GRUPPO PIEVE DI SOLIGO


Giugno 2019

UNO SPIEDO DI SOLIDARIETA', E POI ALTRI UNDICI
Don Alberto chiama e gli Alpini rispondono

Caro direttore,
sono don Alberto Botteon, classe 1972, attuale arciprete di Caneva (PN) e delle altre quattro parrocchie del Canevese Stevenà, Fratta, Sarone e Fiaschetti.

Sono nipote dell’alpino Antonio Botteon, di Santa Maria di Feletto, classe 1911, grande invalido di guerra, che ha vissuto gli orrori del secondo conflitto mondiale e dei campi di prigionia, andato avanti nel 1976 dopo trent’anni di sanatorio per le malattie (in particolare la tubercolosi) contratte nel periodo in cui fu internato come prigioniero in Cecoslovacchia.

Gli studi ecclesiastici non mi hanno permesso di fare la naja con i miei coetanei, ma avrei certamente chiesto di essere alpino. Il mio desiderio si è avverato parzialmente nel 2011 quando il gruppo di Pieve di Soligo, del quale sono ancora orgogliosamente cappellano, ha chiesto e ottenuto per me il cappello, gesto poi ripetuto dalla Sezione di Conegliano per l’attuale parroco di Orsago (TV).

Alla fine del 2011 sono stato nominato parroco di San Giorgio di Livenza, in provincia di Venezia, ma sempre in diocesi di Vittorio Veneto. Gente buona, generosa e volenterosa, ma anche profondamente divisa da vecchie problematiche e in particolare, oberata dai debiti contratti in precedenza. Di fronte al mio comprensibile scoraggiamento, gli alpini di Pieve di Soligo hanno avuto il gesto di amicizia e di sostegno di offrire uno spiedo comunitario per rilanciare i festeggiamenti della parrocchia e così cominciare a far fronte alla situazione finanziaria disastrosa. E a quel primo spiedo, cotto e offerto nell’aprile del 2012, hanno fatto seguito ben altri 11 spiedi preparati e cotti gratuitamente a sostegno della comunità di San Giorgio di Livenza, praticamente due spiedi all’anno; gli alpini, in questo modo, sono entrati nel cuore dei sangiorgesi.

A conclusione del mio servizio pastorale a San Giorgio e assumendo quello oneroso delle cinque parrocchie del Canevese non volevo tralasciare di segnalare con viva riconoscenza e profonda amicizia la generosità degli alpini di Pieve di Soligo, espressione dei valori più nobili di questa benemerita associazione, alla quale, anche se non formalmente, sento spiritualmente di appartenere.

Don Alberto Botteon, arciprete di Caneva.

Carissimo Don Alberto, vengo solo ora a conoscenza di questa "impresa" degli alpini di Pieve di Soligo e non me ne meraviglio, nonostante conosca bene il Gruppo, il capogruppo in carica Albino Bertazzon e Bepi Collodet che lo ha preceduto alla guida degli alpini di Pieve.
Il loro silenzio è parte fondante dell'essere alpini, forse la parte più bella.
Trovo il gesto delle penne nere pievigine degno di encomio per la genuinità e l'originalità dell'aiuto e per il fatto che a renderlo noto sia stata, a distanza di anni, la comunità beneficiaria.
Sono questi slanci di vicinzanza , di aiuto e di solidarietà che fanno grande un Gruppo Alpino, poi diamocelo, don Alberto, Albino e soci si sono anche divertiti un sacco.. (a.m.)