GRUPPO COLFOSCO


Giugno 2001

CAMBIO DI CONSEGNE

Oliviero Chiesurin, nuovo Capogruppo
Oliviero Chiesurin

Oliviero Chiesurin raccoglie da Paolo Ceotto l'eredità di un Gruppo attivo nel sociale ed impegnato nella salvaguardia delle tradizioni locali

Paolo Ceotto
Paolo Ceotto


"La Crose de Cavain" in località Loghere


Foto di gruppo in occasione della "festa in Tombola".
In prima fila i veci del Gruppo.


Luigi Ceotto, Lino Dalle Crode ed il piccolo Andrea:
presente e futuro (?) del Gruppo.


Il brindisi per la posa della prima pietra della sede


Il presidente nazionale Parazzini in visita con Greppi 
e Poncato a Gilberto Loschi, convalescente


Il logo del Giubileo realizzato dallo scultore Grillos
con il bronzo donato dagli Alpini del Gruppo

Un rito antico.
Nelle Penne Nere è fortemente radicato il senso di appartenenza alla propria terra ed il rispetto della memoria e dei valori della civiltà contadina, valori che qualcuno vorrebbe cancellati per sempre. Ciò fa sì che nel loro operare occupino un posto importante le attività di salvaguardia del patrimonio storico ed ambientale e le iniziative che tendono a perpetuare le tradizioni locali.

E così ogni anno a dicembre gli Alpini del Gruppo Colfosco sono impegnati in un rito antichissimo e cruento, con regole precise frutto di esperienze secolari e timori atavici, una vera e propria cerimonia che qui si compiva prima ancora che su queste terre vegliassero i severi bastioni del castello di San Salvatore. All'alba del giorno prescelto dopo il canto del gallo iniziano grandi manovre: mentre le ultime stelle impallidiscono e la brina luccica sui campi fumanti, nelle caliere di rame l'acqua bolle e vengono preparate le impreste per la bisogna. Nello stavolo due maiali, insospettiti dall'insolito digiuno, fiutano nervosamente l'aria. Dopo aver legato al grugno il cordin, vengono trascinati uno alla volta al luogo predisposto dove li attende la vanuja per la loro esecuzione.

I derivati dell'operazione costituiranno piatti prelibati per la millenaria "Festa in Tombola". E' la rievocazione dell'annuale incontro tra tutti i coloni dei Collalto, che si riunivano nell'omonimo colle per rinnovare i legami di amicizia, partecipando all'incontro conviviale, con la presenza dal Conte, il cui menù prevedeva pit e fasioi. Tale affollatissima ed impegnativa manifestazione ha il suo culmine la prima domenica di settembre e da anni ormai è organizzata dagli Alpini di Colfosco. Si tratta della loro più importante attività e ad essa è legata l'immagine stessa del Gruppo. Ogni anno sono ospiti della festa anche gli amici dell'Associazione "Aiutiamoli a vivere" di Bonemerse, Cremona, uniti da un vincolo di grande amicizia.
Tra i vari momenti della Festa in Tombola, curiosa la gara dell'"occhio al peso" consistente nell'indovinare la stazza di due maiali. I vincitori, e ciò la dice lunga sulla fantasia delle Penne Nere, saranno onorati di offrirli per uno spiedo gigante alla "cena dei maiali" nel Parco dell'Amicizia, cena cui parteciperanno tutti coloro, alpini ed amici, che hanno collaborato alla realizzazione della festa.

L'assemblea.
Se le attività degli Alpini sono scandite da prassi consolidate e gesti sempre uguali (si pensi alle loro cerimonie, alle feste, alle adunate) essi riescono poi a distinguersi dando alla vita dei loro Gruppi una personalissima organizzazione.
L'assemblea annuale degli Alpini di Colfosco, per esempio, ha il suo momento forte in un incontro conviviale cui partecipano tutti gli iscritti con le rispettive consorti, come succede in tutte le grandi belle famiglie. Quest'anno si è tenuta il 24 gennaio presso il ristorante Casa Brianzola, sulle colline del paese, riservato per l'occasione interamente al Gruppo.
Le votazioni per il rinnovo del direttivo si svolgevano presso il bar attiguo, per non disturbare la cena nella grande sala, cena che si era aperta con una prelibatissima pasta e fasioi di antica ricetta.
La presenza all'assemblea di tutti gli iscritti rispecchia fedelmente lo spirito del Gruppo: le varie attività programmate, infatti, vedono la partecipazione corale di tutti gli Alpini di questo paese. L'attenzione alle mogli è importante: come ha sottolineato Lino Chies, intervenuto all'assemblea con il consigliere sezionale Lionello Frare a portare il saluto della Sezione, in definitiva sono loro, con il loro …più o meno tacito consenso, a garantire la continuità dell'Associazione Alpini, avendone sposato in pieno lo spirito.

Nella relazione morale, Paolo Ceotto, che ha chiesto di essere sostituito nella guida del Gruppo per impegni di lavoro che ne limitano sempre più la presenza, ha ripercorso i momenti salienti dell'ultimo anno. Ha quindi ricordato che tutto è pronto per l'intervento di restauro della chiesetta di San Daniele, prossimo impegnativo appuntamento per il Gruppo. Il tempio è situato sul colle della Tombole e fa parte della memoria di Colfosco. La voce era velata da malcelata commozione quando ha tracciato un bilancio dei suoi cinque anni di presenza come capogruppo. Il suo discorso esprimeva la consapevolezza di aver guidato un gruppo "sano" sotto tutti i punti di vista, caratterizzato da grande vitalità, partecipazione, armonia e spirito di collaborazione.
"Lascio il Gruppo in buone mani" ha affermato poi abbracciando Oliviero Chiesurin, eletto nuovo capogruppo. Il simbolico scambio di consegne avveniva con un'improvvisata cerimonia, organizzata con tanto di gagliardetto dal vulcanico Carlo Sala, animatore della serata.

Un sogno svanito.
Nella sua breve relazione Ceotto ha toccato anche il dolente problema della sede. Se la sede per un Gruppo significa tanto, per le Penne Nere di Colfosco rappresentava qualcosa di più. Nei lavori di costruzione dell'edificio, infatti, erano stati coinvolti tutti gli alpini ed alle varie imprese intestate ai soci venivano assegnati incarichi diversi o a rotazione, in modo che nessuna fosse esclusa. Si trattava quindi di un'operazione altamente simbolica che avrebbe riaffermato l'unità e l'affiatamento del Gruppo. Qualcuno vi si era affezionato a tal punto da passare in cantiere l'intera giornata, come Luigi Ceotto, classe 1914, che ne curava l'ordine e la pulizia ed era incaricato dell'apertura e della chiusura.
Al completamento dell'opera tutto è stato bloccato da intoppi burocratici assolutamente indipendenti dall'operato degli alpini. I lavori sono fermi da due anni, l'epilogo della vicenda è incerto e, dopo aver "tirato su" quelle mura come se fossero quelle della propria casa, ora agli alpini è addirittura interdetto varcarne la soglia.

Una pagina dolorosa, un sogno svanito, che per un attimo ha fatto vacillare il morale degli alpini; che si sono però ripresi impegnandosi con maggiore tenacia nelle attività programmate. Tra queste va segnalata la collaborazione con l'azienda Collalto, che affida al Gruppo lavori di disboscamento e la messa a dimora di nuove piante. Assidui gli interventi con i gruppi che operano in paese in iniziative di solidarietà e manifestazioni il cui ricavato va in beneficenza. Tra queste il Panevin, sempre nello spirito della tradizione che caratterizza l'impegno del Gruppo. L'anno scorso gli Alpini si sono affiancati alla Parrocchia per garantire l'organizzazione logistica delle manifestazioni legate al Giubileo, animando a Natale la messa di mezzanotte con l'offerta di vin brulé all'uscita della chiesa. Di rilevo anche il tradizionale rinfresco organizzato dopo il rosario dell'ultimo giorno di maggio presso il Cristo d'Isonzo.

Per non dimenticare.
Terra di vigne al sole, di granaglie, di colline coltivate, Colfosco conserva un forte legame con la tradizione contadina. La storia di questo paese si può riassumere in due parole: i Collalto ed il Piave. Il Piave scorre silenzioso in rivoli effimeri al di là di alte siepi, sembra quasi non esserci, perché non si vede percorrendo le strade di Colfosco. Eppure ha segnato la storia di questo paese. Quando era lontanissimo dall'essere imbrigliato nelle dighe alpine, il fiume era una importante via commerciale di cui Venezia si serviva per i suoi traffici in terraferma. Come tutti i paesi rivieraschi, Colfosco subì la dura prova della grande guerra, con l'epilogo della tragica ritirata di Caporetto del novembre 1917: edifici rasi al suolo, campi devastati dalle granate che provenivano dall'altra sponda, popolazione costretta all'esodo. E non si è ancora cancellato il ricordo dell'alluvione del 1966, quando il paese fu sconvolto da una piena.

Nell'anno giubilare lo scultore Grillos ha realizzato un artistico logo del Giubileo, collocato a destra dell'entrata della Parrocchiale, e il bronzo del bassorilievo è stato donato dagli Alpini di Colfosco a significare il loro anelito di fratellanza, unità e pace e l'attaccamento ai valori che da sempre guidano la popolazione di questo paese.
Gli Alpini del Gruppo, inoltre, l'anno scorso hanno interamente pulito l'argine sinistro del Piave denominato "Testa al mur", costruito dalla Serenissima nel 1700. Con una complessa opera di disboscamento e bonifica, hanno poi riportato alla luce e restaurato la "Crose de Cavain", umile crocifisso eretto in località Loghere dagli antichi abitanti di questi luoghi a baluardo delle temutissime esondazioni del fiume: perché non vada perduta la memoria di ciò che questo paese è stato.

Dal Mas Gianfranco