I VECI DEL CADORE


Giugno 1984

I VECI DEL «CADORE» E I FIGLI DEL «BELLUNO» IN FESTA A SANTO STEFANO DI CADORE


Da sinistra: il gen. Poli, il sindaco Bressan, Molinari,
segretario onorario dei « veci » del Cadore,
il gen. Jean, il ten. col. Camusso.


Nella piazza imbandierata, davanti ai Battaglioni
« Cadore » « Belluno » passa la bandiera del « Belluno ».

Chi vi parla è uno dei « veci » del « Btg. CADORE» che desidera ringraziare tutti coloro che presenziarono all’ormai tradizionale annuale riunione che facciamo per festeggiare la ricostituzione del nostro caro Battaglione. Sono passati ormai 31 anni da quando, in molti di più, venimmo per la prima volta quassù nel bel Cadore per essere vicini a chi occupava il posto, una volta nostro, con giovanile serietà e serenità.
Per una coincidenza e per desiderio espresso delle superiori autorità alpine, la cerimonia del giuramento solenne delle reclute della Brigata « CADORE », inquadrate nel « Btg. BELLUNO », e la riunione dei « veci » del « Btg. CAD ORE », che aveva sempre avuto, negli anni precedenti, Come sede naturale Piave di Cadore, si sono fuse in unica manifestazione a Santo Stefano di Cadore il 26 Agosto.
Giornata splendida di sole e di tutte le età e provenienze; bandiere tricolori ovunque, un senso d’allegria in ogni volto, anche se un po’ più serio quello dei giovani protagonisti della festa.
S. Messa celebrata nella Parrocchiale dal nostro bravo cappellano Don Sandro, assistito dal premuroso parroco Don Virginio, deposizione di corona al cimitero militare, schieramento del « Btg. BELLUNO» e di reparti del «Btg. CADORE », arrivo delle autorità, onori alle bandiere, ai gonfaloni ed alla massima autorità militare presente gen. Poli, comandante del IV Corpo d’Armata Alpino, deposizione di una corona dei « veci » al tripode dei Caduti cadorini. Il Ten. Col. Camusso, comandante del « Btg. CADORE» ed un vecchio alpino con la nappina rossa del «7°» rivolgono successivamente e con semplicità a tutti i presenti un breve saluto ed augurano « Buona fortuna » ai « figli », concludendo così la prima parte della cerimonia. (Molto applauditi ... forse per la brevità )!
Con perfetta puntualità s’inizia la seconda parte della cerimonia, quella del giuramento delle reclute della Brigata « CADORE ».
Il Ten. Col. Ghezzo, comandante del «Btg. BELLUNO », prende posto sulla pedana, chiama la sua bandiera e pronuncia il discorso di preparazione al giuramento. Un poderoso « Lo Giuro » risponde al suo invito a giurare fedeltà alla Patria; scrosciante applauso dei familiari ed amici presenti.
Il gen. Poli prende la parola e con chiarezza e concisione in- quadra nell’ambito della vita di un giovane alpino il suo dovere verso la Patria e l’Autorità costituita, dovere che in un prossimo domani dovrà essere la base per la sua condotta di buon cittadino. Il Sindaco Bressan porta il ringraziamento suo e della rude gente del Comelico alle autorità militari che hanno permesso questa commovente manifestazione nella sua terr.a e per dire la gratitudine della popolazione entusiasta. (Appalusi a tutti gli oratori che furono chiari, efficaci e brevi). Onori alle bandiere, ai gonfaloni, alle autorità, deflusso delle truppe, fine della cerimonia.
In tribuna, oltre alle autorità suddette, c’erano il rappresentante del prefetto di Belluno, il

presidente della Magnifica Comunità di Cadore, i generali Gariboldi. Malpaga, Biglino ed il generale Jean, comandante della « CADORE» con numerosi ufficiali superiori della sua Brigata e della « TRIDENTINA » e di altre armi, altre autorità civili e belle e gentili signore.
Presenti pure il cons. naz. A.N.A. Da Rin, i presidenti delle sezioni di Bologna, Cadere e Vittorio Veneto, nonché numerose rappresentanze delle sezioni alpine di Savona, Romagna, Modena. Milano, Verona, Udine Belluno, Treviso e Conegliano e numerosissima quella di Pordenone.
A chiusura ottimo « rancio speciale » per tutti.
Vivissimi complimenti al gen. Jean ed ai suoi bravi collaboratori per la validissima organizzazione della riuscitissima manifestazione.
Non si deve, però, dimenticare il Padre Eterno ed il nostro s. Maurizio per la bella giornata di sole regalataci, dopo due di pioggia insistente.
« Un vecio »