GRUPPO COLLALBRIGO


Giugno 1996

GIANLUIGI CI HA LASCIATO

Il nostro cuore è pieno di mestizia in questi giorni: i pensieri si susseguono uno dopo l'altro in un tumulto di emozioni per dare una spiegazione, umanamente possibile, di un fatto così triste come è stata la morte del nostro fratello Gianluigi.
Il dolore, il lutto, le lacrime scese dagli occhi di papà Antonio, le implorazioni accorate di mamma Maria e la mestizia di Loris, ci hanno rivelato di quanto affetto e di quanto intenso amore fosse fatto segno Gianluigi all'interno della sua famiglia. La presenza così numerosa di tanto calore, di tanti suoi amici, dei suoi datori di lavoro, del Gruppo Alpini del quale faceva parte, sono il segno della grande stima di cui godeva.

Le nostre parole ora si fermano qui e vogliono soltanto riunire insieme la preghiera di tutti, dei sentimenti di partecipazione dell'intera comunità parrocchiale alla sofferenza della famiglia che si è vista privare, in modo così inatteso, di un figlio nel pieno sviluppo dei suoi 25 anni. Sogni, programmi umani, progressi intimi e legittimi si sono così improvvisamente spenti. Così si esprimeva nell'omelia don Antonio in occasione delle estreme onoranze a Gianluigi Marcon, il giovane che, mentre stava costruendo una tomba di famiglia, improvvisamente è stato inghiottito dalla terra franatagli addosso.

E' morto così, sotto tonnellate di terreno franto, sepolto fino al torace, e quella tomba, nella parte vecchia del cimitero San Giuseppe, è diventata la sua.
La notizia della scomparsa del giovane ha suscitato profondo dolore in città; incredulità mista a rabbia per un tragico fatto che si stenta a capire, che non si riesce in alcun modo a giustificare, per un dolore che solo il tempo, e forse nemmeno quello riuscirà a lenire.

La terribile morte ha sconvolto non solo i familiari, gli amici, gli Alpini, ma tutta la collettività che, con una larga partecipazione, ha valuto salutarlo per l'ultima volta.
Prima della benedizione della salma e della lettura della motivata Preghiera dell'Alpino, l'amico Steno, ha così voluto ricordarlo:

“La tragica scomparsa di Pierluigi Marcon ci ha lasciato un profondo senso di turbamento, proprio come di solito avviene quando si perde una persona di famiglia; e l'amico Gianluigi era per la famiglia alpina di Collalbrigo uno di quelli che contano. Parlare di lui, ora che non è più con noi, per ricordarlo ai molti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, o per descriverlo a quei pochi che tale fortuna non hanno avuto, mi è cosa facile e nel medesimo tempo difficile. Mi è stato facile, infatti, ammirare le sue molteplici doti, ricordarne la figura di vero gentiluomo, il suo volto sempre sorridente, la sua giovialità, il suo spirito ironico e arguto. Mentre mi è difficile descrivere tutte queste cose a chi non l'ha conosciuto, perché sicuramente non sarei capace di esprimere con appropriata parole tutti i suoi meriti. Perciò per non cadere in errore, dirò di lui che fu autentico alpino, dal carattere umile e forte, socievole e generoso, un ragazzo di infinita bontà.

Tutte queste cose sono un molti a saperle, ma soprattutto lo sanno gli Alpini di Collalbrigo che, quale socio, lo hanno avuto nel loro consiglio, nelle loro adunate, nei loro incontri, sempre e dovunque. Ora però il nostro Gianluigi ci ha lasciato, in punta di piedi, senza far tanto rumore, com'era sua abitudine, ed è salito nel paradiso di Cantore per ritrovarsi con tanti altri amici.
Ed a noi, nell'atto simbolico di aggiungere al nostro gagliardetto la sua penna mozza, quale dovuto omaggio alla sua memoria, rimane la tristezza di aver perso un vero e caro amico.

Addio Gianluigi, amico carissimo di tutti, nel riposo di quella pace eterna che in vita ti sei giustamente meritato, illuminaci e guidaci come hai sempre fatto quand'eri qui con noi”.
Quindi, in chiesa ed anche durante la tumulazione, la tromba ha intonato il “silenzio”: il modo migliore per dare a Gianluigi l'ultimo saluto e dedicargli uno dei motivi a lui più cari e familiari perché la sua vita è stata tutta una sia pur breve marcia all'insegna d'essere alpino.

A nome del Gruppo Alpini e di tutta la comunità, si ringraziano con queste righe tutti i Gruppi Alpini che con il loro Gagliardetti, hanno voluto dare l'ultimo saluto a Gianluigi.

S.B.