GRUPPO PIEVE DI SOLIGO


Settembre 2013

Cinquant’anni da madrina

Era il lontano 1963 quando il Commendator Alfredo Battistella, il Maggiore Dino Grendene e il Signor Ampelio Rossi mi chiesero se me la sentissi, in qualità di orfana di un alpino della Julia, disperso in Russia, di rappresentare le vedove, gli orfani e tutti i parenti degli alpini caduti durante l’ultimo conflitto mondiale.

Ero giovane, ma ciò nonostante consapevole del grande onore che mi veniva attribuito. La guerra era finita già da 18 anni, ma negli anni Sessanta se ne respirava ancora una forte memoria, anche se la ricostruzione era quasi del tutto ultimata.

Ho sempre sentito forte l’impegno di essere presente alle celebrazioni del ricordo di tutti i Caduti e altrettanto forte il sentimento di gratitudine verso tutti gli alpini che ho avuto modo di incontrare nel corso di questi 50 anni, perché in ognuno di loro ho cercato di vedere un po’ di mio padre che non avevo potuto conoscere. Mi sento oltremodo onorata di far parte del Gruppo di Pieve di Soligo, anche per le opere meritorie dal punto di vista umanitario e sociale, che gli alpini riescono a compiere in tutti i casi gravi di necessità.

Assistendo in televisione a una parte della sfilata degli alpini in occasione della 86^ Adunata Nazionale a Piacenza, ho ascoltato alcuni interventi di persone presenti alla manifestazione e una mi ha colpito in modo particolare, quella del direttore della rivista “L’Alpino”, Bruno Fasani, sacerdote e alpino, che diceva che se Nostro Signore scendesse sulla Terra sarebbe anche Lui un alpino, perché l’agire degli alpini e il loro spirito incarnano fino in fondo i valori cristiani del Vangelo: onestà, impegno, solidarietà, carità e condivisione.

Auguro, in conclusione, al benemerito Gruppo di continuare le attività in piena armonia e concordia per il benessere sociale delle nostre popolazioni. Grazie.

Bertilla Iseppon madrina del Gruppo