FALZE' DI PIAVE
Falzè di Piave.
La toponimia del paese, molto probabilmente, deriva dalla configurazione del
luogo in cui è sorto, altri la fanno derivare da "Falde" cioè
scarpate verso il fiume Piave: il paese, infatti, si trova su un rialzo che
scende verso il fiume ora dolcemente ora quasi a strapiombo; altri lo fanno
derivare dalla parola latina "felix" cioè felice. Abitato sin dal
periodo paleo-veneto, come dimostrano alcuni reperti archeologici di tombe
rivenuti in località Palliaghe, e successivamente dai Celto-Retici di cui
rimane una lapide, rinvenuta presso l'oratorio di S, Antonio Abate in Località
Chiesuola. Falzè assunse notevole importanza durante l'impero romano,
trovandosi alla intersezione di due importanti vie di comunicazione: quella
militare la Claudia Augusta Altinate e quella commerciale la
Opitergium-Tridentum.
Distrutta dalle orde barbariche di Attila, riprese nuovo vigore durante il
periodo della Repubblica Serenissima, essendo il "Porto" ossia
l'ultimo punto di arrivo degli "zatteri" bellunesi, fino agli anni
trenta, che dal Cadore portavano i
tronchi destinati ai lavori di Venezia.
Eretta parrocchia nel XV secolo, la cui chiesa era probabilmente sul greto del
Piave in località "Pedre", dove c'è ancora qualche resto di muro.
Centro di prima linea durante la 1° Guerra mondiale, fu praticamente rasa al
suolo dai bombardamenti delle truppe italiane attestate sul Montello e la sua
popolazione fu costretta ad evacuare ed andare profuga verso il Friuli
Da vedere:
Chiesa parrocchiale con affreschi di G. Modolo.
Nella piazza centrale, "tre arditi all'assalto", capolavoro bronzeo di
G. Possamai (1921 ), dedicato alla divisione d'assalto "Arditi".