GRUPPO PIEVE DI SOLIGO


Dicembre 2004

L'ANNATA ALPINA DI PIEVE


Don Mansueto e gli Alpini di Pieve


Gli Alpini visti dai bambini

I soci Alpini hanno eletto quest’anno il nuovo Consiglio Direttivo riconfermando o rinnovando i consiglieri per il prossimo triennio. Fin dalle prime riunioni il Consiglio si è preso carico degli impegni “storici” del Gruppo ed ha acquisito il programma ormai consolidato e davvero impegnativo.
La prima uscita ufficiale è stata la partecipazione all’Adunata Nazionale di Trieste, accompagnando un pullman di soci e recandosi in visita a coloro che già si trovavano sul posto.
L’impegno successivo, già preparato da tempo, sabato 5 giugno con la serata corale presso il Cinema Teatro “Careni” con la partecipazione del coro Val Canzoni diretto dal Maestro Angelo Tieppo, ed una rappresentativa di circa cento Alunni delle Scuole Medie del “Collegio Balbi Valier” di Pieve di Soligo, diretti dal prof. Fabio Comellato.
Il coro ha eseguito un programma di canti degli alpini e cantate popolari, gli alunni si sono esibiti con flauto e strumenti a percussioni presentando un repertorio di suonate riprese da antiche composizioni e cantate riproposte in musica moderna.
Gli alunni hanno dimostrato molta preparazione ed impegno, tanto che il successo della serata diventa merito della professionalità dei coristi e della bravura dei giovani suonatori perché i due protagonisti hanno proposto un’insieme di nuove coralità dove il classico ben si combina con il moderno.
Con i coristi la serata è continuata durante la cena e mentre pioveva, sotto il tendone allestito presso la sede, l’atmosfera che si viveva sembrava quella dei nostri vecchi alpini durate le notti di brutto tempo, accovacciati all’interno di una grotta o sotto una tenda.
Quella sera abbiamo tutti apprezzato lo spiedo preparato dai giovani e la cena approntata dal gruppo, tanto che gli ospiti meravigliati di tanta accoglienza si sono riproposti per le prossime edizioni.
Giusto per non perdere tempo, il 12 Giugno abbiamo partecipato al raduno Triveneto, con pullman strapieno ed alcune vetture al seguito. Merenda, pranzo e merendina al sacco, con l’aiuto di tutti. La seconda domenica di luglio, come oramai da numerosi lustri, i soci si sono ritrovati al consueto raduno-lavoro al Bosco delle Penne Mozze. La presenza con le famiglie è stata davvero grandiosa poiché era anche l’occasione per ringraziare don Mansueto Viezzer, il sacerdote che da 25 anni ininterrottamente celebra la S. Messa al campo, lì su quell’altare, ed in ricordo della sua costante presenza e dedizione al Gruppo, gli è stata donata una targa a ricordo dell’evento. Targa che ha subito umilmente esibito agli anziani della Casa dove svolge la sua pastorale.

ALPINI IN CANADA


Agostino Brun e Giuseppe Collodet.

Il cav. Giuseppe Collodet e la sua signora, durante un soggiorno in Ontario (Canada) per incontrare i parenti Egidio Egidio e Vittorina Peghin, hanno espresso il desiderio di visitare la sede A.N.A. di quel luogo. Per l’interessamento del Sig. Mussio, sono stati ricevuti dall’alpino Agostino Brun, capogruppo di Windsor-Ontario che li ha accompagnati in visita alla sede, dove si sono scambiati i saluti, per poi recarsi al cippo dedicato alla “penne nere” dove hanno sostato in raccoglimento per un ricordo. “Ci siamo trovati come a casa nostra”- è il breve ma significativo commento di Collodet a testimonianza della fraternità alpina in ogni parte del mondo.

Prima delle ferie ci sembrava doveroso ringraziare le amiche ed amici che durante l’anno ci offrono la loro indispensabile collaborazione, e così, il Gruppo ha offerto loro una semplice cena presso la nostra sede, sempre sotto il medesimo grande tendone. Gli ospiti che hanno potuto partecipare erano circa 70, alpine ed amici che abbiamo voluto ricambiare servendo ai tavoli come capita loro spesso di fare.
Eppure alcune considerazioni non possono sfuggire quando l’aria che si respira in questi momenti diventa familiare e osservi che le signore appartate non vogliono intromissioni nelle conversazioni, gli uomini, intenti nelle loro, scambiarsi le ultime notizie ed assaggiare il miglior vino dell’annata, e siamo tutti solari. Con un colpo d’occhio si osservano i diversi gruppetti dove le donne sono intente ad aggiornarsi dall’ultima “ciacoada”, o sicuramente a sparlare di qualcuno; gli addetti al servizio sparecchiare ed organizzare in modo ottimale per non trovare dispiaceri al rientro; il signor Sindaco, Moro ing. Giustino appena rinominato, al quale i commensali rinnovano i complimenti e un buon lavoro, delucidare i più interessati sugli argomenti dei programmi imminenti; il capogruppo Collodet cav. Giuseppe finalmente rilassato concedersi al canto corale attorniato da cantori come Busetto Gildo (canever ed intonador) e compagnia; … ed una triade di alpini in “ciacoe” che attira la mia attenzione, ma non è l’argomento che mi conquista, quanto l’atmosfera che in essa vi regna: Renato Pedron, il più anziano, Angelo Mura, uomo maturo e Mario Casagrande, il più giovane. Sono intenti nell’ascoltare la loro conversazione più che nel dettarla. Tre generazioni non a misurarsi ma a comunicare … e penso: se abbiamo capito questo, abbiamo incontrato la nostra Fede?, che non saprei come meglio esprimere se non nelle memorie di Sua Santità Giovanni Paolo II° (Alzatevi Andiamo, pag. 135-136.): ”Penso che in queste molteplici forme di pietà popolare si nasconda la risposta a un interrogativo che talvolta viene sollevato sul significato della tradizione nelle sue manifestazioni anche locali. La risposta in fondo è semplice: la sintonia dei cuori costituisce una grande forza. Radicarsi in ciò che è antico, forte, profondo, e, allo stesso tempo, caro al cuore dà un’energia interiore straordinaria. Se tale radicamento è poi unito a un’ardimentosa forza di pensiero, non c’è ragione di temere per il futuro della fede e dei rapporti umani all’interno della nazione.
Nel ricco humus della tradizione, infatti, si alimenta la cultura, che cementa la convivenza dei cittadini e dà loro il senso di essere una grande famiglia, conferendo sostegno e forza alle loro convinzioni. Nostro grande compito, specialmente oggi, nell’epoca della cosiddetta globalizzazione, è coltivare le tradizioni sane, favorendo il concorde ardimento dell’immaginazione e del pensiero, una visione aperta sul futuro e, insieme, un affettuoso rispetto per il passato. E’ un passato che perdura nei cuori umani sotto forma di antiche parole, di antichi segni, di memorie e usanze ereditate dalle precedenti generazioni.”
E che ciò possa valere per tutti i popoli di ogni parte della terra, per un’evoluzione di un futuro di pace.

Ettore Bernardi




La preparazione dell'albero di Natale