IL CAMMINO DELLA PACE


Giugno 1986

L’anno 1986 è stato proclamato l’anno della pace. E’ un’ulteriore iniziativa per sensibilizzare gli animi attorno a questo prezioso e necessario bene, verso il quale intensamente aspiriamo.
L’inizio dell’anno 1986 non è stato certamente promettente perché lo si possa dire tale. L’odio, l’esaltazione megalomane, l’arroganza e l’egoismo minacciano la stabilità di questo bene, in un braccio di ferro tra grandi e piccole nazioni, nella prevaricazione dei doveri e nel sopruso dei diritti, provocando distruzioni e vittime innocenti.
La pace deve soprattutto vivere e regnare nelle coscienze degli uomini; dobbiamo servirla e non farne strumento per altri fini; servirla e non usare questo nobile vessillo come una copertura per la viltà e per l’egoismo che si rifiuta di fare sacrifici per il bene comune, non dobbiamo indebolire e deviare lo spirito, sfuggendo alla voce del dovere per ricavare il proprio gusto e tornaconto. La pace deve essere costruita ogni giorno con opere. E queste opere sono, innanzitutto l’ordine sociale, quindi l’aiuto ai poveri - che costituiscono una immensa moltitudine della popolazione della terra - aiuto ai bisognosi, ai deboli, agli ammalati, agli ignoranti, agli anziani. La pace deve essere un giardino in cui la pubblica e privata filantropia coltivano i fiori dell’amicizia, della solidarietà, della carità e dell’amore. La pace deve avere le sue radici affondate nella saggezza, e questa saggezza deve trarre nutrimento dal vero concetto della vita, vita morale. La pace deve anche prospettarci un mondo in cammino in un progresso di laboriosità alla conquista della natura, senza aggredirla, senza contaminarla, senza insudiciarla, ma razionalmente utilizzarla per il bene comune, sia materiale che spirituale.
Gli Alpini, al di sopra di ogni nazione sfruttatrice, si sono prodigati e si prodigano al fine di conservare e trasmettere concretamente, con fatti molteplici, da uomini di buona volontà, questo bene, sorgente genuina di umana comunanza. Le innumerevoli iniziative spontanee, che fanno parte del bagaglio dell’A.NA. e delle singole penne nere, sono una garanzia di grande speranza.
Forza dunque, saldi con lo spirito e con il corpo. Dimostriamo che ciò che abbiamo conquistato lo sapremo conservare e farlo progredire.
RENATO BRUNELLO