Gran Dio del cielo


Marzo 1971

Gli dei immortali erano tanti che per forza dovevano dipendere da un superiore altolocato. Più in alto del Monte Ida, più in alto del Parnaso, più in alto dell’Olimpo che poi non è nemmeno questa grande montagna. Allora diremo senz’altro il cielo.
Dunque in cielo stava il gran dio regolatore della malavita degli dei e del malcostume delle muse che lo stufavano continuamente. Ma lo stufavano anche gli uomini e le donne mortali.
Una canzonetta in voga a quei tempi era questa
Gran dio del cielo
se fossi una rondinella
vorrei volare sulla montagna bella.
Col passare degli anni e dei cicli delle ere si diffuse fino ai nostri tempi che l’hanno perfino scaraventata nei dischi di moderne macchine dette juke-box in lingua straniera ma tanto cara dopo le botte che ci hanno dato quelli che parlano quella lingua.
Ma in anni ancora vicini a noi la canzonetta venne allungata con l’ordine di prendere il fucile e correre alla frontiera dove il nemico aspetta.
E così oggi i neonati, o poco più, cantano anche loro «vollei volale, vollei volale».
Quando i neonati sono grandi e hanno ormai capito che non potranno mai diventare delle rondinelle allora si rivolgono in massa alle autorità reclamando le funivie per volare sulle montagne belle, pena lo sciopero generale.
Le autorità - si sa - sono sempre desiderose della pace altrui che è poi tanta pace anche per loro. Avere intorno delle facce liete è il loro tornaconto. Ma come fare a incanalare le popolazioni incolte di poesie per la natura alpina al turismo di massa se non hanno voglia di camminare ma solo di volare ?
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Mai paura. La razza degli dei non è estinta perchè è immortale. Sopravvive robusta in una categoria industriosa di autofilantropi legati al piacere dell’oro e tutt’ora dipendenti dal gran dio del cielo il quale è sempre quello di una volta, è sempre quello della canzonetta arcaica, che cerca di accontentare le masse e le autorità per la vera pace di tutti.
Quando una montagna bella sarà schiacciata dalla massa che senza fare un passo a piedi, senza essere una rondinella, l’ha raggiunta - poniamo - con la funivia la pace lassù sarà completa. Nessuno penserà alle tasse, alla guerra, ai terremoti, alle alluvioni. Penseranno solo a niente, cioè alla vera pace che è proprio niente. Come morti in cimitero.
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Ci sono però dei morti sprovvisti di cimitero. Sono poveri diavoli di alpini imbucati dalla guerra europea nei crepacci dei ghiacciai dell’Adamello. Ce ne sono alcuni che rivedono la luce dopo il loro cinquantenario. La rivedono con occhiaie svagate dalla pace delle masse che litigano per un posto al sole sulle strette vette conquistate con le funi e le rotelle.
Altro che rondinelle!
Ciò che abbiamo detto per l’Adamello vale anche per altre montagne. Ad esempio per la Tofana che ha la faccia meno gelata ed è più cordiale di tutte. Sembra che inviti la gente bassa, la famosa massa, a farsi tirare su sulla cima per drogarsi d’aria pura. Ma invece la xe ‘na roba massa sporca o, se preferite, molto oscura.

Eugenio Sebastiani