato un tributo floreale sul cippo eretto alla memoria dei “boce” scomparsi in un tragico incidente” (ed anche questo ormai è un gesto
tradizionale). Nel cortile della caserma, il breve saluto del tenente colonnello Rolando che sta per lasciare il comando; gli risponde sobriamente ma efficacemente uno dei “veci”, il generale Todaro, ringraziando il generale Rosa, il sindaco di Pieve e portando anche il saluto della signora Anna, madrina del “Cadore” e vedova dell’indimenticato comandante del Battaglione per tutta la guerra, il tenente colonnello Renato Perico.
«Gli anni passano - dice Todaro - il numero di noi si va riducendo... in compenso sono sempre di più coloro che hanno la fortuna di non aver partecipato al alcuna guerra». Qualche ricordo ancora, qualche malinconia, gli onori di rientro e quindi il “rompete le righe”.


Ospitale di Cadore. Il Ten. Col. Rolando, il Ten. Molinari ed una rappresentanza
di alpini che porgono un ricordo floreale al cippo che ricorda 5 Alpini morti in servizio.