GRUPPO CODOGNE'


Maggio 1999

A ricordo dell'art. Alpino Luigi VETTOREL,
reduce della campagna di Russia

Il sottoscritto Teofilo Bonanni, furiere della 14a batteria del "Gruppo Conegliano" 3° Art. Mont., di cui faceva parte anche Luigi Vettorel , racconta l'odissea che il suddetto reparto subì sul fronte russo. Partiti dall'Italia il 13 agosto 1942 con la tradotta, arrivammo ad Jsium in Ucraina il 29 agosto. Dopo aver percorso a piedi ben 350 km arrivammo a Saprina, sulla sponda destra del Don. Qui il gruppo diede il cambio ad un reparto di artiglieria tedesco. In questo settore il fronte era abbastanza calmo. Qui iniziammo a scavare dei rifugi sotterranei per ripararci du-rante l'inverno che era ormai alle porte. L'11 novembre cadde la prima neve ed il gruppo linea-pezzi era da ritenersi sistemato. Il 16 dicembre arrivò però una grossa sorpresa: la Divisione Julia doveva, in tutta fretta, spostarsi di 50 km verso sud; risultava pertanto vanificato tutto il lavoro di sistemazione svolto nei mesi precedenti. I reparti russi passarono sulla sponda destra del Don dove erano stanziate le divisioni Cosseria e Ravenna più qualche reparto tedesco. La temperatura era alquanto bassa (-38°C). Gli aerei russi ci tenevano sotto tiro con le mitragliatrici. Arrivammo comunque nell'abitato di Golubaia Kriniza. A 5 km di distanza di trovava il Settore d'Impiego dei Gruppi Conegliano, Udine, Val Piave e dei battaglioni dell'8° e 9° Alpini: Tolmezzo, Gemona, Cividale, Vicenza, l'Aquila e Val Cismon. A Natale la temperatura subì un nuovo calo portandosi a -42°C. Ci fu un continuo susseguirsi di duri combattimenti con considerevoli perdite da entrambi le parti. La situazione rimase inalterata fino al 15 gennaio 1943. A questo punto ci giunse una seconda amara sorpresa: l'ordine di ritirare poiché eravamo accerchiati. I Russi stavano risalendo da sud, forti dell'appoggio dei nuovi carri T 34 ed erano arrivati alla città di Rossosch dove si trovava la sede del Corpo d'Armata Alpino. Dal 16 al 26 gennaio 1943 ci fu un continuo succedersi di aspri combattimenti. Il 26 gennaio la colonna, formata da alpini italiani e da reparti tedeschi, riuscì a rompere l'accerchiamento e quindi ad entrare a Nikolajewka. A quel momento avevamo perso l'80% dei soldati. Solo il 30 gennaio sapemmo, dalla voce del generale Reverberi, che potevamo considerarci al sicuro. Quando fummo usciti dall'accerchiamento il sottoscritto riportò su un quaderno i nomi dei 300 uomini in forza al reparto ed a fianco dei nomi appose una lettera identificativa: una "P" per coloro che risultavano presenti all'uscita dalla sacca ed una "D" per coloro che risultavano invece dispersi. Il mesto bilancio che ne risultò fu il seguente: - Ufficiali: presenti 3, dispersi 5 - Sottufficiali: presenti 3, dispersi 5 - Graduati ed Artiglieri: circa 130 presenti Analoghi risultati furono riscontrati per le altre due batterie e per il reparto comando. Nelle varie adunate a cui ho avuto modo di partecipare, ho successivamente incontrato altri 5 artiglieri reduci dalla prigionia della campagna di Russia. Fra questi c'era anche Luigi Vettorel.

Teofilo Bonanni