GRUPPO PIEVE DI SOLIGO


Settembre 2013

ALL'INSEGNA DELL'ALTRUISMO

1963-2013 - 50° Anniversario di Ricostituzione del Gruppo di Pieve di Soligo

Mezzo secolo. Se inserito nel contesto dello spazio temporale assume l’importanza di un attimo quasi insignificante ma, nel limite delle nostre brevissime esistenze, è un periodo enorme che ricopre il percorso attivo produttivo di tutta una vita.

E’ più che giusto quindi che in una circostanza simile ci si fermi un attimo e, assieme a tutti, vengano rievocati e analizzati i vari passaggi che hanno caratterizzato l’intensa attività svolta dai promotori, dai loro eredi e dagli attuali responsabili delle sorti del Gruppo alpini di Pieve di Soligo. Un primo impulso suggerirebbe di pubblicare l’elenco completo (chilometrico) di tutti gli iscritti dall’origine ad oggi, perché ognuno di loro ha dato sicuramente qualcosa al Gruppo, ma questo è improponibile per le precise esigenze dettate dallo spazio.

Cogliamo piuttosto questa occasione per ringraziare doverosamente e indistintamente tutti i soci che con il loro apporto appassionato ed entusiasta hanno fatto sì che il Gruppo di Pieve si meritasse l’elogio ammirato e incondizionato dei suoi tanti estimatori. Più che un elenco monotono delle cose fatte, peraltro comuni a tutti i Gruppi, preferiamo evidenziare il valore dell’esempio che l’operato degli alpini ha profuso e particolarmente indirizzato verso i giovani.

E’ da queste azioni che i futuri cittadini dovrebbero trarre gli spunti per dare ai loro comportamenti un’impronta basata sulla generosità, operosità e correttezza. Ciò che contraddistingue il fare degli alpini è quel prestare la loro opera gratuitamente. Di questi tempi può apparire anomalo ed estemporaneo tutto quanto non prevede una minima forma di retribuzione, ma per gli alpini, forti dei loro principi, questa regola non vale e continueranno a proporsi a costo zero.

La disponibilità dei portatori di penna è proverbiale e, salvo i casi di importanza assoluta, la priorità va sempre alle esigenze del Gruppo o della Sezione. Lo spirito che anima gli alpini non viene riscontrato in altre realtà (anche se queste derivano comunque da militanze in grigioverde) e le ragioni sono individuabili nel tipo di servizio svolto nel periodo di naia. Vivere tutte le forme di frequentazione della montagna, in ogni loro specifica realtà, attua nel tempo (15-18 mesi) un’azione positiva che tende a plasmare al meglio i soggetti già portatori di talune qualità.

Queste doti, anche se allo stato embrionale, a contatto con fatica, sacrificio, sopportazione e prove altamente impegnative fanno di quelle persone uomini speciali. L’ultimo tocco lo dà ancora la montagna che, coi panorami mozzafiato e le forti emozioni, contribuisce ad elevarne lo spirito.

L’alpino, sempre determinato nell’affrontare tutte le situazioni difficili che la natura nelle sue devastanti espressioni gli può mettere di fronte, è altrettanto pronto a stupirsi e commuoversi osservando una delicata sfumatura nella tonalità di un fiore in montagna; felice abbinamento di grande forza e sensibilità. Pieve di Soligo per dieci lustri ha beneficiato delle attenzioni e dell’operosità disinteressata di cittadini che hanno militato nei vari reparti alpini; nei loro confronti si è creato un debito di riconoscenza non quantificabile che lascerà nei pievigini un ricordo indelebile fatto di ammirazione, simpatia e commossa gratitudine.

A. B.