LA M. O. ANGELO PARRILLA CADDE NEI PRESSI DI CONEGLIANO


Ottobre 1968

Una preziosa integrazione al nostro servizio sugli eroi decorati di medaglia d’oro per imprese compiute in provincia di Treviso, ci viene fornita dal «Ragazzo del ‘99» Enrico Bozzoli che è papà del nostro valente segretario sezionale; essa riguarda il sottotenente del VI° reparto d’assalto Angelo Parrilla, una delle quattordici medaglie d’oro assegnate ai Ragazzi del ‘99.
La testimonianza più importante è data dall’accertamento esatto della località in cui si compì il sacrificio di Parrilla poiché - contrariamente a quanto indicato nella stessa motivazione della medaglia d’oro - egli non cadde a Susegana ma in Comune di Conegliano lo stesso giorno della liberazione della città; l’inesattezza iniziale si è poi riflessa in tutte le successive pubblicazioni, ma l’atto eroico di Parrilla si svolse invece a poco più di due chilometri a nord del confine comunale di Susegana, ed esattamente nella collina a quota 136 in località Costabella, frazione di Conegliano e parrocchia di Collalbrigo, nella casa colonica della famiglia dei Dal Col (detti Vighet) adiacente alla villa padronale a quel tempo di proprietà della N. D. Antonietta Zandonella Dall’Aquila ved. Del Giudice.
Sul muro ad est della casa in cui avvenne la furibonda lotta esiste la lapide che, fotografata dal signor Bozzoli, riportiamo per primi nel nostro giornale. Vi si nota una discordanza di data rispetto alle notizie in nostro possesso: 28 ottobre anziché 29 ottobre; propendiamo per quest’ultima anche per la precisa testimonianza di E. Bozzoli che tra l’altro ci scrive: «La mattina del 30 ottobre resi visita di omaggio commosso al caduto italiano, composto e sereno nella pace eterna, disteso sul pavimento, con ai lati due soldati austriaci pur essi morti, composti. Nessuno dei caduti presentava all’apparenza visiva lacerazioni o strazio delle carni o degli indumenti; le sembianze dei visi, della testa e delle mani, davano positiva dimostrazione che la morte avvenne violenta per proiettile o scheggia di bomba nel tronco la cui penetrazione difficilmente appariva negli indumenti, anch’essi privi di rilevanti macchie di sangue».
Bozzoli già conosceva benissimo i luoghi in quanto egli abitava (e tuttora vi risiede) a circa 500 metri, in linea d’aria, dalla casa ove si svolse il drammatico episodio.
Angelo Parrilla si spinse con i suoi cinque arditi verso Costabella - a ovest di Conegliano - probabilmente nella notte tra il 28 e il 29 ottobre. Giunti nell’aia della casa dei Dal Col, gli arditi si portarono dietro il pozzo e quando Parrilla alzò la testa per accertarsi della presenza dei nemici, questi aprirono il fuoco dall’interno dell’edificio; il giovane ufficiale scrisse sveltamente un biglietto con la matita e lo diede a uno dei suoi uomini per l’immediato inoltro al comandante. Poi, approfittando di un attimo di tregua del fuoco di fucileria, assaltò d’un balzo la casa con i restanti quattro arditi; la lotta dei pochi valorosi fu disperata contro le decine di avversari che riempivano la casa, mortale ma splendidamente eroica.
Parrilla, che nel mese di giugno aveva condotto i suoi uomini sette volte all’attacco e tre volte al contrattacco, rimase tra i morti; poi arrivarono gli altri reparti italiani chiamati dal biglietto del giovanissimo eroe e l’avanzata riprese aprendo la strada alle brigate «Sassari» e «Bisagno» che alla mezzanotte di quel giorno entrarono in Conegliano.
Il signor Bozzoli che qui ringraziamo - auspica che almeno nel cinquantesimo anniversario del sacrificio di Angelo Parrilla ci si ricordi di rendere omaggio - nel luogo ove cadde - a questo Eroe che tanto valorosamente combatté per la liberazione di Conegliano e che, simbolo di tanti ignoti Caduti, è l’unica Medaglia d’oro conseguita nel territorio comunale.
Vogliamo quindi essere certi che il 29 ottobre, o nei giorni prossimi alla ricorrenza, molti coneglianesi (e sicuramente gli alpini del nostro Gruppo di Collalbrigo e, speriamo, anche le rappresentanze dei combattenti) saranno presenti alla collina di Costabella: vi troveranno il buon Enrico Bozzoli che attraverso la lapide (che attende una corona d’alloro o almeno un fiore) vedrà riapparire le sembianze del magnifico Commilitone caduto.