RADUNI TRIVENETI

CONEGLIANO 1963


Novembre 1963

8000 Penne Nere a Conegliano per il quarto Raduno Triveneto

Il Presidente Nazionale e le maggiori Autorità presenti alle numerose cerimonie del 5 e 6 ottobre













Più di ottomila Penne Nere son giunte a Conegliano all’atteso IV Raduno Alpino Triveneto organizzato dalla nostra Sezione, e il successo dell’iniziativa può ritenersi tale da soddisfare pienamente le aspettative della vigilia.
L’insieme delle manifestazioni in programma, la coesione da qualche tempo più efficiente tra le Sezioni alpine delle Venezie, e la provvidenziale parentesi di sole, hanno richiamato a Conegliano una folla di alpini, numerose autorità civili e militari e nutrite rappresentanze di enti e di associazioni.
Il risultato ottenuto è una nuova ripetuta prova di quanto le Penne Nere amino frequentare la nostra città così piena di memorie e di tradizioni alpine.

LA CERIMONIA ALL’ ISTITUTO «GALILEI»

Su sollecitazione anche della classe industriale di Conegliano è stato recentemente istituito nella nostra città l’Istituto Industriale Statale «Galileo Galilei» e conseguente all’impulso ottenuto nei precedenti anni dalla Sezione staccata dell’Istituto «Pacinotti» di Mestre.
La nuova scuola attendeva di venire dotata della bandiera tricolore e il Consiglio direttivo della nostra Sezione si assunse l’incarico di farne donazione nel corso del IV Raduno Triveneto il cui svolgimento coincideva con l’inizio dell’anno scolastico.
La cerimonia è avvenuta sabato 5 ottobre alla presenza di numerose autorità ricevute nella bella sede dell’Istituto dal Preside Prof. Giacomo Vallomy; tutti gli alunni della scuola — quasi cinquecento —
erano riuniti nell’ampio cortile ed hanno ripetutamente espresso la propria entusiastica soddisfazione durante la varie fasi della manifestazione.
Sono intervenuti: il Provveditore agli Studi Dott. Costa, il Cavaliere del Lavoro Sig. Pietro Dal Vera, l’Ispettore Scolastico Prof. Alessi, il Presidente dell’Associazione Pro-Conegliano Comm. Prof. Panizza col Segretario Sig. Bellotto, il Preside dell’Istituto Tecnico Agrario Prof. Aurelio Moretti, il Prof. Natale De Zotti Preside della Scuola Media, l’Ing. Olivi vice preside della Scuola di Avviamento Industriale, il Commissario Governativo per l’Istituto «Galilei» Ing. Giuliano Carpenè, il Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto Professionale per il Commercio «Cima» Prof. Mario Altarui, l’intero corpo insegnante del «Galilei», il ten. col. Antonio Zanussi e varie altre autorità civili, religiose e militari.
Numerose erano le rappresentanze con bandiere tra le quali quelle delle associazioni Mutilati ed Invalidi di Guerra, dei Finanzieri e degli Autieri con i rispettivi presidenti, e quelle degli alunni delle scuole locali.
La nostra Sezione era presente con il vessillo, il Consiglio direttivo quasi al completo e con molti soci.
Il nostro Presidente Cav. Uff. Curto ha dato inizio alla cerimonia ricordando agli alunni il significato di affettuosa fiducia che il dono della bandiera rappresenta e gli ideali patriottici che la stessa bandiera testimonia.
Il Cappellano sezionale Mons. Francesco Sartor ha quindi proceduto alla benedizione del Tricolore del quale è stata madrina la Signora Margherita Carpené, figlia del Colonnello Passerelli deceduto in Jugoslavia e consorte del Commissario governativo dell’Istituto «Galilei».
Mons. Sartor ha quindi baciato il vessillo ed ha ricordato agli allievi del «Galilei» quanto significhi per i combattenti il Tricolore d’Italia che — con la manifestazione in corso — viene affidato alla gioventù studiosa; ha inoltre ricordato che la stessa bandiera venne piantata dagli alpini sui confini naturali della nazione ed ha espresso il voto comune che tali confini sappiano essere mantenuti.
Nel prendere in consegna la bandiera dalle mani della madrina
alla quale è stato fatto omaggio di un mazzo di rose da parte degli studenti il rappresentante degli alunni ha espresso il ringraziamento della scolaresca assicurando che tutti sapranno essere degni del tricolore ricevuto.
Il Preside Prof. Giacomo Vallomy ha dato comunicazione delle adesioni pervenute tra le quali quella del Presidente dell’Amministrazione Provinciale Comm. Bruno Marton, ed ha poi manifestato la gratitudine della Scuola per l’iniziativa promossa dagli Alpini di Conegliano e per la larga partecipazione di autorità e rappresentanze alla bella manifestazione.
Il Notaio Avv. Dott. Sartorio ha dato lettura dell’atto di donazione della bandiera all’Istituto «Galilei» da parte della Sezione Alpini di Conegliano e il Provveditore agli Studi Dott. Costa ha pronunciato elevate parole di compiacimento per il felice incontro tra le associazioni d’arma e la scuola, rappresentando l’avvenimento la continuità d’ideali che assicura la conservazione del patrimonio morale della Patria.
Il Ten. Col. Zanussi di Treviso, vecchio combattente pluridecorato delle Tofane assieme agli alpini e fedele frequentatore delle nostre manifestazioni, ha concluso con appropriate parole di felicitazione per la bella cerimonia, e di fiducia ed affetto per i giovani della scuola.
E’ seguito un signorile rinfresco offerto dalla presidenza dell’Istituto «Galilei» alle autorità e rappresentanze intervenute.

LA BENEDIZIONE DELL’ ANTENNA E DELLA BANDIERA AL MONUMENTO AI CADUTI

Nella stessa mattinata autorità e rappresentanze si sono recate al Monumento ai Caduti per l’inaugurazione dell’antenna portabandiera.
Sono intervenuti anche la bandiera dell’Associazione Famiglie Caduti in Guerra con la Presidente Sig.ra Cappello Passerelli e il labaro dell’Associazione Nazionale Bersaglieni, il Generale Domenico Luchetti, il Ten. Col. Cesare Forni in rappresentanza del Colonnello comandante il 3° Rgt. di Artiglieria da Montagna, il ten. col. Pasquantonio comandante il Presidio Militare, e varie altre autorità oltre al Consiglio e gli alpini della nostra Sezione.
Mons. Sartor ha benedetto l’antenna e la bandiera subito issata sull’alto pennone, mentre due alpini deponevano una corona d’alloro al Monumento a nome de: GLI ALPINI DELLE TRE VENEZIE.
I partecipanti si sono poi riuniti al «Nazionale» per motivi logistici e per concordare lo svolgimento delle successive manifestazioni.

IL CONVEGNO DEI PRESIDENTI SEZIONALI DELLE TRE VENEZIE

Nel pomeriggio del 5 ottobre sono giunti a Conegliano il Presidente Nazionale Gr. Uff. Avv. Ettore Erizzo con il Segretario Nazionale Generale Francesco Vida e la avanguardia delle sezioni trivenete con i rispettivi presidenti.
Primo incontro al «Canon d’oro» con serie di brindisi a base di Prosecco mentre il Segretario coordinatore triveneto Avv. Cesare Benvenuti dava le ultime disposizioni per l’atteso Convegno.
Festeggiatissimo è stato anche il Dott. Giulio Bedeschi, l’autore di «Centomila gavette di ghiaccio» giunto graditissimo a Conegliano con la gentile Consorte Signora Luisa.
A Palazzo Sarcinelli, il Convegno — presieduto dal nostro Cav. Uff. Curto — ha avuto inizio alle ore 19 e ad esso ha assistito anche il Presidente Nazionale salutato nome di tutti dall’Avv. Benvenuti.
Il Presidente Nazionale Avv. Erizzo s’è dichiarato lieto e grato per l’occasione offerta ed approvando il costruttivo incontro tra i presidenti di sezione ha augurato l’ottenimento dei migliori risultati dalla lodevole iniziativa.
Quasi tutti i presidenti delle sezioni alpine delle tre Venezie erano presenti al Convegno; il nostro cronista è intervenuto più in qualità di segretario del Segretario che di curioso giornalista e non vuol quindi fare rilevazioni (o meglio anticipazioni) sull’esito dei lavori.
Un giudizio può però venire espresso perchè gli argomenti trattati sono stati interessanti, affrontati con serietà e chiarezza dagli intervenuti; idee chiare, proposte fatte e discusse coi consueto buon senso per giungere ad una sempre più intensa e costruttiva collaborazione tra le sezioni delle tre Venezie e per poter concretizzare questa collaborazione nell’organizzazione rotativa ed annuale dei raduni triveneti.
I bravi presidenti di sezione hanno fissato un nuovo incontro a primavera e siamo certi che l’affiatamento degli alpini delle tre Venezie otterrà un nuovo importante impulso.

LA SFILATA

Il mattino di domenica 6 ottobre, mentre le altre autorità invitate giungevano a Conegliano accolte dai dirigenti sezionali, le Penne Nere affluivano all’ammassamento predisposto lungo il bel viale all’ingresso della città e che è dedicato alla nostra Medaglia d’oro Luigi Spellanzon.
Tra le autorità presenti abbiamo notato, oltre al Presidente Nazionale dell’A.N.A. Gr. Uff. Avv. Ettore Erizzo accompagnato dai Segretario Centrale Generale Francesco Vida, il Generale Mario Cracco in rappresentanza del Generale Comandante la Regione Militare Nord Est, il Comandante della Brigata alpina «Cadore» Gen. Umberto Cavanna anche a nome del Generale di C. A. Carlo Ciglieri Comandante il IV Corpo d’Armata di Bolzano, la Medaglia d’Oro Mar. Angelo Ziliotto, i Generali alpini Della Bianca, Del Din, Boschis e Dal Fabbro, il Col. Massimiliano Brugnara Comandante il 7° Alpini, il Colonnello Giuseppe Tecilla Comandante il 3° Reggimento di Artiglieria da Montagna, il Comandante del Distretto Militare
Treviso Col. Concini e il Ten. Col. Pasquantonio Comandante del Presidio Militare di Conegliano, il Vice Presidente nazionale Dott. Guido Nobile con i Consiglieri nazionali Pasini, Mussoi Salvadoretti, Balocco e Bertagnolli, l’Avv. Cesare Benvenuti in rappresentanza del Presidente del Nastro Azzurro Gen. Davide Tosi, il Cap. Orienti comandante la compagnia carabinieri col Maresciallo Donato comandante la Stazione, presidenti delle associazioni combattentistiche e d’arma della provincia, dirigenti di tutte le sezioni alpine delle tre Venezie e di numerose altre sezioni dell’Alta Italia, direttori o inviati dei giornali «L’Alpino», «Tucc’un», «Scarpe grosse», «Fameja Alpina», «Il Montebaldo», «Alpin fa grado», «Dos Trent», «Fiamme Verdi», gli scrittori alpini Dott. Giulio Bedeschi e Prof. Romano Cogo ed infine il Sindaco della città ospitante Prof. Francesco Da Broi con tutti i dirigenti della nostra Sezione, molti ufficiali alpini tra i quali il Cap. De Santis (Maggiore per quando uscirà questo giornale: congratulazioni) ed amici carissimi giunti anche di lontano quali Molinari, Scaramuzza ed altri.
Con una cerimonia aggiuntiva di carattere privato e quasi intimo ma che ha assunto un encomiabile significato nel quadro dell’adunata, i superstiti del Battaglione «Val Cismon» Medaglia d’Oro Angelo Ziliotto, Col. Zampol, Cav. Uff. Vittorio Benedetti, Ruggio Palmo e Andrea Marciano, si sono recati prima della sfilata a deporre un mazzo di fiori sulla tomba del loro valoroso capitano e nostro ex presidente sezionale Giovanni Piovesana caduto sul fronte greco.
La Sfilata è stata preannunciata dalla fanfara del 7° Reggimento Alpini che aveva preso posto nei pressi della tribuna d’onore, e dai primi lanci di manifestini dai balconi delle case; con insolita affluenza i cittadini coneglianesi e di molti altri paesi si erano affollati lungo il percorso della sfilata ed hanno applaudito con affettuosa simpatia le Penne Nere.
Dopo la fanfara della nostra sezione diretta dal bravo maestro Ceschin, sono sfilate le bandiere e i labari delle molte associazioni combattentistiche e d’arma e la numerosa Sezione di Monza alla quale sono seguite le seguenti Sezioni delle tre Venczie: Asiago, Belluno, Bassano del Grappa, Bolzano, Cividale, Feltre, Gemona, Gorizia, Marostica, Padova, Palmanova, Pieve di Cadore, Pordenone, Rovigo, Tarvisio, Tolmezzo, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Valdagno, Valdobbiadene, Venezia, Verona, Vicenza e Vittorio Veneto; dopo l’acclamatissima Sezione di Biella è sfilata la nostra sezione con millecinquecento soci e il Consiglio direttivo al completo.

LA CERIMONIA ALLA GRADINATA DEGLI ALPINI

Tutti i partecipanti e molte migliaia di cittadini hanno occupato la Gradinata degli Alpini e le adiacenti vie per assistere alla commemorazione dell’avvenimento.
Labari, bandiere e gagliardetti facevano da cornice alla maestosa scaléa alla cui sommità era stato eretto l’altare da campo.
Oltre alle bandiere dell’Associazione Famiglie Caduti in Guerra, dell’Associazione Combattenti e Reduci, dell’Ass. Bersaglieri e dell’Associazione Autieri d’Italia, delle scuole di Conegliano e i labari delle predette sezioni alpine partecipanti, abbiamo potuto elencare i seguenti gagliardetti di Gruppi alpini intervenuti: Longarone, Gruppo Volontari Alpini Feltre-Cadore, Monfalcone, S. Pietro di Cadore, Valle di Cadore, Primiero, Montebelluna, Maniago, Cogno della Sezione Valcamonica, Gaiarine, Spilimbergo, Ferier, Borgo Casale, S. Giacomo di Romano, Buttrio, Felletto di Romano Ezzellino, Pontebba, Cinte Tesino, Val Zoldana, Cencenighe, Tricesimo, S. Donà di Piave, Oltreisarco, Mansué, Strigno, Samone, Ormelle, Rione Don Bosco di Bolzano, Montecchio Maggiore, Cordignano, Miane, Motta di Livenza, Follina, Povegliano, Onigo di Piave, S. Biago di Callalta,
S. Stino di Livenza, Caerano San Marco, Spert e Cansiglio, Val Resia, Rauscedo, Roncadelle, Zambana, Puos d’Alpago, Gruppo Città di Trento, Montaner, Tarvisio città, Zoppola, Mestre, Venezia-lido, Portogruaro, Mirano, Levico, Fontanelle, Selva del Montello, Volpago del Montello, Calalzo, Zero Branco, Auronzo, Giavera del Montello, Gorgonzola (Monza), Crocetta del Montello, Borsoi, Selaunicco, Pasiano, Castelfranco Veneto, S. Pietro di Feletto, S. Fior, Pieve di Soligo, Pagnacco, Lozzo di Cadore, Maserada sul Piave, Prata di Pordenone, Onè di Fonte, S. Vito al Tagliamento, Colfosco di Susegana, Arcade, Revine Lago, S. Giovanni di Valdobbiadene, Cison di Valmarino, S. Vendemiano, S. Giusto, Lendinara, Mareno di Piave, Vazzola, Resana, Falzè di Piave, Lincana, Feletto Umberto, Refrontolo, Ogliano, Sernaglia della Battaglia, S. Lucia di Piave, Basso Roiale, Soligo, Solighetto, Susegana, Barbisano, S. Maria di Feletto, Camalò, Pradamano, Moriago, Collalbrigo, Fietta del Grappa.
Dopo l’esecuzione di musiche alpine da parte della fanfara del 7°, Mons. Francesco Sartor, Cappellano della nostra Sezione, ha dato inizio al rito religioso nel corso del quale ha pronunciato la Preghiera dell’Alpino.
Mons. Sartor ha pure preso la parola per ricordare ai convenuti le precedenti adunate di Conegliano e per esprimere i due concetti fondamentali della manifestazione: il pensiero di ordine spirituale per la S. Messa che richiama pure i riti al campo di un tempo, il suffragio ai Caduti, la richiesta a Dio della Grazia e delle fortune individuali e nazionali; commentando il secondo motivo del raduno, di ordine generale, Mons. Sartor ha enumerato i tanti motivi che esigono il reincontro frequente di coloro che han vestito la medesima divisa e fedelmente servito la Patria.
Rievocando l’episodio di quarantacinque anni addietro, quando come ufficiale alpino fece parte della pattuglia incaricata di issare il Tricolore al raggiunto Brennero e sulla Vetta d’Italia, Monsignore ebbe a sottolineare che è lo stesso Tricolore per il quale gli alpini hanno continuato a ritrovarsi e che mai deve venire ammainato pur nella concordia e comprensione tra le nazioni.
Dopo 1’applaudito discorso di Mons. Sartor, il Sindaco Prof. Da Broi ha espresso il saluto della città alle autorità ed alpini convenuti per la bella manifestazione ed ha ricordato come il susseguirsi dei raduni a Conegliano trovi l’affetto suo e dei cittadini moltiplicato e riconoscente.
Il Presidente della nostra Sezione Cav. Uff. Enot. Guido Curto ha pronunciato il discorso ufficiale dicendo tra l’altro:
«Qualche sconsiderato ancora ritiene, o meglio cerca di far credere agli altri, che le riunioni degli alpini e di altre associazioni combattentistiche e d’arma siano ispirate ad un senso nostalgico di guerra e di orrori mentre l’unica nostalgia è invece data dal dovere espresso in tutte le occasioni più o meno gravi della vita nazionale, e che ha fatto constatare in noi una forza quasi sovrumana espressa non per glorificazioni personali ma per il bene comune identificabile nella Patria.
L’onore della Patria è stato quindi l’obiettivo unico del nostro agire di soldati, anche se non sempre la fortuna ha assistito un eroismo generosamente disperato e che non si valuta sempre dai metri di terra conquistata ma soprattutto dall’arricchimento spirituale che la nazione deve ricevere.
Il medesimo eroismo, pacifico e costruttivo, che l’alpino applica alla vita civile al ritorno dalla guerra per riedificare e far progredire la Patria in nome del proprio sacrificio e specialmente del sacrificio dei Caduti.
Ecco l’amalgama, il punto di fusione indistruttibile ed insostituibile del nostro agire di sopravvissuti: i Caduti! Il sacrificio estremo che il destino ha preteso da quasi due milioni di italiani dalla metà del secolo scorso a non molto tempo fa».
Accennando alla parte della cerimonia che avrebbe concluso le manifestazioni, lo scoprimento della lapide dedicata al 7° Alpini, l’oratore ha detto: «La storia del 7° porta le tappe del Monte Rajo in Africa, di Assaba ed Ettangi in Libia, del Cauriol, Tofane, Cima Campo, Castelgoberto e Val Calcino nella guerra 1915-18, di Uork Amha nella campagna d’Etiopia, per giungere infine a Cheren, a Shes, Val Zagorias, Bregianit, Golico e con la «Julia» in Russia.
Questo calvario glorioso costato al reggimento 4556 Caduti, è testimoniato dal numero delle ricompense alla bandiera e da quelle individuali: 2 Ordini militari, 8 medaglie d’argento quattro delle quali sono state consegnate proprio qui a Conegliano in occasione del 1° Raduno Alpino Triveneto svoltosi il 24 ottobre 1948, e tre medaglie di bronzo.
L’eroismo individuale è sintetizzato in 6 ordini militari, 34 medaglie d’oro, 428 medaglie d’argento e 719 di bronzo.
Sono nati e si sono consumati molti battaglioni in seno al 7°; lo
stesso reggimento mancò per dieci anni dalle nostre caserme, ma il 7° non era morto perchè dei suoi alpini ne erano rimasti a sufficienza per chiedere e vedere infine ricostituito il reggimento dieci anni or sono».

Il Cav. Uff. Curto ha poi concluso dicendo: «Le nostre manifestazioni sono e debbono essere motivo di glorificazione per il Soldato d’Italia, per tutti coloro che videro nel Tricolore il simbolo dell’unità nazionale nel tempo e nello spazio, l’insegna del patrimonio morale e materiale che andava e va ancora difeso con passione, lealtà e senso di sacrificio individuale sia in pace che in guerra.
Viva quindi sempre la Patria nostra nel cui nome continueremo ad operare per sentirci riconoscenti verso coloro che ci han preceduti e perchè coloro che ci seguiranno abbiamo il legittimo orgoglio di sentirsi figli d’Italia».

Lo scoprimento della lapide dedicata al 7°

Un immenso corteo si è poi formato senza problemi di precedenze e senza ufficialità. E’ stato un fatto magnifico; solo in testa c’era un po’ di ordine, a cura del Cav. Daccò, con la corona d’alloro che gli Alpini della Sezione di Monza hanno poi gentilmente deposta ai piedi del Monumento ai Caduti, con bandiere, labari, vessilli, gagliardetti avanzanti come una mobile selva entusiasta, e dietro alpini di ogni grado che si ritrovavano chiamandosi a gran voce, con ex combattenti, popolo, giovani delle scuole, tutti fusi nell’unico sincero entusiasmo.
Si giunse così al piazzale S. Martino dove il silenzio dell’attesa si ristabilì alle prime note della fanfara militare mentre il Col. Massimiliano Brugnara, nuovo simpatico e bravo comandante del 7° Alpini, procedeva allo scoprimento della lapide fatta murare sulla facciata dell’edificio che ospita il Comando di Presidio e che fu la prima sede del reggimento.
Ecco le parole dettate dal nostro consigliere sezionale Dott. Nino Dalla Zentil e che vengono tramandate ai posteri dai marmo sormontato da un’aquila a sbalzo disegnata dal nostro consigliere Ing. Roberto Sardi:
QUI IL 1° AGOSTO 1887 NACQUE IL 7° REGGIMENTO ALPINI CHE PROFUSE NELLA STORIA D’ ITALIA VALORE DI
ARMI, OLOCAUSTO DI VITE
VI-X-MCMLXIII.

IL RICEVIMENTO IN MUNICIPIO E LE ADESIONI

Mentre gli alpini affollavano la Fontana di Nettuno, addobbata all’alpina e che faceva zampillare vino bianco dei colli di Conegliano offerto dal socio Cav. Barazza (ne sono stati bevuti quasi quindici ettolitri), le autorità sono state ricevute in Municipio dal Sindaco e dalla Giunta comunale per un rinfresco e lo scambio di omaggi; la raccolta completa del nostro giornale è stata offerta ad alti ufficiali ed autorità civili.
La concomitanza con numerose manifestazioni ed impegni militari di alcuni comandanti hanno impedito la partecipazione di numerose autorità; il Prefetto di Treviso Dott. Blandaleone ha espresso con un telegramma al nostro Presidente il proprio rammarico di non poter presenziare e l’augurio cordiale ai partecipanti.
Adesioni ed auguri sono pervenuti anche dai Vescovo Militare Mons. Arrigo Pintonello, dal Ministro alpino Prof. Luigi Gui, dal Generale Comandante il V Corpo d’Armata, dalla M.O. Generale Franco Magnani Comandante la Brigata Alpina «Taurinense», dai congiunti delle nostre tre Medaglie d’oro sezionali, dal Direttore Generale della Cassa di Risparmio della Marca Trevigiana Cav. Uff. Rag. Alfonso Spilimbergo, dal Presidente della Provincia Comm. Rag. Bruno Marton. dal Generale alpino Gandolfo vice comandante della Regione Militare Sicilia, dall’indimenticabile Angelo Manaresi, dal Gen. di C.A. Galliano Scarpa. dal Gen. di Div. Silvio Brisotto, dal Generale Augusto Berti, dal Delegato in Roma dell’A.N.A, Prof. Francesco Galli, dal Colonnello Bruno Gallarotti comandante il 6° Reggimento di Artiglieria da Montagna, dal Col.  Nino Baldizzone del Comando Militare della 5° Zona, dal Presidente della Sezione Bolognese-Romagnola e da molte altre sezioni d’Italia, oltre che da numerose altre autorità ed associazioni.

IL RANCIO



Per il pranzo gli alpini si sono disseminati negli alberghi e nelle trattorie della città, con tavolate di veci che si ritrovavano dopo tanti anni.
Ogni tavola riuniva spesso i pochi superstiti di battaglioni e reparti alpini; all’«Helvetia» il Dott. Giulio Bedeschi che col suo libro mai sufficientemente lodato «Centomila gavette di ghiaccio» raccontò con squisita sofferta umanità l’odissea della 13a batteria del Gruppo «Conegliano», aveva raccolto il pugno di uomini che tornarono: il serg. magg. Bruno Zanni, Isaia Pasinotto, Adamo Missiano, Nemoli e pochi altri.
Così per tanti, lieti e commossi dell’incontro, desiderosi di riallacciare i ricordi anche se spesso dolorosi.
Molti sono andati nelle caratteristiche trattorie dei vicini colli sia per l’inadeguata ricettività di Conegliano, sia per trovarsi più in mezzo ai monti.
Uno spiedo gigante ha preparato per gli alpini convenuti oltre sei quintali di polli; tanti alpini sono saliti al Castello con lo zaino ripieno delle cibarie preparate dalle donne di casa.
Dopo la visita alla nostra sede «alle Torreselle», le autorità si sono riunite all’Albergo «Ferrera» e lo scambio di saluti e considerazioni meriterebbero un largo posto nella cronaca ma lo spazio non lo consente; tutti coloro che han preso la parola hanno espresso concetti bellissimi, senza retorica né anacronismi ma con l’esperienza patriottica e sociale vissuta in tanti anni e tante guerre.
Hanno parlato: il Presidente Nazionale dell’A.N.A. Avv. Erizzo, Mons. Sartor, il nostro Presidente Guido Curto, il Generale Vida, il Generale Della Bianca il quale ha ricordato di essere diventato alpino a Conegliano nel 1907, il Generale Cavanna e il Col. Brugnara.

LA CONCLUSIONE POMERIDIANA

Fare la cronaca della seconda mezza giornata «non ufficiale» è arduo problema essendo numerosi gli episodi che meriterebbero di venire segnalati.
Basti dire che, dopo aver partecipato alla sfilata e alla commemorazione successiva, gli alpini di Revine sono partiti «a far legna in bosch» e sono tornati a Conegliano per arrostire, con fuochi negli angoli delle strade, le ottime castagne che poi offrivano agli entusiasti... ammiratori. I membri del Consiglio sezionale erano nel pomeriggio nella veranda delle «Torreselle» e i bravi alpini di Revine sono arrivati con un padellone di scottanti castagne che unite a qualche fiasco di bianco han dato nuovo vigore per le incombenze organizzative delle ultime ore.
Un po’ alla volta gli alpini han cominciato a partire da Conegliano; senza fretta però.
La Sezione di Trento era ancora presente a notte inoltrata con la sua instancabile fanfara.
Molti soci del nostro Gruppo di S. Vendemiano hanno partecipato alle manifestazioni del sabato e quando son giunti a casa hanno constatato che, essendo le quattro della domenica, era ormai tempo di ripartire per Conegliano e che poi alla sera, era proprio un peccato ripartire prima della nuova alba dal momento che l’entusiasmo reggeva benissimo al sonno.
Per concludere bisognerebbe trascrivere le tante lettere di riconoscenza giunte alla Sezione nei giorni seguiti alla chiusura del IV Raduno Alpino Triveneto: di autorità ed alpini, di vecchie e giovani Penne Nere, da tante città e paesi d’Italia.
Noi di Conegliano siamo lieti che l’atteso Raduno sia riuscito tanto gradito alle ottomila Penne Nere partecipanti e ringraziamo tutti, con animo riconoscente e commosso, auspicando che il V Raduno Alpino da organizzarsi da altra Sezione consorella della Tre Venezie possa conseguire un nuovo ed accresciuto ottimo successo.


Per eventuali omissioni e per particolari che meritassero pubblicazione, la redazione sarà grata ai lettori che vorranno farne segnalazione.
Gli organizzatori esprimono il proprio ringraziamento, per la determinante collaborazione data per, lo svolgimento del raduno, al Comando di Presidio, ai Carabinieri del locale comando di Stazione, ai Vigili Urbani e al personale dell’ Ufficio Tecnico Comunale di Conegliano.
(servizio fotografico di G. Silvestri)