LA TRADIZIONALE CENA CON I COMANDANTI ALPINI


Giugno 1980

Nonostante l’invito, rivolto dal presidente Vallomy, di partecipare tutti all’incontro tra gli alpini in congedo e gli ufficiali in armi, alla tradizionale cena annuale - svoltasi il 1 dicembre al ristorante «Cima» - abbiamo dovuto a malincuore notare che una decina di Gruppi non era rappresentata.
Tra i graditi ospiti abbiamo avuto il sindaco di Conegliano dott. Pietro Giubilato, il col. Giovanni Comelli vice comandante la Brigata «Julia», il ten. col. Angelo Baraldo per la «Cadore» e il ten. col. Mario Siccardi per il Gruppo «Conegliano» di Artiglieria da montagna, reparto che porta in alto il nome della nostra città. Erano pure presenti il Capo di S.M. della «Julia» ten. col. Italico Cauteruccio, i ten. col. Giuseppe Bragagnolo, Sergio Botta, Edoardo Brandolin, Giuseppe Carniel, Gualtiero Catallo, Mario Moro, Giovanni Parise e Silvano Tognellini; i maggiori Giuseppe Salati e Luciano Spagnut con i capitani Rosario Calvo, Giuseppe Cavallero, Gianantonio Coletti, Domenico Panella ed Ermete Zuppa, il ten. Mario Paganica e quattro reclute alpine. Purtroppo molti altri invitati - per impegni di servizio o altri motivi - avevano con rammarico comunicato la loro impossibilità di presenziare.
Non sono mancati, con lo scambio di doni, gli indirizzi di saluto.
Ha preso per primo la parola il presidente prof. G. Vallomy per il benvenuto a tutti gli intervenuti,
Quest’anno - egli ha detto - voglio ringraziare anzitutto i capigruppo, linfa vitale della Sezione, per la loro larga partecipazione; e subito dopo il primo cittadino di Conegliano: il nostro stimato sindaco dott. Giubilato; e il col. Comelli della «Julia» e il ten. col. Baraldo della «Cadore». Un saluto a tutti gli altri ufficiali che hanno accolto il nostro invito e che da qualche anno ci onorano della loro presenza. Rivolgo una preghiera a Voi, quali rappresentanti delle nostre Brigate, affinché vi facciate portavoce presso le «alte sfere» affinché i nostri alpini in armi indossino, nelle ore di libera uscita, la divisa, e non vadano in giro come tanti «magliari».
Noi -
ha continuato il presidente - venivamo a casa orgogliosi della nostra divisa; non vestivamo come quelli di oggi, scusate se lo ripeto ma è un chiodo fisso, che vestono come i «magliari». E ditelo alle reclute, dite loro che quando sono in treno o altrove alzino il «culo» e cedano il posto ai vecchi, alle donne e agli invalidi. Scusatemi per questo sfogo ma… sentivo il bisogno di dirlo! Mi spiace - continua - di non poter, per il tramite del capitano dei Carabinieri comandante la Compagnia di Conegliano, esternare e mandare un elogio al Gen. Corsini Comandante dell’Arma Benemerita, per quanto han fatto e stanno facendo i nostri Carabinieri sempre alla avanguardia nel reprimere l’eversione, sacrificando spesso la loro vita nel difendere le istituzioni ed i sacri ideali che si sono prefissi.
Termino questa mia chiacchierata ringraziandovi ancora di essere intervenuti e formulo gli auguri, che vorrete estendere ai vostri superiori ed ai subalterni, affinché l’anno 1980 porti fortuna e serenità alle vostre famiglie, ma soprattutto porti fortuna al nostro popolo. A questo saluto ed augurio voglio accomunare il qui presente con noi Presidente degli Alpini della Germania Federale, Claudio De Bernardo.

Dopo il presidente Vallomy ha preso la parola il sindaco, il quale si è soffermato su due considerazioni: la prima pregando gli ufficiali di voler essere il più possibile presenti a questi convivi coneglianesi, anche perchè tra non molto Conegliano rimarrà senza rappresentanze militari, e pertanto ci mancheranno molto le «divise»; la seconda è quella di esprimere la propria soddisfazione agli Alpini per essere stato invitato, anche in tale occasione, a rappresentare l’Alpina Conegliano; e lo sarà sempre con gioia - anche per manifestazioni di altre associazioni - nella convinzione che tali incontri vengono a rinsaldare la cordialità tra i cittadini, e a richiamarli all’ amore alla Patria.
Il col. Comelli ha detto che il vostro presidente e il signor sindaco ci hanno ringraziato. Ma di che? Siamo noi che dobbiamo ringraziare voi per la vostra squisitezza e la vostra ospitalità. E a proposito dell’esposto disagio, signor presidente, qualcosa è stato fatto ad evitare che gli alpini possano sembrare dei «magliari»; mi riferisco alla libera uscita del sabato, che viene anticipata per coloro che sono disposti a trascorrerla in divisa; è solo qualcosa, ma speriamo di tornare sulle posizioni perdute. Ed esprimo la nostra gratitudine anche perchè - se non ci fossero tali vostri incontri - noi delle due Brigate, la «Julia» e la «Cadore», comprensibilmente impegnate per servizio in zone diverse – difficilmente avremmo occasioni per incontrarci.
Dopo la presentazione al presidente Vallomy di una targa e di un oggetto-ricordo a nome della «Julia» e del Gruppo «Conegliano», ha preso la parola il ten. col. Baraldo per la «Cadore»: Mi è rimasto poco da dire in quanto mi sembra che sia stato detto tutto da quanti mi hanno preceduto e con i quali condivido la convinzione dell’ importanza essenziale della cordialità di rapporti tra i veci dell’ ANA e i reparti in armi nei quali sono ora presenti i vostri fratelli minori, i figli, i nipoti, nella continuità della tradizione alpina che ci unisce in un vincolo di fraternità che è esemplare particolarmente per i momenti attuali. Un rinnovato grazie esprimo al presidente e a tutti voi, con l’augurio di un lieto 1980. Quale modesto dono vi lascio il «mammozzo» della «Cadore».
Ha chiuso la serie dei brindisi il Consigliere nazionale geom. Lino Chies che ha a sua volta ringraziato gli intervenuti, e dato lettura della lettera inviata dal presidente della Sezione di Treviso, cav. uff. Cattai, che rammaricato per la forzata assenza estende l’augurio agli intervenuti e segnatamente agli ufficiali.
La conclusione della serata è avvenuta come di consueto nella nostra sede sezionale, per la rituale «castagnata», e con il caloroso augurio con l’auspicio della nostrana «Grappa Piave» le cui confezioni sono state consegnate, a nome degli Alpini di Conegliano, dal vice presidente Chies a tutti gli ufficiali intervenuti.