VITTORIO VENETO
Graziosa
città ricca di chiese, monumenti e opere d'arte, situata lungo la Statale di
Alemagna (SS. 51), ai piedi delle Prealpi Bellunesi. E' attraversata dal fiume
Meschio e situata ai piedi delle Prealpi Trevigiane, ad un'ora di macchina sia
da Venezia che da Cortina. Anticamente costituita da due centri di origine
romanica limitrofi ed autonomi, Ceneda e Serravalle che nel 1866 si fusero per
formare l'attuale comune di Vittorio Veneto.
Ceneda di origine romana, raggiunse il suo
massimo prestigio nel VII sec., quando divenne un importante ducato
longobardo e, in seguito, sede vescovile.
Serravalle, sempre di origine romana, potentemente fortificata da re e principi
barbari, nel 1174 divenne feudo dei Da Camino, da cui fu notevolmente abbellita.
Sotto il dominio della Serenissima (1337-1797) conobbe un periodo di grande
splendore, testimoniato dalla straordinaria bellezza ed eleganza dei palazzi e
delle piazze, ben conservati.
La
chiesa cattedrale,
dedicata a Maria Assunta, si affaccia sulla piazza al Papa vescovo di Vittorio
Veneto: Giovanni Paolo I. Distrutta e riedificata più volte, la sua forma
attuale dal progetto neoclassico realizzato tra il 1740 ed il 1773. La facciata
è del 1912.
All’interno la cattedrale, a tre navate, conserva nella cripta le reliquie di
San Tiziano, vescovo di Oderzo. Pitture del Pomi e del Canarini.
Sulla parete di fondo vi è una grande tela con la raffigurazione
dell’Assunta. C’è poi una tela con la “Deposizione” di Palma il
Giovane, una “Risurrezione” della scuola del Tintoretto, il gruppo di S.
Giovanni Battista con i santi Nicolò e Vito di Bonifacio de’ Pitati da
Verona.
Le navate laterali custodiscono alcuni preziosi altari provenienti da chiese
veneziane, e pregevoli tele di noti artisti veneti come il Palma il Giovane, il
Bassano, Jacopo da Valenza.
La diocesi di Vittorio Veneto fino al 13 maggio 1939 si chiamava diocesi di
Ceneda che viene nominata per la prima volta verso il 500. Si presume che la sua
origine risalga ai Longobardi che avevano costituito il Ducato di Ceneda, che si
affiancava a quello del Friuli e a quello di Treviso.
Fino a quell’epoca il territorio era religiosamente dipendente da Oderzo. I
vescovi, per diploma dell’imperatore Ottone I del 6 agosto 962, erano anche
conti di Ceneda e poi di Tarzo.
Nel 1400 subentra Venezia, che pur lasciando la parvenza di libertà, controlla
l’area, costituendo al cuore stesso il comune o podestaria di Serravalle. Tra
i suoi vescovi va annoverato Albino Luciani di Forno di Canale, Patriarca di
Venezia e Papa con il nome di Giovanni Paolo I, con un pontificato di appena 33
giorni: agosto/settembre 1978.
I primi
insediamenti a Serravalle risalgono ai tempi della preistoria, come
confermano numerosi ritrovamenti di arnesi da lavoro e asce di pietra (Museo
del Cenedese). Il primo insediamento romano risale al I° secolo a.c.:
Giulio Cesare ne rafforzò le strutture difensive e iniziò la
costruzione dell'imponente torrione merlato, il " Castrum
Cenetensium ", che con Ottaviano Augusto diventerà una vera e
propria postazione militare romana. Nel medioevo, Serravalle è sotto il
dominio de Da Camino, nel 1337 sotto il governo di Venezia fino alla
caduta della Serenissima nel 1797. In epoca rinascimentale in città sorsero
i più bei palazzi della piazza ("Forum") e delle contrade
principali: quella della "Riva", la "Calgrande". |
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Serravalle. Ingresso del "Castrum", rocca fortificata Il castello di Serravalle era un punto strategico naturale, e in epoca romana divenne Castrum Cenetensium. Dopo le prime invasioni barbariche venne ulteriormente fortificato con la costruzione della Torre Nigra o Torre del Madrucco sotto il comando di Goto che immoló la figlia Augusta che si era convertita al Cristianesimo. Si susseguirono Sofia di Colfosco ed i padovani Mussato, i vescovi di Ceneda e i Da Camino. Residenza dei Podestá di Serravalle fino alla caduta della Repubblica Veneta, poi andó ai Carraresi, agli Scaligeri, agli Ungheri e ai Goriziani, quando (1411) subì gravi danni Seguirono le guerre tra Veneziani e Tedeschi, ancora lutti e rovine. Nel momento di massimo fulgore, vi si trovavano palazzi di residenza e di rappresentanza, una chiesa dedicata a Santa Margherita ed un teatro. Dalla seconda metà del Settecento divenne una cava di materiale da costruzione. Nel 1930, proprietario l'ing. Trojer, durante il restauro, vennero alla luce reperti paleoveneti, ora custoditi nel museo del Cenedese. Il prof. Arnaldo Marcantonio lo acquistò nel 1935 per riportalo nella sua bellezza e imponenza odierna. Oggi é abitato dalla figlia Ada Claudia. |
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Piazza Giovanni Paolo I. Il palazzo municipale dell'antica Ceneda. La Cattedrale settecentesca su progetto di Ottavio Sconi con opere di Palma il giovane, Jacopo da Valenza e di scuola tizianesca. La fontana cinquecentesca (1555). |
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La Loggia del Sansovino Nell'antico palazzo municipale di Ceneda si trova la Loggia progettata dal Sansovino nella quale si trovano 3 affreschi di Pomponio Amalteo. L'affresco sulla parete nord raffigura la Concitata Giustizia di Traiano. Ora è sede del Museo della Battaglia che raccoglie i cimeli della Grande Guerra (1915-18). |
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Chiesa di Sant'Andrea di Bigonzio E' la più antica delle chiese vittoriesi (V secolo). Interamente ricostruita nel 1300 in stile romanico gotico. Al suo interno opere di Francesco da Milano, Palma il Giovane e M. Vecellio. |
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