ADUNATE NAZIONALI
TREVISO 1994

TREVISO, 1994

medaglia commemorativa



La fontana delle Tette


Il Presidente della Repubblica incontra la vedova
della M.O. trevigiana Gen. Reginato


I reduci

60° adunata degli alpini.

"La voce" di Milano: "Sono giunti nella Marca con i mezzi più strani, per trascorrere sulle rive del Sile un'interminabile sequenza di attimi dedicati al ricordo dei compagni". Ancora una volta il "pianeta alpino" mostra la sua onesta faccia. È arrivato in bicicletta, da Genova, il giudice Mario Sossi, che vent'anni fa rimase prigioniero per oltre un mese dalle Brigate Rosse;

"L'Informazione" di Roma: "Fino a pomeriggio inoltrato per le vie della città hanno riecheggiato gli applausi della gente che agli alpini vuole davvero bene".

 "Il Giorno" di Milano: "Una sfilata memorabile, durata più di 10 ore";

"L'Unità" di Roma: "I più estrosi? Quelli che fin da venerdì avevano piazzato un banchetto in centro; fogli bianchi, qualche penna, un geniale manifesto-invito: "Firma qui contro la raccolta di firme". Firme a migliaia naturalmente, "Referendum sui generis, referendum alpino?".

"Il Giornale" di Milano: "Per un giorno Treviso capitale indiscussa d'Italia. Grazie a loro, agli alpini d'Italia"."La Stampa" di Torino: "La 67° Adunata Nazionale delle Penne nere è stata quello che i 300 mila volevano che fosse: una grande festa popolare dove l'allegria s'intreccia con la nostalgia";

"L'Arena" di Verona: "Fanno gruppo i reduci di Russia scampati alla rotta delle linee italiane sul Don";

"Il Corriere della Sera" di Milano: "Tra fanfare che alternavano l'inno degli alpini alla marcia trionfale dell'Aida, ex combattenti, neocongedati, giovani di leva e ufficiali in tenuta da combattimento hanno marciato con passo cadenzato sotto un sole cocente".
Composti e sereni, cioè alpini.


Giugno 1994

ECCEZIONALE PARTECIPAZIONE DI PENNE NERE NEL CAPOLUOGO DELLA MARCA TREVIGIANA
TREVISO ACCOGLIE TRIONFANTE LA 67a ADUNATA NAZIONALE
CONEGLIANO RISPONDE EGREGIAMENTE

-”Treviso in questi giorni è diventata la capitale d’Italia per merito di voi Penne Nere”: Così si è espresso nel Duomo il Vescovo mons. Paolo Magnani, aggiungendo: “Avete portato in questa città una ventata di cordialità, di serenità e di giovialità, un supplemento di fiducia, un segno di convivenza civile: con la vostra presenza voi dite che diverse provenienze, professioni, storie, generazioni qui convengono, ritrovandosi su ciò che accumula. La città e la provincia vi accolgono imbandierate dei colori dell’italia, a testimonianza di una passione e dedizione che da sempre il Corpo Alpini ha riservato alla Patria, i vostri sentimenti sono espressione di amore, di solidarietà e di onestà. Vi accompagna la mia preghiera al Padre di tutti e invoco la Sua benedizione su di voi, sulle vostre famiglie, sui vostri progetti ed impegni”.
Treviso sei stata grande! Voglio dire: “Alpini della sezione trevigiana siete stati formidabili. Siete stati premiati con una presenza scarpona senza precedenti”.
Nel numero precedente di questo periodico, avevamo fatto gli auguri agli amici alpini di Treviso di buon lavoro e di grande successo della manifestazione. Così è stato, e il Padre Eterno ha dato loro una mano con una stupenda giornata soleggiata.
Le perplessità della vigilia, sollevate da diverse parti, con il tempo sono scemate: il finale è stato un trionfo.
La “Piccola Venezia”, capoluogo della Marca Gioiosa ed amorosa, è riuscita, con successo, a contenere l’enorme afflusso di penne nere e dei loro familiari, degli interminabili campeggi, della più grande manifestazione italiana. La caparbietà in ogni iniziativa programmatica e il sacrificio “Costi quello che costi” delle penne nere hanno determinato l’ottima riuscita della manifestazione. meravigliando, non solo i più scettici, ma anche gli stessi organizzatori ed operatori.
A ragione il presidente trevigiano Francesco Zanardo e i suoi collaboratori si sono dichiarati soddisfatti, e non ci stavano più dentro le “braghe” dalla contentezza. Certamente questa 67a adunata nazionale resterà nel cuore e nelle memoria di noi alpini e dell’enorme folla che ha assistito, applaudendo senza sosta.
il nuovo Ministro della Difesa Previsti ha affermate: “Mi pare di vedere la parte più bella d’Italia e degli Italiani. Sono emozionato, sono felice. Mi pare che la politica sia molto lontana da questo “raduno”. Ci ricorda piuttosto che il sentimento di Patria è qualche cosa che si materializza negli italiani. Questi alpini sono forse la rappresentazione più bella dell’Italia più vera.”
Quanti eravamo a sfilare? Si parla, all’incirca, di 150.000, ed altrettanti che assistevano. L’entusiasmo non è certamente mancato, i battimani pure, ma soprattutto non è mancato quel calore umano che sa dare la gente veneta, che conosce l’epopea, la tragica odissea, d’un tempo, delle penne nere.
Gli ideali, i sentimenti e la concretezza di quei valori che da sempre ed ovunque animano i “veci” e i “bocia”.
La sezione di Conegliano come si è comportata? Benissimo!
Mai contati tanti alpini coneglianesi in una adunata nazionale; come ha rilevato anche lo “speaker” durante il nostro passaggio davanti alle tribune: Conegliano prodigioso.
Da una conta dovremmo aver sfilato in 1.600; però ne ho visti molti che si divertivano a guardare ed applaudire oltre le transenne. Quindi si potrebbe supporre la presenza della sezione coneglianese in oltre 2.500 alpini. La sezione ha sfilato in quest’ordine: in testa il presidente Luigi Basso con il vessillo portato dal “vecio” Mario Longhino, poi i vice presidenti Nino Geronazzo, Antonio Daminato e Luigi Zaccaron; quindi il consigliere nazionale Lino Chies, il presidente della Provincia Citron, il consigliere sezionale Luigi Maretto con i sindaci - con la fascia tricolore - Flavio Silvestrin di Conegliano, Fiorenzo Carniel di S. Fior, Gianpietro Tittonel di Pieve di Soligo, Lamberto Pillonetto di Sernaglia, Pietro Lorenzon di Refrontolo, Graziano Carnelos di Gaiarine e il vice sindaco di Godega Mariano De Boni; seguiti dal consiglio direttivo, dai gagliardetti e dalla fanfara alpina, ed infine dalla massa delle penne nere con i due striscioni; “Conegliano culla del 7° Alpini” e “3° artiglieria da montagna - Gruppo Conegliano”.
Numerosi gli striscioni proposti dalle varie sezioni, con interessanti richiami; alcuni bonariamente polemici, ma tutti sensati e graditi. Ne riporto la dizione di alcuni: Umilmente a servizio di tutti - Noi ti chiamiamo sempre Italia - Senza alpini la montagna frana - Alpini senza tomba né fiore, noi Vi ricordiamo - Dovere nella giustizia e nella libertà - Gli alpini al servizio dell’uomo - Ove c’è un alpino c’è civiltà d’amore.
Hanno sfilato anche quattro muli acquistati da alpini dalla Brigata “Cadore”. Gli alpini sono più testardi dei loro quadrupedi; hanno vinto una piccola schermaglia con il presidente Caprioli, da questi perdonati.
Infatti, anche durante la conferenza stampa di giovedì 12 maggio, all’invito di permettere lo sfilamento di una rappresentanza di muli, Caprioli aveva negato l’autorizzazione per ragioni di sicurezza, per non allungare ulteriormente i tempi e per non sporcare.
Ma gli alpini di Cappella Maggiore e il nostro socio di Mareno di Piave Toni Dall’Anese, hanno convinto le forze dell’ordine e gli organizzatori che non ci sarebbe stato alcun pericolo, garantendo una adeguata sorveglianza. Così infatti è stato. E sulla mula Imola di Dall’Anese era attaccato un cartello con la scritta: “Ci hanno congedato dall’Esercito; ma grazie all’amore di questi generosi alpini oggi ritorniamo a sfilare tra voi.”
Dopo la sezione di Treviso hanno sfilato 122 bandiere per ricordare i 122 anni dell’istituzione del Corpo degli alpini.
Naturalmente Treviso era ammantata di tricolori, come compete ad una Città che ospita una simile manifestazione anche se dicono che alla vigilia ne erano sparite un migliaio.
Vorrei, ora, serenamente fare una critica agli strumenti di informazione nazionale, intendo riferirmi alla Rai-Televisione.
Ne “il Gazzettino” di lunedì 16 maggio, scrive Comini: “... Come si fa a raccontare in parole un’emozione lunga più di nove interminabili ore? Gli speakers ieri a Treviso hanno esaurito all’altoparlante sia la voce che la retorica. Ma non poteva bastare: bisognava esserci. Vedere il grandioso spettacolo delle penne pene con i propri occhi. Anche perché tutta la televisione, Rai o Fininvest o locale che fosse s’è allegramente infischiata della più grande adunata scarpona di tutti i tempi”.
Siamo abituati anche a questo. Speriamo cambi, non per noi, ma per la gente che ci stima e crede nella serietà dei nostri indirizzi. Per la TV noi alpini non siamo “audience”, non facciamo notizia.
Viceversa fanno notizia quei giovani disgraziati, dal cuore di pietra, dai sentimenti perversi, dal cervello tarato che a Vicenza hanno sfidato le Istituzioni, la democrazia, la libertà.
Non fa notizia lo stile serio e  impegnato degli alpini, ancorati sui valori della vita, dell’uomo e della solidarietà. Riflettino seriamente i pretenziosi funzionari responsabili su questo irresoluto atteggiamento.
Sentimenti di gratitudine vanno rivolti, invece, ai giornali, soprattutto locali: Il Gazzettino - La Tribuna di Treviso ecc.... - che ci hanno seguito con esemplarità e ricchezza di cronaca storica.
Prima di chiudere questa cronaca, vorrei riportare alcuni avvenimenti programmati nei giorni precedenti alla sfilata.
Venerdì pomeriggio a Treviso è giunta la gloriosa BANDIERA DEL BATTAGLIONE “FELTRE”, testimone di tante battaglie, di tanti sacrifici, di tante immolazioni di Penne Nere a servizio della Patria. L’avrei baciata: l’ho fatto in ispirito, ed avendo appartenuto a quel Battaglione mi sono sentito stringere la gola da un nodo. Alla presenza del Prefetto di Treviso, del giudice Stiz, del Presidente della Provincia Citron, del Presidente ANA Caprioli e di altre autorità civili e militari, un picchetto armato del “Feltre” al suono della note del “33” della fanfara del “Cadore”, hanno reso gli onori al Comandante del 4° C.A. Manfredi, alla Bandiera del “Feltre” ed infine ai Caduti, con deposizione di una corona al monumento. I giorni precedenti ho assistito alla cerimonia inaugurale della bellissima mostra delle divise, delle armi e di alcune fotografie e riproduzioni illustrative della storia alpina, curata da tre alpini, di cui uno della nostra sezione; mostra ospitata presso la Banca Popolare di Asolo e Montebelluna. Poi quella dei manifesti delle adunate nazionali esposte presso la “Casa dei Carraresi” della Cassamarca:
successivamente la mostra fotografica “Penne Nere: grandiosità e natura di un mito “Monumenti all’Alpino in Italia” collocata nel Salone dei Trecento. Straordinariamente interessante è stata la mostra filatelica, che è stata classificata: la più grande e la più bella mostra di filatelia dedicata agli Alpini. Giovedì sera, invece, nel teatro Comunale, gremito in tutti i suoi posti, abbiamo assistito alla rassegna corale, alla quale si sono esibiti: il coro A.N.A. di Vittorio Veneto diretto da Stefano Da Ros, il Corocastel di Conegliano diretto da Diego Tomasi, il coro ANA Cesen di Valdobbiadene diretto da Paolo De Giacometti di Feltre, il Coro Stella Alpina di Treviso diretta da Diego Basso.
Ogni coro, a suo modo, si è espresso con grande bravura, interpretando brani che spaziavano in canti alpini, e di grande tradizione popolare.
Chi si è espresso con tono possente, vivace, chi con una interpretazione più sommessa, più moderata, ciò dovuto anche alla diversità della consistenza organica. Alla fine tutti i cori assieme hanno cantato la bellissima e commovente composizione di Beppi De Marzi; “Signore delle Cime”.
Ottima la presentazione dei cori da parte di Carlo Fassetta.
La sezione alpini di Conegliano esprime i più profondi sentimenti di gratitudine al Corocastel per aver così degnamente rappresentato la propria città. L’augurio di un buon
“ARRIVEDERCI AD ASTI, AMICI ALPINI”

Renato Brunello


Il presidente Basso alla testa della Sezione










L'imponente complesso alpino coneglianese


La gloriosa bandiera del “Feltre”.


La nostra fanfara


Baldi e fieri


Da destra: Chies cons. naz., i sindaci: Tiittonel (Pieve di Soligo) - Pillonetto
(Sernaglia) - Citron presidente della Provincia - il vice sindaco De Boni
(Godega S.U.) - Lorenzon (Refrontolo) - Silvestrin (Conegliano), Carniel
(S. Fior), Carnelos (Gaiarine) e il cons. sez. Maretto.



VIVA GLI ALPINI
67’ ADUNATA NAZIONALE A TREVISO


TREVISO è stretta
da gioioso assedio
di tricolori,
di fanfare alpine, di cori,
 di cappelli pennuti,
di “scarponi nazionali”,
di variopinte scritte sui manifestini:
“W GLI ALPINI”!

Converge a TREVISO
l’invasione pacifica
di PENNE NERE:
strette di mano sincere;
commossi incontri, abbracci;
baci donati da ragazze;
scambi di “ombrette”...,
grida di bambini: “W GLI ALPINI”!

Sveglia TREVISO
la confusione allegra
di cento dialetti;
rimbalzano con l'eco sopra i tetti
suoni di “alza Bandiera”,
squilli di “Adunata”!
Da tendòpoli, da rifugi lontani e vicini
arrivano gli ALPINI!

TREVISO applaude
un esercito in marcia
che canta amore,
canta Famiglia, Patria, Onore
costati sacrifici immani,
pagati a prezzo della vita.
 La folla applaude a migliori destini:
“W GLI ALPINI!”

Innocente Soligon
14-15 maggio 1994