GRUPPO SAN FIOR


Agosto 2017

Un ponte simbolo di pace caro agli alpini di San Fior

Il sindaco di San Fior con una battuta chiede a noi alpini: "Che ne pensate di fare un ponte sul Posolin?".
Il Posolin è il grazioso torrente che divide in due il parco degli Alpini, il nostro parco.
La cosa ci lascia un po’ perplessi, con la costruzione di un ponte non ci eravamo mai confrontati. Poi i nostri pensieri, sollecitati anche dal fatto che proprio in questi tempi non si fa che parlare di muri e di ponti, tornano sull’importanza simbolica di un ponte, sul fatto che spesso sono stati i ponti i protagonisti della storia e che nulla meglio di un ponte può simboleggiare l’unione di ciò che è diviso e, soprattutto, di come la storia degli alpini spesso si sia dovuta confrontare proprio con dei ponti. E ci siamo detti: "si può fare!".
In poco tempo abbiamo trovato una persona che risiede nelle vicinanze del Mondragon in grado di fornirci i tronchi di castagno (a terra da 5 anni) per la costruzione della struttura portante.
Breve sopralluogo sul posto per visionare i tronchi. I piani di lavoro e la progettazione richiedono degli incontri che, naturalmente, avvengono regolarmente o davanti a un bicchiere o con le gambe sotto a un tavolo. Come è nella moda e nello stile gli alpini.
Dopo una settimana i tronchi sono già nella segheria della ditta Garbelotto per la segatura a misura. Va poi a finire che, nemmeno tanto sollecitata, la medesima ditta provvede alla generosa fornitura delle tavole e dei montanti necessari alla costruzione.
Presi i dovuti accordi con il cav. Graziano Cavalet e organizzati la progettazione e i tempi dell’intervento (preziosa e determinante come sempre la collaborazione di Chiara Carniel, la nostra architetto) gli alpini e i simpatizzanti del Gruppo si mettono subito al lavoro proseguendo nei fine settimana delle feste di Natale, Capodanno ed Epifania.
Il tocco finale spetta al nostro socio Gino Bet, maestro di pennello.
A Solighetto, nell’incontro in ricordo di Nikolajevka, incontriamo Nicola Stefani e "Penna Bianca" Nino Geronazzo i quali propongono: perché non chiamarlo “ponte dell'amicizia” come quello che l’Associazione Nazionale Alpini sta costruendo a Livenka?.
L’inaugurazione il 18 marzo scorso, con gli interventi dell’assessore Luisa Sonego che ringrazia gli alpini per la loro sensibilità e impegno per i temi ambientali, impegno che li ha portati alla realizzazione del parco nelle vicinanza dei plessi scolastici. Il parroco don Luca Maria Bronzini assieme al ponte benedice la buona volontà degli alpini, sempre in primo piano anche in tutte le attività parrocchiali.
Presente, come in tutte le nostre manifestazioni, la madrina del Gruppo Antonina Borghesan e Nino Geronazzo.
Chiude gli interventi il capogruppo che illustra ai presenti il significato del nome che abbiamo dato al ponte.
Poi il rancio preparato dai cuochi del Gruppo, cui sono invitati tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia. Come è nella moda e nello stile degli alpini.

Mariano Tomasella