GRUPPI PIANZANO - BIBANO GODEGA


2016

I ragazzi di IIIª media in visita sui luoghi della Grande Guerra

Gli Alpini di Pianzano e di Bibano-Godega, ripetendo la positiva esperienza iniziata lo scorso anno, hanno accompagnato i ragazzi della IIIª media “Tiziano Vecellio” del comune di Godega a visitare alcuni scenari simbolo della Grande Guerra.
L’anno scorso l’itinerario scelto si snodò lungo il fronte isontino con visita guidata al museo e all’Ossario di Caporetto, quest’anno il Carso e i luoghi ungarettiani. Un lodevole progetto voluto e sostenuto congiuntamente dall’Amministrazione comunale e dai due Gruppi, guidati da Luigi Tartaggia e Christian Diana, che ha trovato realizzazione martedì 5 maggio con il coinvolgimento di una settantina tra insegnanti ed allievi.
Non a caso, per riannodare il filo storico di quegli eventi ormai lontani e sbiaditi con la coscienza delle generazioni più giovani, la destinazione scelta è caduta sul Carso. Quella pietraia assolata che dal “maggio radioso” 1915 fino all’ottobre 1917 con la disfatta di Caporetto, vide le gesta dei fanti della 3ª Armata, l’Invitta, di Emanuele Filiberto duca d’Aosta che poi volle essere sepolto là a Redipuglia accanto ai suoi centomila Caduti. La comitiva, dopo una sostanziosa colazione preparata dagli alpini (molto graditi i panini con la nutella), dapprima ha percorso i camminamenti militari fino alla Dolina dei Bersaglieri e poi ha fatto visita alle trincee italiane ed austriache sul Monte Sei Busi. Ad attendere i ragazzi, vi erano dei volontari (fotografatissimi) con le uniformi e le armi in dotazione dell’esercito italiano e austro-ungarico. La mattinata non poteva chiudersi senza la visita a Redipuglia. Dopo aver disceso i ventuno gradoni e aver percorso le trincee che sorgono alla base del Sacrario, la visita è continuata sul colle di Sant’Elia, dove sorgeva l’originario cimitero di guerra, e quindi al Museo della Terza Armata. La pausa pranzo è trascorsa ospiti del Gruppo Alpini di Fogliano che ha messo a disposizione la sede.
Il pomeriggio, a seguire, è stato riservato alla visita dei luoghi che videro protagonista il poeta-soldato Giuseppe Ungaretti. Una bella e impegnativa scarpinata lungo i sentieri che da S. Martino del Carso, passando per Bosco Cappuccio, portano al Monte San Michele e alle sue cannoniere in caverna. Ed è proprio su quella sommità insanguinata appena conquistata che il cuore del fante Ungaretti, dopo mesi di trincea e di fango, vedendo aprirsi l’infinità del cielo s’illuminò d’immenso. Durante il ritorno, il vicesindaco alpino Giorgio Visentin, ha ringraziato le penne nere per la grande collaborazione data alla realizzazione dell’iniziativa e i ragazzi per il comportamento rispettoso, maturo ed attento, tenuto durante l’escursione.
Un ultimo e simpatico pensiero, infine, alle donne presenti, le prof. Minel, Azzalini, Chiofalo, Olivotto e la bibliotecaria Miatto: “Il comandante austriaco Boroevic - ha spiegato, - per aver respinto tutte le offensive italiane venne chiamato dai suoi soldati il Leone dell’Isonzo. Noi invece, dopo aver visto le vostre professoresse salire, soffrire e vincere questi aspri rilievi come vere alpine, da oggi le chiameremo- accompagnato dall’ovazione generale -le Leonesse del San Michele.”

Vise