GRUPPO PARE'


Dicembre 2000

GLI ALPINI DI PARE' AL RIFUGIO VAZZOLER

Sono Andrea, figlio di un alpino, e da un bel po' partecipo con gli alpini del gruppo Parè all'annuale camminata di due giorni tra i monti.

Quest'anno mi hanno portato al Rifugio Vazzoler, rifugio del CAI di Conegliano, anche perché ricorrono i 75 anni di fondazione del CAI. Siamo partiti da Parè, dopo aver caricato gli zaini, senza dimenticare un bel cesto di pane di "casada" ancora caldo.

La prima tappa al San Boldo, per riprendersi dalle numerose curve che a zio Giuliano non erano andate troppo di diritto. Proseguendo per Trichiana, Agordo, siamo arrivati ad una stradina che ci ha condotto al rifugio Trieste a m. 1125.

Dopo aver fatto un po' di posto per metterci dentro qualche "ciopa de pan" assieme a qualche bottiglia - nella zaino dello zio è finita anche una soppressa, da lui gelosamente conservata fino al momento di mangiarla - zaini in spalla, impermeabile addosso (pioveva) siamo pronti per incamminarci verso il rifugio Vazzoler.

Lungo il sentiero abbiamo notato diversi "scioss" e qualcuno voleva mangiarseli vivi (dicono che fanno bene per l'ulcera). Alla prima sorgente, la prima bottiglia di prosecco, ma anche tanta acqua fresca.

Dopo un'ora e mezza di cammino siamo arrivati al rifugio Vazzoler (m. 1725). Silvano, il nostro capogruppo, ci ha consegnato le chiavi delle camerate. Dopo esserci messi a nostro agio e riposati un po', siamo scesi a visitare il giardino botanico, quindi tutti a cena.

Quattro chiacchiere in compagnia e verso le dieci tutti a dormire, per essere in forma il giorno dopo.

Questa volta sono stato fortunato perché, nella mia camerata, nessuno russava. Il mattino seguente, colazione veloce, controllo dei viveri riposto negli zaini, e via verso il rifugio Attilio Tissi a 2281 m., attraverso un tratto di sentiero dell'alta via n. 1. Dopo due ore e mezza di cammino, lo scatto di alcune foto, e la soppressa ancora intatta, siamo arrivati al rifugio.

Zaini a terra, qualche minuto per gustare il panorama intorno a noi e cercare un tavolino: è giunta finalmente l'ora di fare la festa alla soppressa, al "pan de casata", alle bottiglie di vino (si sa che in montagna il gusto ci guadagna) e pure a quelle di acqua. Qualcuno non sazio si è fatto anche un tubetto di cioccolata. Gli ospiti del rifugio ci invidiano il tavolo imbandito.

Un giro di ricognizione, fino alla croce in cima ad un precipizio, dal quale vedere Alleghe ed il suo lago, e le montagne tutt'intorno, tra le quali, in lontananza, la Marmolada. Dopo esserci improvvisati provetti fotografi, siamo scesi al rifugio Tissi, per riscaldarci con qualcosa di caldo, per riprendere poi il sentiero per il ritorno al Rifugio Vazzoler, e Capanna Trieste.

Terminate le scorte dei viveri, si parte per il rientro a casa, stanchi ma soddisfatti dell'avventura. E' stata per me una stupenda camminata, soprattutto per la tranquillità e la pace dei luoghi; tra quelle montagne sembrava d'essere in Paradiso.

Andrea Foltran