ANAGRAFE


Dicembre 1966

IL PRIMO STRILLO

La casa del socio Modolo Elio del gruppo di Mareno di Piave è stata allietata dalla nascita della figlia Rosina Palmira; felicitazioni ai genitori e tanti auguri alla piccola «stella alpina».


LE SCARPE AL SOLE

E’ deceduto il papà del prof. Lino Gobbato capogruppo di Sernaglia e presidente della locale attivissima comunità emigranti.
Angelo Gobbato, già emigrante e sergente maggiore dei bersaglieri, aveva 75 anni ed era conosciuto in tutto il Quartier del Piave per l’esemplare vita trascorsa nel lavoro e nel compimento di opere buone.
Ai funerali erano presenti il labaro dell’associazione bersaglieri, numerosi gagliardetti dei nostri gruppi della zona, le bandiere dell’associazione combattenti di Sernaglia e delle comunità emigranti di Sernaglia, Moriago, Fontigo, Mosnigo, Col San Martino, Farra, Pieve di Soligo, Vidor, Colbertaldo, Solighetto, Colfosco di Susegana, Combai, Soligo e Valmareno.
Sono intervenuti i sindaci di Sernaglia, Pieve di Soligo, Refrontolo e Farra, i presidenti delle citate comunità emigranti, l’ispettore scolastico prof. Alessi, il direttore del collegio «Balbi Valier» don Polacco, il prof. Viezzer preside della scuola media di Pieve e capo del nostro gruppo di Soligo, i direttori didattici dott. Argentin e dottoressa Vendramin, il dott. Fantin primario dell’ospedale di Pieve, numerose rappresentanze delle scuole e delle associazioni locali.
Molti anche i telegrammi tra i quali quello dell’on. Fabbri, e le corone di fiori tra cui una giunta da Thonon-Les-Bains (Francia) dove lo scomparso ha lavorato per lunghi anni.
Alla Famiglia Gobbato giungano anche le nostre sentite condoglianze.

*

Il poeta Piero Jahier è morto il 19 novembre a Firenze; era nato a Genova nel 1884 e fu ufficiale volontario negli Alpini dal 1916 al 1919.
La sua opera più significativa è il libro «Con me e con gli alpini», pubblicato nel 1919 dall’editore Valsecchi e che resta uno dei documenti più alti, e in certo senso più originali, della poesia italiana di questo secolo.
Di Jahier - uomo sempre rimasto esemplarmente libero - riproduciamo la seguente breve e squisita poesia:

PRIMA MARCIA ALPINA
Uno per uno
bastone alla mano
e alla salita cantiamo.
Se chiedi le reni rotte alla mina
se chiedi il polso della gravina
se chiedi il ginocchio piegato a salire
se chiedi l’amore pronto a patire:
son io, l’alpino, rispondiamo
e all’adunata corriamo.
Ma la montagna, alpino, è franata
ma la tua tenda, alpino, è sparita
alpino, tutta l’acqua è seccata
alpino, il vetrato gela le dita
ma la tua penna è folgorata
ma la gran notte di nebbia è salita...
Uno per uno
corda alla mano
dove non si passa, passiamo.