GRUPPO PARE'


Giugno 1984

Oggi i gruppi — ed è una gradita riconferma — hanno una tale vitalità, che il loro inserimento nelle varie attività sociali si configura quale espressione spontanea dell’individua a vantaggio della collettività. E’ un processo culturale via via più appariscente dell’uomo come alpino. La speranza di chi è alpina, di chi è amica degli alpini è che tale processo rimanga puro, senza contaminazioni ed egemonie. Perché lo spirito dell’alpina nasce nella essenza della natura della montagna e sgorga versa la società schietto e semplice come l’acqua della sorgente.
Nel contesto generale delle attività dei gruppi, quasi sempre il motore tremante è il loro «capo», sia per ciò che riguarda le scelte, sia per ciò che attiene la disponibilità nelle varie iniziative. Naturalmente supporti preziosi sono i segretari e i consiglieri. E questa vale anche per il gruppo di Parè.
In questa cronaca ci limitiamo riportare quella che è stato detto dai capogruppo cav. Giovanni Zanella durante la cena sociale dell’8 dicembre, ai convenuti — tra cui il vice presidente Brunello e il consigliere Maset—. Così si è espresso Zanella:
«A tutti gli alpini, alle autorità ed agli amici un cordiale saluto di benvenuto, a nome mio personale e del Consiglio. In questa occasione alla quale ci incontriamo numerosi, desidero fare un bilancio consentivo delle attività svolte durante l’anno. Non ci sono debbi che alcune di esse ci hanno fortemente impegnati. Vi ricordo
le tappe più importanti del nostro cammino. E’ stata effettuata la gita a Cortina d’Ampezzo e Misurina: una cinquantina di partecipanti. Alla cena degli asparagi eravamo 130. Siamo interveneti numerosi all’Adunata nazionale di Udine. Siamo stati presenti alla manifestazione al «Bosco delle Penne Mozze» — che io vorrei definire «Pellegrinaggio».
Un cenno particolare alla grande «Festa» del 17 e 18 settembre, da noi organizzata. Permettetemi di so!fermarmi un momento su questo avvenimento che è stato senza dubbio il più importante, e non facilmente ripetibile, della vita del nostro gruppo. Abbiamo visto la partecipazione di molte autorità civili e militari, oltre che la presenza del presidente della sezione prof. Vallomy, che ha tenuto un prezioso e stupendo discorso, e degli alpini della sezione, abbiamo avuto la presenza di due alti ufficiali della Brigata Cadore, il presidente della sezione di Treviso comm. Cattai, di Vittorio Veneto dott. Daniele, le rappresentanze dell’associazione Bersaglieri e di tante altre associazioni combattentistiche e d’Arma. Ho ricevuto lusinghieri apprezzamenti da parte di coloro che hanno potuto ammirare la nostra iniziativa. Ciò mi ha riempito il cuore di orgoglio e di tanta soddisfazione e ciò lo debbo al direttivo e a tutti voi alpini.
La manifestazione è ben riuscita e gli alpini venuti da molti paesi vicini, ne sono stati la silenziosa testimonianza. Voi avete lavorato con grande entusiasmo al fine della migliore realizzazione della cerimonia. Le opere attuate hanno destato ammirazione e significativi sentimenti di alto valore spirituale. A tutti rinnovo dal più profondo del cuore un grazie».
Egli ha concluso dicendo:
«Per quanto riguarda le attività già intraprese si è quasi concluso «l’iter» per la intitolazione di una via dedicata al «Settimo degli Alpini». Stiamo studiando la possibilità di creare una nostra sede. Ci stiamo adoperando per la installazione del Monumento ai Caduti in luogo diverso da quello già previsto. La vostra collaborazione è preziosa e pertanto sollecitata per una soluzione a breve scadenza.
Auguri di un sereno e felice Natale e un migliore anno nuovo».
L’incontro ha avuto il suo epilogo con canti prettamente alpini.


Il festoso incontro degli alunni di una scuola elementare di Parè, accompagnati dagli alpini cav. Giovanni Zanella, Domenico Cusin, Gino Granzotto, Dino Granzotto, Vittorio Campeol, Ernesto Pasin, Davide Tardivel
Antonio Cescon con vessillo della sezione e il gagliardetto del gruppo, ha avuto il suo felice epilogo sabato 28 aprile nella caserma «Salsa», nel capoluogo cadorino, per assistere al giuramento delle reclute del Battaglione Belluno. L’accoglienza degli ufficiali, dei sottufficiali e degli alpini ha non solo favorevolmente impressionato, ma ha pure creato immediatamente un clima di sincera familiarità, mettendo a proprio agio tutti gli ospiti.
Ciò testimonia l’importanza e la prerogativa di un coinvolgimento di giovanissimi ad assistere ad un avvenimento particolare della vita che ogni giovane — normale — dovrà affrontare. L’episodio che — a nostro avviso — per ora può ritenersi straordinario, dovrebbe divenire ordinario nella sua ripetitività, perché lascerà negli animi dei fanciulli l’immagine pulita degli alpini — è sperabile anche degli altri corpi
durante l’adempimento di un loro sacrosanto dovere di cittadini, amanti della Patria, e degli ideali cui Essa ci ispira.
R.B.

GRUPPO PARE'


Dicembre 1984

Gli Alpini della Sezione
alla Scuola Media «Brustolon»

3 novembre 1984: grande festa alla Scuola Media « Brustolon ». La Sezione al fine di celebrare degnamente l’anno del Tricolore, indetto dall’ A.N.A., ha offerto alla Scuola la Bandiera.
Alle ore 11,30 lo spettacolo che si è presentato davanti a noi è stato quanto di più lieto ed insieme di commovente si possa immaginare: i settecento alunni schierati davanti alla scuola con i loro insegnanti, immagine augura ie di un sereno futuro, e i numerosi cappelli alpini, che spiccavano qua e là.
Alle 12 il parroco di Parè, don Fausto circondato dal Preside prof. Mariani e dalle numerose autorità, ha benedetto la Bandiera che la madrina, professoressa Ester Bernasconi Vallomy, per lunghi anni apprezzata
insegnante alla « Brustolon », teneva sulle braccia.
Poi la suggestiva cerimonia dell’alzabandiera preceduta dalle note del silenzio fuori ordinanza ed una breve allocuzione del nostro presidente prof. Vallomy, che ha spiegato ai ragazzi il significato della manifestazione.
Il prof. Mariani, commosso, ha ringraziato tutti a nome della Scuola.
Però vorremmo essere anche noi a ringraziare, perché abbiamo visto ed ammirato questi ragazzi che hanno seguito attenti e compresi lo svolgersi della cerimonia, ed abbiamo intuito quale opera di educazione e di formazione svolgono i loro insegnanti: il nostro dono ha voluto essere un contributo a quest’ opera.