NEO PATRIOTTISMO


Dicembre 1986

È con senso di legittimo orgoglio che riportiamo su Fiamme Verdi le istruzioni Craxi per l’uso del tricolore, decretate il 13 giugno e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, perchè vediamo finalmente riscoperto il senso di sacro rispetto dovuto al Tricolore; rispetto che la nostra Associazione ha sempre coltivato ed additato, con l’esempio, a tanti italiani distratti, dimentichi ed indifferenti.
Il culto del tricolore l’abbiamo
tenuto vivo offrendo la bandiera alle nostre scuole, portandolo fieramente quale unico nostro vessillo in tutte le nostre manifestazioni.
Mentre auguriamo che le ripristinate norme per l’uso della bandiera trovino adesione e consenso in tutti i settori del popolo italiano, noi alpini rinnoviamo l’impegno di essere i fedeli difensori dell’emblema che rappresenta e riassume la storia della nostra Patria.

GIACOMO VALLOMY

LE ISTRUZIONI DI CRAXI PER L’USO DEL TRICOLORE

MILANO - I successi del “made in Italy” e della nazionale azzurra di calcio hanno fatto riscoprire agli italiani il tricolore. La bandiera, o comunque drappi verdi bianco rossi addobbano molto frequentemente sale convegni, strade e balconi. Ma la bandiera è una cosa seria e il suo uso ora è rigorosamente disciplinato da un decreto del presidente del Consiglio, Bettino Craxi, datato 3 giugno e pubblicato sulla -Gazzetta Ufficiale- del 5 giugno.
Craxi, evidentemente sull’onda delle celebrazioni per il quarantennale della Repubblica e timoroso di un eccessivo -uso improprio del vessillo qualora la squadra azzurra (che forse saremo costretti a ribattezzare “tricolore”) a Città del Messico riuscisse a vincere al meno una gara, ha dettato norme precise per l’uso della bandiera da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici.
Così ora è sancito che l’esposizione della bandiera all’esterno degli edifici pubblici abbia luogo oltre che nei casi previsti dalla legge, previo espressa disposizione o autorizzazione del presidente del Consiglio. Il tricolore deve essere comunque esposto all’esterno dei seggi elettorali durante la consultazione, all’esterno di Palazzo Chigi quando è riunito il Consiglio dei Ministri, all’esterno delle sedi dei Consigli regionali, provinciali e comunali (come già avviene nelle grandi città) durante le sedute delle assemblee e degli edifici giudiziari durante la cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Evidentemente per inculcare nei giovani l’amor di patria, il decreto dispone inoltre che la bandiera sia esposta anche all’esterno delle scuole durante le ore di lezione, in occasione dell’inizio e della fine dell’anno scolastico e accademico.
L'esposizione deve aver luogo dalle ore 8 al tramonto. Le eccezioni devono essere autorizzate dal presidente del Consiglio. Quanti intenderanno esporre la bandiera dopo il tramonto dovranno garantirle un’adeguata illuminazione.
Oltre ad altre norme che riprendono le consuetudini dei diversi cerimoniali in vigore, il decreto contiene anche curiose disposizioni che obbligheranno non solo a rivedere le più recenti abitudini degli italiani, ma anche molti regolamenti locali. La bandiera, infatti, non potrà più essere usata come drappo o festone.
E visto che a Palazzo Chigi amano la precisione, si dispone che per drappeggiare palchi o comunque per decorare possono utilizzarsi nastri verdi, bianchi e rossi i quali dovranno essere collocati l’uno a fianco dell'altro a partire dal verde.
E' stabilito inoltre che alla bandiera sia riservato il posto d’onore a destra del tavolo della presidenza (o al centro se vi sono altri vessilli. Nel caso sia issata su un pennone, questo deve essere il più alto, tranne che nel caso di esposizione assieme ad altre bandiere nazionali. In quest’ultima circostanza, il decreto stabilisce che vessilli esteri siano posti su pennoni distinti e di uguale altezza. Le bandiere dovranno avere la stessa dimensione e dovranno essere issate allo stesso livello.
Sempre più minuzioso il decreto stabilisce un ‘altra regola d’oro; le bandiere non devono essere in cattivo stato d’uso, ne sudi esse e neppure sui pennoni Possono applicarsi figure scritte o lettere di alcun tipo.
Con queste norme si rispolverano disposizioni antiche e se ne aggiunouo di nuove sempre all’insegna del cerimoniale. Anche i tifosi sono avvertiti. se l’Italia vincerà il “mundial”, occhio all’etichetta, anzi alla bandiera.

MARINO MASSARO
(dal Sole 24 ore del 6/6/86)